sabato 17 novembre 2007

Farsa

‘O PITTORE D’’O MUORTE VIVE
FARSA
di Giacomo Marulli
Riduzione e rielaborazione di
Gennaro D’Aria
Personaggi

Corallina

Tutore

Pulcinella

Eugenio (morto)


Scena: Uno studio da pittore. Accessori vari. Un tavolino con due sedie. Tavolozza. Un piccolo divano. All’apertura del sipario la scena e’ vuota. Dopo poco entra Corallina piangendo ha in mano una valigia.

Corallina: Madonna mia non ce la faccio piu’. Basta me ne vado da questa casa. (continua a piangere.)

Tutore: Ma perche’ piangi sempre?!… Mi sembri una trombetta.

Corallina: Piango e piangero’ (alla maniera di presentatrice).

Tutore: Ne, ma che d’’e na’ canzone d’’o festival?… (arrabbiato) Perche’ piangi?…

Carolina: Perche’ voi non volete che io sposi Eugenio.

Tutore: Mai e poi mai!….

Carolina: Ma perche’?…..

Tutore: Perche’ mi e’ antipatico.

Corallina: Ma se non lo conoscete!…

Tutore: Mi e’ antipatico con tutto che non lo conosco.

Corollina: E allora io me ne vado nella mia stanza a piangere.

Tutore: Tu non devi piangere pecche’ ‘o tengo pe’ malaugurio. Piuttosto hai pensato a cose piu’ importanti… come mangiare.

Corallina: Ho cose piu’ importanti da fare.

Tutore: E che devi fare?…

Corallina: Devo piangere. (piange con l’intonazione di una sirena).

Tutore: Ma quel cretino di Pulcinella dov’e’?…

Corallina: E’ uscito. Forse e’ andato a fare la spesa.

Pulcinella: (d.d. litiga con il portiere e i ragazzi). Iatevenne… Muort’’e famme!…

Corallina : Caro Tutore voi siete cattivo, burbero e senza cuore.

Tutore: Ah, tu dici questo a me?!…. Questo a me, che sono….

Pulcinella: Nu turz’’e pennelle!…

Corallina Ride

Tutore: Io sono un uomo di cultura. Ma come io ho studiato tanto per diventare….

Pulcinella: Imbecille!…

Tutore: Guardate. io sono un burbero?… Io teng’’o core ca e’ na….

Pulcinella: ‘Na preta.

Corallina Ride

Tutore: Ma che ride affa’?…. Io teng’’o core che’ e preta?….

Pulcinella: Na preta mmocche te menasse.

Tutore: Ma chi e’ che grida in questa maniera?….

Corallina: E’ pulcinella che litiga con qualche persona.

Tutore: No, io lo licenzio. Gli do gli otto giorni.

Corallina: Veramente gli dovete dare otto anni di stipendio. E poi non dovete trattare male Pulcinella, io gli voglio bene. Lui mi ha cresciuta.

Pulcinella: (entrando) Ma che ce tenene sti scarrafun’’e guaglione!… (Guardando fuori) E a te guardaporto, te ne abusi che sono un signore e le cattive parole non le posso dire…. Cornuto!

Tutore: Non gridare. Ma con chi ce l’hai?….

Pulcinella: Con il portiere. Io ogni vvote che passo me fa na’ resata ‘nfacce. Chille s’e’ fatte na’ resate nfaccia a faccia da faccia mia.

Tutore: Basta parliamo di cose serie, tu che hai comprato?…

Pulcinella: Tutto.

Tutore: Bravo!… Hai visto?… Ti eri preoccupato che non ti davano il mangiare. Che ti ha detto il macellaio?….

Pulcinella: Che se non andate a pagare il conto viene lui qua’.

Tutore: Ah, bravo!… Mi porta la spesa…

Pulcinella: No, ve men’’acopp’’abbascio. So tre anni che non lo pagate.

Corallina Ride

Tutore: E tu ridi sempre delle mie disgrazie?!… Vai a cucinare.

Corallina: Non posso. Ho cose piu’ importanti da fare.

Tutore: E che devi fare?….

Corallina: Devo piangere. (esce)

Pulcinella: Toto’

Tutore: Chi e’?…. Che de’ sta cunferenzia?….

Pulcinella: (ironicamente) Salvatore.

Tutore: Io mi chiamo Eustacchio…

Pulcinella Che schif’’e nomme…

Tutore: No Salvatore o Totore come dici tu. Io sono il tutore di Corallina. Sono come un padre adottivo.

Pulcinella: Embe’, perche’ la fate piangere?…

Tutore: Perche’ si vuole sposare.

Pulcinella: E fatela sposare.

Tutore: Non posso. Perche’ quando Corallina mi fu affidata era ricca e aveva una grande dote ed io me la sono mangiata. Ci vorrebbe uno che se la sposa pe senza niente… Un amico a caso… TU.

Pulcinella: Io non posso…. Fallo tu.

Tutore: Ma io sono brutto…

Pulcinella: Mo ci penso io. (Lo trucca e al finale della scena Corallina lo vede e piange). E mo’ come si fa?… Lo sposo vorra’ la dote, i soldi…

Tutore: E io addo’ ‘e piglio, addo’ ‘e piglio?…A proposito Pulcinella noi tra poco saremo ricchi: devi sapere che sono un grande artista….

Pulcinella: Ca’ pa’ famme perd’’a viste.

Tutore: Io con il pennello in mano….

Pulcinella: Sai che barbe te fide e fa’?….

Tutore: Con il pennello in mano sono capace di fare…. In fatti ho trovato il rimedio per far soldi. Io ‘o mezz’’o tengo.

Pulcinella: E pecche’ vien’’appere?….

Tutore: Io avro’ ducati 500

Pulcinella: Ma fatte da na’ visparelle ce ne jamm’’o mare.

Tutore: Avro’ 500 monete per dipingere un morto.

Pulcinella: E addo’ ‘o jamme affa’ chistu ritratte?….

Tutore: No, viene lui qua’…

Pulcinella: Vene sule isse?…

Tutore: No, l’accumpagnene.

Pulcinella: Vene cu ll’ati muorte appriesse?….

Tutore: Si chiudene ‘o campusante ‘e venene cca’. Cretino, l’accompagnano….

Pulcinella: E schiattamuorte…

Tutore: I parenti. Qui da me e’ venuta la Contessa Famme sta’cca’

Pulcinella: E statte….

Tutore: Famme sta’ cca’.

Pulcinella: E chi te ne sta’ caccianne?…

Tutore: Famme sta’ cca’.

Pulcinella: E statt’’a chi ‘o vuo’?…

Tutore: Famme parla’: la contessa Vladimire Vercingetorige degli ulivi vedova Famme sta’ cca’

Pulcinella: Mo’ accumminciamme n’ata vote?…

Tutore: Appena mi ha visto ha detto….

Pulcinella: Quande faje schifo!

Tutore: Pittore ti voglio parlare…

Pulcinella: Mentre dipingi un altare…

Tutore: Pittore devi sapere che mio figlio e’ morto. E piangeva, piangeva. Piangeva e si strappava i capelli. Te lo ricordi quanto era bravo e sfortunato, e piangeva, piangeva, non aveva un braccio, e piangeva. Non aveva un occhio, e piangeva; piangeva; era anche zoppo.

Pulcinella: Azze ce vo nu coraggio…. S’o’ chiagneve pure… invece d’’o jtta’.

Tutore: Piangeva la povere donna, diceva: pittore io ho perso mio figlio…

Pulcinella: E ‘o vo’ a nuje?….

Tutore: Ci pensate… non lo vedro’ piu’….

Pulcinella: Signo’ ‘e nun e’ meglio?….

Tutore: Come devo fare per vederlo?

Pulcinella: Adda’ ‘j abbascie ‘o scasse….

Tutore: Fategli un ritratto cosi io potro’ sempre ricordarlo in tutta la sua bellezza. Ecco perche’ dobbiamo fare il ritratto. Quindi andiamo a comprare i pennelli, colori e tavolozza.

Pulcinella: Toto’ io t’ho dico a mo’… appena ven’’o muorte io mi licenzio e me ne vado pecche’ a me e muorte me fanne paura, io sulo si ce penzo me sent’’e tremma’., se fa a pelle pecunie pecunie. Pienze ca si voglio allucca’ nun ‘o pozze fa pecche’ se ne scenn’’a lengua nel vaverazziello. (vanno via)

Eugenio; (entrando) Finalmente, ho visto il pittore e Pulcinella andare via e sono salito dalla mia adorata Corallina. (La chiama piu’ volte)

Corallina: (entrando con valigia per fuggire). Basta, mo me ne vado da questa casa, me ne fuggo, ( batte la valigia sul piede di Eugenio).

Eugenio: (grida. I due si spaventano. Si vedono e si tirano per mano) Corallina amore mio!

Corallina: Eugenio!… (fanno un girotondo. Corallina lo prende in braccio). Amore mio che fai tu qua’?

Eugenio: E’ per un piano che ho escogitato io: ho fatto venire qui una delle mie cameriere dicendo d’essere la contessa mia madre e di volere un ritratto del figlio morto in modo che lei possa conservarne il ricordo.

Corallina: E tu cosa vuoi fare?.

Eugenio; Saro’ morto….

Corallina: Oh, mio Dio!…

Eugenio: Mi fingero’ morto, fingendomi morto li spaventero’ al punto che scapperanno e ci lasceranno soli ed io ed io ti faro’ mia, cosi dovranno acconsentire per forza alle nostre nozze.

Corallina: Bravo! Ma adesso fuggi, stanno per ritornare

Eugenio: Ma io non ho paura di nessuno!….

Corallina: Fuggi

Eugenio: Si amore mio, parleremo per lettera, leggi cosa ti ho scritto. (le da la lettera e va via.)

Corallina: (legge la lettera). Zeppolina mia di zucchero…

Tutore: (entra. Corallina si spaventa e fa cadere le lettera). Ma che fai?… non hai nulla da fare?…

Corallina: (guardando la lettera finita sotto il piede del tutore e mandandole baci) Come no, devo andare subito a… piangere. (va via:)

Tutore: Ma chillu cretino e Pulcinella dov’e’ andato che non lo trovo piu’?… (scorgendo la lettera a terra). Guardate, guardate come fanno i servizi in questa casa. Una lettera per terra.(La raccoglie e comincia a leggere. El frattempo entra Pulcinella. Lettura della lettera fino a quando Pulcinella gli batte sulla spalla.

Pulcinella: (battendogli sulla spalla). Padro’ ho venuto e sto’ cca’.

Tutore: Quante volte ti devo dire che quando entri devi bussare. M’he fatte mettere na’ paura. M’he fatte zumpa’me credevo ca era ‘o muorte. Tu hai capito niente?… Corallina c’ha il ganzo!

(Lazzi a Convenzione)

Tu hai capito la tragedia? La ragazza non e’ solo innamorata, e’ proprio fidanzata.

Bussano alla porta

Vai ad aprire che bussano alla porta.

Pulcinella: (Va ad aprire. Nel frattempo il tutore prepara colori e trepiede.) Toto’ (con voce tremolante) E’ arrivata sua eccellenza il cadavere.

Tutore: Sull’isse?… ‘E le’ lasciate for’’a porta?…

Pulcinella: Ma pecche’ te miette paura che se ne fuje?…

Tutore: Ma fagli compagnia.

Pulcinella: Si mo’ ‘o cante na’ canzone.

Tutore: Andiamo a prenderlo. (Escono. Insieme lo trascinano seduto su di una sedie. Il cadavere e’ coperto da un lenzuolo. Lo sistemano vicino al tavolino.) Forza Pullecene’ scopriamo il morto.

Pulcinella: Tu che muort’’e chi te’ muorte staje dicenne?…. Io me ne vado. (Fa per andare ma il tutore lo trattiene e lui salta.)

Tutore: E che gli faccio il quadro con il viso coperto?…

Pulcinella: No padro’ io nun cia’ faccio me metto troppa paura.

Tutore: Vai cretino, non avere paura. I morti non fanno paura a nisciuno, il vivo fa paura. Dici dentro di te: io sono un uomo e il morto non mi fa paura.

Pulcinella: (parlando nel camicione) Io sono un uomo e il morto non mi fa paura.

Tutore: Ma co’ dice dint’’a cammise?…

Pulcinella: E che l’aggia dicere dint’’e scarpe?…

Tutore: Dici bene: il morto e’ morto e non mi fa paura.

Pulcinella: (lo ripete per tre volte poi dice) Il morto e’ morto e io me fotte da’ paura.

Tutore: Basta hai capito?… Per rincuorarci c’e’ bisogn di un po’ di vino. Vado in cantina a prenderlo. Tu resta qua’.

Pulcinella: Accussi quante tuorne anzicche’e nu muorte ne truove dduje. Iamme ‘nzieme. (Escono)

Corallina: (uscendo) Quando verra’ il mio adorato Eugenio?!…(Eugenio si scopre e hanno paura l’uno dell’altro) Amore… hai fatto?

Eugenio: Questo e’ niente ancora. L’aggia fa fa a trezza de’ verme. Vai amore che stanno tornando.

Tutore e Pulcinella con bottiglie e bicchieri. Brindano Gag a soggetto.

Tutore: Pulcinella scopri il morto. ( poi lo fanno insieme ma prendono i lembi del camicione di Pulcinella quindi paura poi scherzi del vino con lazzi di Pulcinella: A chiste le pice ‘o chiocchio. Chist’’e nu muorte ubriacone. Basta cu stu vino tu muori un’altra volta con la citrosa epatica. Iniziano a dipingere.

Eugenio: (comincia a minacciare Pulcinella con vari gesti. Poi gli fa cenno di stare zitto altrimenti gli rompe la testa.

Pulcinella: (Va alle spalle del padrone che infastidito gli comanda di sedersi con il morto. Il morto cambia sedie e Pulcinella si trova con quattro gambe lo dice al padrone.

Tutore: Pulcinella tu hai la fantasia riscaldata. (Il tutore trovera’ il morto sempre allo stesso posto.

Il morto si trasformera’ diventando prima corto, poi fingendosi elefante con il gesto della proboscide e barrito, alla fine salira’ sulla sedia e qui’ il tutore lo scoprira’.

Tutore: Pulcinella hai ragione chiste nun e’ nu muorte chist’’e vivo. Ma si e’ vivo l’accire io.

Corallina: No, tutore, se uccidi lui uccidi anche me. Io l’amo famm’’o spusa’.

Eugenio: Io l’amo papa’.

Tutore: Papa’? chi t’ha sgravato mia?…

Pulcinella: Sig. morto, come ve la sposate quella non tiene una lira.

Eugenio: Pulcinella ma che dici…. Quest’e’ un sacrilegio. Questa fanciulla la ricchezza ce l’ha negli occhi di brillante e nei capelli d’oro.

Pulcinella: Oro e brillanti?… Toto’ e nuje nun ce a mpignamme.

Eugenio; Io sono ricco, ricchissimo, non voglio niente tranne che lei.

Pulcinella: Proprio niente?

Eugenio: No!

Pulcinella: E a me nun me daje niente ca conghe ‘o zio?

Eugenio: Daro’ 1000 ducati a te e mille ducati anche a te. Ma tu Tutore dacci la tua benedizione.

Tutore: E va bene io ho la patria potesta’ ve pozze spusa’. Vieni Corallina, vieni qua’ Eugenio. Corallina Cecere (rivolgendosi ad Eugenio) e tu come ti chiami?….

Eugenio: Eugenio la pasta.

Pulcinella: Avite fatte pasta e licere mo putimme magna’.

Tutore: Statte zitte ca io me so salvato. Ragazzi miei sposatevi e siate felici.

Corallina-Eug. Ma noi siamo felici. Felicissimi.

Tutore: E io so cchiu’ felice e vuje ca me so levate ‘o penziere. E tu Pullecene’ sei felice che si e’ salvato il tuo padrone?

Pulcinella: No, mo che se ne va Corallina me ne vado pure io.

Corallina: Si tu vieni con me. (rivolta ad Eugenio) Posso Eugenio?

Eugenio: Certo amore mio.

Pulcinella: vado con loro e tu nun si chhiu’ ‘o padrone mio.

Tutore: E chi e’ ‘o padrone tuio?…

Pulcinella: Pubblico rispettabile finita e’ la farsetta, vi abbiamo fatto ridere almeno poer un oretta. Di cchiu’ mo’ nun abuso, grazie per la quietezza, e a tutti cerco scuse si chiste e’ na schifezza. Pe te mo so nu principe, pe tutti so’ signore, ma per il caro pubblico umile servitore.

F I N E










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sabato 6 ottobre 2007

Poesia

‘O cazze mio.

Si state semp’’o meglio campione!
‘e cu l’età cchiù tuoste te si fatte!
Si stat’’o meglio cazze do rione
E sfunnate cul’’e allargate pucchiacche.
E nun te si stancat’’e faticà

Me fatte fa nà vita affaticate,
ma belle ricca e molto soddisfatta.
Ma mo me vulesse nù poche arrepusà.
Ma tu sempe cchiù allerte me ricuorde,
ca chistu tuorte nun t’ho pozze fa!...
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giovedì 4 ottobre 2007

Cantando sotto la doccia (cortometraggio simile ad un reality Show)

Cantando sotto la doccia di Gennaro D'Aria copyright 2007 Accademia Artistica Letteraria D'Aria Napoli http://gennaroaccademiadaria.spaces.live.com Stralcio

उन uomo single, Gennaro, viene continuamente spiato da una piccola telecamera che come un un individuo lo segue dappertutto ed in tutti i momenti di una giornata tipo, rendendogli a volte, lo scorrere naturale della vita quotidiana, una prigione, in quanto, essendo osservato continuamente, cerca di limitare i suoi difetti ed i suoi errori. Non vive più con naturalezza. Questo fa si che il protagonista, all'inizio entusiasta del progetto inizia a rifiutare questa sua scelta. Cerca di sottrarsi ai suoi impegni ma purtroppo non è più possibile. Il materiale filmato già è in onda.

Scena prima interno Giorno. Mattino.

Gennaro è ancora a letto si alza e va nel bagno. Esce dal bagno e va in cucina a prepararsi una tazza di caffè. Squilla il telefono. Va a rispondere. Poche parole e comprendiamo che gli hanno confermato un appuntamento di lavoro. Gennaro da da mangiare al gatto ed al cane e poi va in bagno per la doccia

Scena seconda Interno Giorno. Bagno.

Gennaro si fa la barba. Poi entra nella doccia. Esce dalla doccia si asciuga i capelli si pettina e va a vestirsi.

Scena terza Esterno Giorno.

Gennaro esce dal palazzo. Noi non vediamno Gennaro ma vediamo ciò che vede Gennaro in quanto la mdp rappresenta i suoi occhi. Cosi per tutto il tragitto.

Scena quarta Esterno Giorno

Gennaro giunge all'appuntamento. Ci troviamo in un bar. La mdp inquadra l'amico di Gennaro che gli spiega il lavoro da svolgere.

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Cantando sotto la doccia

Scena tratta dal cortometraggio comico: UN UOMO SINGLE. Prodotto, scritto diretto ed interpretato da Gennaro D'Aria.

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martedì 21 agosto 2007

Ultimi giorni di Vacanze

Tutto passa. Buon rientro. Sono di nuovo con Voi e Voi con me. Leggetemi e commentate.








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venerdì 3 agosto 2007

Estate 2007


Buon divertimento a tutti. Non esagerate nel bere alcolici e siate prudenti nella guida. La vita Vostra, dei Vostri cari e di chi ci circonda, è preziosa. Fate buon uso della Vostra testa.








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domenica 8 luglio 2007

Poesia erotica








Di letteratura erotica è pieno il mondo. Da sempre ci si è cimentati in questo genere letterario e lo stesso ha sempre ottenuto notevole successo. Anch'io ho voluto provare ed ho scritto: Elogio della Pucchiacca, termine napoletano per definire ed identificare l'organo sessuale femminile, tanto ammirato, amato e desiderato, mettendone in risalto le doti, la bellezza, i pregi e... difetti?... Queste poche pagine rappresentano l'esaltazione stessa del più nobile dei piaceri e del più crudele dei dispiaceri quando non si può raggiungere lo scopo desiderato. Perché si scrive di erotismo?... credetemi non lo osò, forse per il fatto di essere trasgressivi almeno una volta in un certo periodo. Come dicevo, anch'io mi sono voluto cimentare in questo settore ed ho scritto queste brevi considerazioni ed alcune poesie erotiche. Spero di non offendere nessuno e che il lavoro sia gradito. D'altronde, ripeto, non sono il primo ne, tanto meno sarò l'ultimo a scrivere di questi argomenti. Anche il celebre poeta napoletano Ferdinando Russo scrisse e pubblicò un volume di poesie erotiche.


Una poesia erotica in Napoletano
Di Gennaro D’Aria

Te voglio chiavà comme nisciune t’ha chiavate maje!
Me voglio stunà cu addore dà pucchiacca toje.
Me voglio zucà ‘o centrillo a poco a poco, facennete arrivà
‘Npariviso….

T’ho mette ‘nculo senza vaselline, ma cà sputazze ca te piac’assaje!...
Te sput’’a tutte parte amore mio, e po’ te pisce ‘ncuolle, si tu vuò!...
Tutt’’a sfaccimme po’ tò menghe ‘nfacce… e sule addore te fa stupeti!

Tu te l’allicche comme a ciucculate e cchù forte te siente, Zoccola mia.
O pesce ca se ‘ntoste nata vote, e ancora addore… e chillu bben’’e Dio,
tò mette mmocche comm’’a nù gelate, è tu tò zuche per la gioia mia….

‘A lengua mia comm’’a nu pennielle… tà passe mmocche, ncul’’e dint’’a fessa,
Mentre nu pesce mmane tù me faje. E io alluccanne e chiammanete bucchina,
te sborre mmanne tutt’’a vita mia.






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venerdì 6 luglio 2007

Appunti sull'amore






Appunti sull’Amore. Breve stralcio. (Amore è donare e donarsi completamente senza chiedere nulla in cambio. L’amore non scende mai a compromessi.

Quando sentiamo la parola: AMORE, la nostra mente subito corre all’unione tra un uomo ed una donna ed al rapporto sessuale. Ma il sesso non ha nulla a che vedere con l’amore. Si può fare sesso anche senza amore…. Mentre quando si ama, il sesso diventa un coronamento dell’amore. Anzi, c’è addirittura chi sostiene che il sesso con o senza amore è solo istinto. Vabbè, ma questo è un altro discorso che merita un approfondimento a parte. Esistono diverse forme di amore: amore per la famiglia, amore per il lavoro, amore per la Patria, per la religione, per uno sport, o per lo sport in generale amore, per la natura, per gli animali, amore per i bambini per gli ammalati, gli emarginati eppure, quando parliamo d’amore intendiamo il sesso e parliamo solo di quello. Il sesso tra uomo e donna si è allargato ed evoluto in modo impensabile fino a pochi decenni fa. Infatti pensare ai rapporti anali, ai rapporti orali e discuterne come se ne discute oggi anche tra ragazzi e ragazze di 14 /16 anni e praticarli era inconcepibile. Si ricorreva alle prostitute. Sono lontani i tempi quando le nostre mamme, le nostre nonne facevano l’amore vestite. Guardando un po’ in giro, informandomi su internet e sui vari rotocalchi dove ragazze e ragazzi scrivono per porre domande sul sesso, saperne di più, non solo ho notato che sono molto più esperte le femminucce che i maschietti, ma che i rapporti più praticati tra gli adolescenti sono i rapporti anali, con o senza lubrificante, e rapporti orali, questi con una percentuale che supera il precedente. Una percentuale considerevole di ragazze, alla penetrazione predilige sentirsi la lingua nella vagina, ed alcune si lamentano che il partner non è all’altezza della situazione e che non riescono a raggiungere l’orgasmo. Quindi il sesso dilaga come dilaga la droga ed in modo impreparato, e senza controllo e ciò il più delle volte crea dei seri problemi fisici e psicologici. La gioventù attuale è una gioventù bruciata sotto ogni aspetto. Una gioventù che vuole tutto, subito, e senza condizionamenti. Una gioventù senza identità, senza valori destinata ad estinguersi prima di crescere….



























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giovedì 28 giugno 2007

Situazione familiare in un interno Napoletano - Sit Com-




SITUAZIONE FAMILIARE IN UN
INTERNO NAPOLETANO
Sit-com sul modello della Farsa tradizionale
Dalla commedia omonima in due atti
Soggetto Sceneggiatura e Musica di Gennaro D`Aria

Copyright 2004 Accademia Artistica Letteraria D’Aria



Titoli di testa e quadri di testa.
Musica per tutta la durata dei titoli e quadri
di testa.
Inquadratura e panoramiche di vicoli.



SCENA 1° ESTERNO GIORNO
L’ingresso di un palazzo fatiscente in un vicolo di Napoli. La portiera, una donna trasandata sui quaranta, sta` litigando con alcuni ragazzi che hanno gettato cartacce davanti al fabbricato. Litigio a soggetto. Si accorge della telecamera. Si sistema i capelli con le mani e saluta.

PORTIERA:
Accomodatevi. Vi faccio strada.

SCENA: 2° INTERNO GIORNO
Interno androne. La portiera precede la macchina che la segue costantemente. La donna si ferma vicino alle scale.

PORTIERA:
Scala A secondo piano interno 6

SCENA: 3° INTERNO GIORNO
La macchina segue le scale. (Commento musicale) Sulle scale troviamo un ragazzo che fuma, Una mamma che cerca di dar da mangiare ad una bambina seguendola con in mano un piatto di pastina. Piu` sopra una porta aperta e due innamorati che si baciano. La macchina si ferma. La ragazza si discosta dalle labbra del ragazzo e indica, con pugno e pollice alzato il piano superiore. La macchina prosegue. Si ferma vicino ad una porta che si apre concedendole l`ingresso. (Fine commento musicale)

SCENA: 4a INTERNO GIORNO.
La macchina segue un lungo corridoio. Entra in camera da pranzo. In fondo una donna e` seduta su di una sedia. La macchina le si precipita addosso. P.P. della donna.

SCENA 5° INTERNO GIORNO
Una camera da pranzo e salotto. Antonia, in camicia da notte, e` seduta vicino al tavolo. Sul tavolo un gomitolo di filo dei ferri da lavoro e delle riviste. Antonia, ha un piede ingessato e poggiato su di una sedia. E` stanca. La scena per il racconto parte con l`inquadratura di Antonia, sul suo volto un segno di sofferenza, per allargarsi poi su tutto l`ambiente molto lentamente.

ANTONIA:
(Gridando) Adele…. Adele….. ADELE!…..

ADELE:
(Bella, giovane e prosperosa. Entrando in campo e` scapigliata, affaticata. Il grembiule semi bagnato. Indossa guanti da cucina) Dite Signo`……

ANTONIA:
Ma lo sai che sei sorda?……

ADELE:
No!…..

ANTONIA:
Ah, non lo sai?……

ADELE:

No, volevo dire no, non sono sorda!…. (Con garbo) Signora io vi ho sentito… solo che stavo sulla scala in cucina. Sto` pulendo tutti i mobili pecche` dopp``o `nzevamiente ca` fatte vostro marito ieri sera pe` friggere chellu ppoch``e pesce c`avute regalate… Sta` uoglie pe tutte parte. A cucina e` diventata na` bottiglia d`olio.

ANTONIA:
E che ci vuoi fare?…. Quelli gli uomini sono inservibili. Volevo un po` di latte e caffe`….

ADELLE:
(Con gentilezza, e dispiaciuta di non poter soddisfare la richiesta) Me dispiace signo` ma come ve lo faccio?…. Ho smontato tutto… stanno i pezzi dinte all`acqua. Dovete aspettare.

ANTONIA:
E va bene!….. Mio marito dorme?…..

ADELE:
No, signo`. E` uscito stamattina presto. S`afatt``a barba in fretta e se ne andato.

ANTONIA:
(Sorpresa) E dove e` andato?….

ADELE:
E io che ne sacce?…..

ANTONIA:
E mio figlio?…..

ADELE:
`O signurin``e sceso anche lui. Andava dal dottore per un foruncolo che gli e` uscito sul culo.

ANTONIA:
Chill``era gia` bell``o quadre…. `e ghiut``a gatt``e cia` piscit``a coppe. Iamme belle ja!…. `J che ghiurnate che` schiarate!…. Speriame che fernesce. ampresse.

ADELE:
Signo` scusate ma io vado a continuare la pulizia altrimenti si fa tardi. Ll`ore da` matine passano ampresse!

ANTONIA:
Vai vai.

Adele esce. Antonia parla animatamente tra se pronunciando frasi a noi incomprensibili.

SCENA 6° INTERNO GIORNO
Interno cucina. La cucina e` sotto sopra e Adele sta` pulendo. Poi scende dalla scala.

ADELE:
(Tra se) Mo sa` che faccio?… me facce presta` `o fornellino a Donna Amalia. Accussi cio` facc``o latte `a chella povera signora o si no quande so` piglie stasera?…. E mi faccio pure io na` tazzulell``e cafe`. (Esce. Apre la porta d`ingresso. Bussa alla vicina si fa prestare il fornellino da campeggio e rientra in casa. Mette a riscaldare il latte.

SCENA 7° INTERNO GIORNO
Interno camera da pranzo. Antonia e` ancora seduta sulla sedia. Si gira e si rigira. Cerca di trovare una posizione giusta. Parla tra se.

ANTONIA:
Ma comme se po` fa?….. pe mezz``e stu pere na` nuttata sane `ncopp``a sta seggia. Me so` ajzate pe disperazione!…. Che fastidio madonna mia!….. Ah, santo Iddio!…..

Dopo poco entra l`avvocato, al quale Antonia ha sub locato una camera, e` in vestaglia ed e` assonnato.

L`AVVOCATO:
(Entrando in campo). Buongiorno!….. (sbadiglia e si gratta in testa)

ANTONIA:
(Tra se) Ah, chiste se` gia` scetate?….. Tutti mattinieri stammatine. Ma chede` n`epidemia?…. (rivolta all`avvocato) Buongiorno avvoca`. Come mai gia` vi siete alzato?….

L`AVVOCATO:
E che stavo a fare a letto?….. Non potevo dormire….. (Sbadigliando) Sto` sveglio dalle cinque.

ANTONIA:
E come mai?…. (Sfoglia una rivista)

L`AVVOCATO:
E che ne so`?….. (Sbadiglia)

ANTONIA:
Sono i fantasmi…..

L`AVVOCATO:
Che cose?…..

ANTONIA:
I pensieri…..

Prende filo e ferri per iniziare un lavoro

L`AVVOCATO:
Mestiere difficile e impegnativo….

ANTONIA:
Ah, certo! (Con intenzione di sfottere) Poi come vi impegnate voi….

L`AVVOCATO:
Eh, voi tenete `ggenio di pazziare…. Io no….. Io ho certi grilli per la testa!…

ANTONIA:
Ma perche` non cambiate mestiere?…..

L`AVVOCATO:Agge capite va` stammatine nun e` ccose!…. (Si alza per andar via. Si avvia Poi si ferma e ritorna) Ma io nun capisco…. Voi veramente siete convinta che io vi ho fatto perdere la causa?…. per quanto tempo ancora mi dovete rinfacciare questa vostra assurda convinzione?….

ANTONIA:
Uh, Gesu`…. E chi me l`ha fatta perdere?…. (Descrittiva) avvoca` voi mi avete inguaiato!…. Mi avete inguaiato socialmente ed economicamente in piu` materialmente po` pere che mi avete fatto slogare uscendo dal Tribunale.

L`AVVOCATO:(Deciso) Vi siete inguaiata con le vostre mani…. I testimoni non erano attendibili. Il magistrato l`ha capito e vi ha condannata!….

ANTONIA:
Grazie…. Voi i miei testimoni li avete scambiati per quelli del convenuto e vi siete messo a gridare: Testimoni falsi….. Testimoni falsi….. Avite dat`e nummere dint``o Tribunale. Nu sceme se fosse cumpurtate meglio `e vuje!…. Tutti quanti ridevano alle vostre spalle. Ma perfin``o magistrate s`e` fatt``e croce!….. `O cancelliere dicette `nfaccia `a me, chiamandomi in disparte: “Ma addo` l`avite pigliat``a stu per``e vruocchele?….” Giustamente che poteva fare ` a fernetura di causa?…. Si l`avvocato che la deve difendere l`accusa…. chest``e colpevole…. E mi ha condannata.

L`AVVOCATO:
Vi ha condannata….. Ma non e` la fine del mondo…… C`e` ancora speranza …. vi ho detto mettiamo l`appello…. Ma non mi volete ascoltare.

ANTONIA:
Con voi metto l`appello?…. Accussi vache proprio `ngalera!…… Sentit``a me facit``o scarpare che` meglio……. Facite fa` `a profession``a chi `a sape fa`?….. `O si no quacche ghiurne qualcuno ve mette `na` funa `nganne!….. `E lasciatemi la camera che vi ho affittato perche` mi serve…. Ve la fittai perche` eravate il mio legale giacche` non lo siete piu` non c`e` ragione che vivete sotto il mio tetto…. (Lo guarda con intenzione) Tanto piu` che non pagate….

L`AVVOCATO:
Ah, adesso mi offendete. Ho avuto sempre l`intenzione di pagarvi.

ANTONIA:
E solo quella avete avuto….. (Energica) comunque intenzione o non intenzione adesso e` tempo che ve ne andate….. Il soggiorno e` finito. Va bene!….

L`AVVOCATO:
Non siete giusta nei miei riguardi?….. Ma mi rimpiangerete.

Entra Adele. Ha in mano un bicchiere di latte

ADELE:
Buongiorno avvocato…. Avete dormito bene?….

L`AVVOCATO:
(Con disinvoltura) Avrei potuto dormire bene….. Sto` sveglio dalle cinque. Non ho potuto prendere sonno. (Sbadiglia)

ADELE:
(Avvicinandosi a Antonia e continuando a parlare con l`avvocato) Eh, voi chissa` a chi penzate!?…. (rivolta ad Antonia, e porgendole il bicchiere) Signo` vi ho fatto il latte… ho usato il fornellino a gas del campeggio. Me l`ha prestato Donna Amalia. Ho aggiunto la tazza di caffe che stava in frigorifero.

ANTONIA:
Ah, brava!…. Brava….. Hai fatto bene. Grazie. (Beve)

L`AVVOCATO:
Dimme nu poche piccere` e` fatt``o cafe`?….

ADELE:
Ho messo la macchinetta sul fornellino…. `A cucina sta` fuori uso…. Tra poco ve lo prendete fresco fresco.

L`AVVOCATO:
Ecco brava!…. Finalmente le` capite che riscaldato nun me piace e si mo` piglio me nguaie! (Accusandola) Pe tre ghiurne me` `nguaiate!…. Agge tenute certi brucior``e stommeche…. E` meglio freddo po` `o preferisco…..

ADELE:
(Ridendo) Va buo` non vi preoccupate dopo ve lo porto a giusta cottura.

L`AVVOCATO:
Ma che so` fatte vermicielle?….. Tu fai troppo la spiritosa. Sbrigati vai che oggi cio` molto da fare. Ho diversi appuntamenti importanti. (Adele esce).

ANTONIA:
(Tra se e guardando in macchina) Ten``a nguaia` all`ata ggente!…..

L`AVVOCATO:
Tengo ancora `o stommeche sott``e `ncoppe.

ANTONIA:
`J comme site delicate!…. Mamma ma`…. Va fatte co` difettuccio `a mamma voste!….

L`AVVOCATO:
(Risentito) Qua` difettuccio!?…. E me dispiace di voi che siete napoletana….. Il caffe` e` un rito a Napoli….. e` una religione. Due cose hanno valore a Napoli per i Napoletani `O Cafe` e S. Gennaro…

ANTONIA:
E` a mana soje ce vulesse!…..

L`AVVOCATO:
Pe fa` o cafe`?….. A` man``e S. Gennaro?…. ma che dite?….

ANTONIA:
No, e` una cosa mia…. (Tra se) Mamma mia e` quant``e scucciante!….. (Rivolta all`avvocato) Comunque non dubitate adesso ve lo bevete fresco fatto… Siete contento?…. Vuje po` cafe` tenite proprio na` mania…. Na` fissazione….

L`AVVOCATO:
Chiamatela fissazione…. Mania…. Chiamatele come volete voi ma io ci tengo. (Descrittivo) Si `o cafe` nun e` comme dico io `e meglio `a nun so` piglia` proprio. Prendere `a tazzulell``e cafe` al mattino per il napoletano vero e` una tradizione na` droga…. Mi sapete dire che fosse Napule senza cafe`?…..

ANTONIA:
Che fosse avvoca``?….

L`AVVOCATO:
Nu baba` senza Rum….

ANTONIA:
Avvoca` ce stanne cchiu` disoccupat``a Napule ca in tutto il mondo ce preoccupamme do` cafe`?…. Sta` città` sta jemme sott`e `ncoppe…. Pur```o Napule avimme perze!….

L`AVVOCATO:Ma sono queste piccole cose che fanno di Napoli una grande città. Amata in tutto il mondo. E disoccupati?…. Chille `a che munn``e munne se so sempe arrangiati e se so` semp``illusi. Ma in queste piccolezze, in queste sfumature (Con declamazione) c`e` tutta l`anima, il volto; l`essenza, il cuore di Napoli.

ANTONIA:Bravo l`avvocato!…. Anche poeta….. e fine dicitore…. E` vuje pircio` nun dormite…. E perdite `e cause….

L`AVVOCATO:
Dalle!….. (Riprendendo il discorso) Ma sono cose queste che ogni napoletano le porta in se naturalmente…..

ANTONIA:
`J tengo tanti cacchie a parte `a cape….. me mett``a penza` a sti strunzate?…. Avvoca`…. Quande m`hanne purtate na` tazz``e cafe` io ma` bevo `e baste!…..

AVVOCATO:
Siete superficiale. Non vi godete il bello delle grandezze di Napoli.

L`avvocato, cercando di convincere Antonia, che le sue osservazioni sono giuste va a sedersi vicino a lei per approfondire il discorso e distoglierla da altri argomenti)

ANTONIA:
Mo` ve mettite vicin`a me?….. Ma nun ghiven``e presse?…..

L`AVVOCATO:
Posso trattenermi ancora…. (guardandosi intorno) Don Antonia, in confidenza, qua` lo dico e qua` resta, io `o cafe` di Adele mo` piglio tante pe nun `a fa dispiace`…. E anche perche` non ho alternative. Ma chell`e na vera schifezza!…. Credetemi. Eh si, per forza…..

ANTONIA:
…….Facitele pa` Madonna….. Nun me facite na` capa tante…..

L`AVVOCATO:
Ve voglio racconta` stu fatte brevemente…. (Discorsivo) Una volta, quand`io ero ragazzo…. Me lo ricordo bene… mia nonna usava la macchinetta napoletana quella di stagno….. `a macchinetta sott``e `ncoppe….`o cafe` teneve tutte natu sapore…. Voi ve lo ricordate?…..

ANTONIA:
(Scocciata e indifferente) `O Sapore?….. Eh, Comme no!…..

L`AVVOCATO:
….Una volta che l`acqua bolliva si girava la macchinetta e si aspettava ca` `o cafe` scenneve goccia a goccia… era a rennetura d`o` cafe`…. Oggi no. Oggi `o cafe` nun scenne saglie dint``a sti macchinette moderne…. `E chiammene: espresso ma, espresso e che?…. Espresse pecche so` veloce…. Due minuti e tutto e` fatto!….. Il caro e compianto Eduardo de Filippo…. Ci ha lasciato un grande insegnamento sul caffe` nel monologo della commedia Questi Fantasmi dove asserisce con convinzione inconfutabile….. (Nota che Antonia e` distratta) Ma mi state ascoltando?….

ANTONIA:
Comme no?…. Ma e` ancora luonghe stu fatte?….

L`AVVOCATO:(Continuando) Asserisce che si deve coprire `o beccuccio da cafettere con un coppetiello di carta per non far disperdere l`aroma d`o` cafe`…..

ANTONIA:
Chiste teneve tiemp``a perdere….. Era amico vostro?…..

L`AVVOCATO:
No, era il grande Eduardo….

ANTONIA:
Ah si, me l`avete detto…..

L`AVVOCATO:
Oggi dove sta` tutta st`accortenza?….. Oggi con queste moka espresso esce fumme pe tutte parte…. Me parene tanti vaporiere…. E succede che inevitabilmente ti devi sorbire nu cafe` sfiatate, na` ciofeca…. N`acqua cavere…. E che volete fare?….

ANTONIA:Io?…. proprio niente!…..

L`AVVOCATO:
Ci vuole pazienza!…..

Entra Adele con vassoio e tazzina da cafe`.

ADELE:
Eccomi qua`…. Ecco il vostro caffe`…. Scusate l`attesa ma nella bomboletta c`era poco gas. E la fiamma era lenta. Po` la nostra vicina m`ha cercate nu favore….

L`AVVOCATO:
(Prendendo la tazzina) Ma chest``e fridde!….. Chelle gia` e` bello….. figuriamoci fridde c`adda essere…. (Inizia a bere. Accenna ad una smorfia di disgusto. Adele segue tutti i gesti) Mah!….

ADELE:
Com`e`?…..

L`AVVOCATO:
E` na`….. Bellezze!…… Ade` tu tutti i giorni me faje a stessa domande…. Ed io per non farti dispiacere devo fare l`ipocrita…. Devo essere falso nei tuoi riguardi…. Ade` tu si nun ghiette sta` cafettera sfiatate che tiene `o cafe` vene sempe na` schifezza.

ADELE:
Avvoca`…..

L`AVVOCATO:
Avvoca`…. Avvoca`….. Devo essere sincero?….. Va beh, che mi vuoi dire?….

ADELE:Io proprio nun ve capisco!….. `O Cafe` vo` sapite piglia?…. Nun fa niente che` na` schifezza…. Pero` nun sta` ben``a m`offendere!…..

L`AVVOCATO:
(Con superiorita`) Vedi Ade` io intanto ti rispondo pecche` tu mi domandi: “com`e`?….” e per educazione io ti rispondo… Ma si vulesse dicere overamente chello che penze d`o` cafe` tuoie…. Eviterei di parlare…. Baste che me guardarrie `nfacce!…. Il volto e` lo specchio dell`anima…

ANTONIA:
(Tra se) All`aneme `e mammete!….. Manche se ne va`!….

ADELE:
Ma non mi dovete offendere. Io ve l`ho fatto con tutto il cuore.

L`AVVOCATO:
E te ne sono grato!….. Ma chi ti offende?…. L`offesa non e` diretta a te ma bensi al cafe` e alle attrezzature ca` tu` usi po` ffa`.

ANTONIA:
(Arrabbiata) Basta!….. Basta avvoca` avete detto che tenite che fa`…. Ma quande ve ne jate?…. Nun cia` facce cchiu` a ve senti?….. Gia tengo `o pere che me fa` male…..

L`AVVOCATO:
Subito. Subito. Me ne vado subito. Non vi alterate…. Me ne vado perche` a parlare con voi due, se spreca sul``o fiate!….. Stateve bbone!…. (Esce)

ADELE:(Gridandogli dietro) E` diman``a matine mettiteve vuje in cucina accussi stu` taluon``e cafe` vo facite che` mane voste!….

L`AVVOCATO:
(d.d.) Va bene!…. Sarai servita!….

ANTONIA:
Allora dimane nun se mange!….

ADELE:
Pecche`?…..

ANTONIA:
E comm`a parlate jsse…. Ce vo` na` jurnate pe fa` na` tazz``e cafe`…. Ade` famm``o piacere accompagnami nel bagno mi vado a lavare un poco.

ADELE:
Fate bene!….. Cosi ne approfitto per pulire un poco qua` dentro

Adele l`aiuta ad alzarsi. Le porge il bastone e l`accompagna nel bagno. La macchina le segue. Adele lascia Antonia nel bagno e riprende a sistemare la cucina.

SCENA 8° ESTERNO GIORNO
L`Avvocato ed un cliente scendono alcune scale in un vicolo di Napoli discutendo molto animatamente. Sulle prime non sentiamo quello che dicono. I due giungono vicino ad un bar con tavolini.

SCENA 9° ESTERNO GIORNO BAR
L`avvocato ed il suo cliente siedono ad un tavolo. Si presenta il cameriere ed ordinano da bere.

L`AVVOCATO:
Calmatevi…. La causa e` di facile soluzione…. (prende alcune carte dalla borsa e le consulta) Che prove hanno?….Un pugno di mosche. Magari fossero tutte cosi. Tenete gia` l`assoluzione in tasca. Parola mia!…..

Giunge il cameriere con le ordinazioni. I due smettono di parlare. Il cameriere sistema tutto sul tavolo e va via.

CLIENTE:
Avvoca` vi raccomando… Tirateme for``astu` mpicce…. Da questa sentenza dipende tutto il mio futuro…. tutta la mia vita…..

L`AVVOCATO:
State tranquillo. State in buone mani…. (Si fruga in tasca per cercare il borsellino) Scusate ho dimenticato il borsellino a casa mi prendete un pacchetto di sigarette?…..

Il cliente va a pagare il conto e torna con le sigarette

L`AVVOCATO:Grazie!….. (Si alza) Ci vediamo piu` tardi in Tribunale. (Si allontana.)

SCENA 10° ESTERNO GIORNO
Il cliente e` ancora fermo vicino al bar quando sopraggiungono due sorelle, sue amiche, due distinte donne Antonella e Marianna

CLIENTE:
Ciao Antonella… Ciao Marianna….

ANTONELLA:
Ciao!….

CLIENTE:
Accomodatevi….. ma che vi e` successo?….. E` un pezzo che non ci vediamo….

MARIANNA:
E che vuoi farci….

CLIENTE:
Che prendete?…..

ANTONELLA:
(Mesta) Niente, grazie….

CLIENTE:
Ma e` successo qualcosa?….. E Gennarino comme sta`?…. E` parecchio ca nun `o veche…. (Ricordando con entusiasmo) Quanti partit``e pallone ce simme fatte…. E quanti scherzi!….. Me lo salutate…..

ANTONELLA:
(piangendo) Povero fratello mio……..

CLIENTE:
(Preoccupato) Che e` successo?…… (Guarda entrambe) Parlate!…..

MARIANNA:
Sta` a Poggioreale….…..

CLIENTE:
Ha cambiato casa?…..

ANTONELLA:
No…. (piangendo) Sta` in carcere!……

MARIANNA:
Sta` `ngalera!….

CLIENTE:
Voi che dite?….. Gennarino `ngalera…. E come e` possibile?…. Gennarino…. Ma che ha fatto?….

ANTONELLA:
Niente!….. Ci siamo rivolte all`avvocato sbagliate!…. (Piange)

MARIANNA:
Aveva avuto una multa di 1500. euro po` negozio perche` dicevano che aveva utilizzato il suolo pubblico davanti all`esercizio senza permesso…. Invece quel giorno il camion che gli riforniva la merce non pote` parcheggiare per il troppo traffico e l`autista lascio` gli scatoloni a terra. `A ciorte do` pover`omme….. dopo poco si trovarono a passare i vigili, non vollero sentir ragioni e gli fecero la multa….

ANTONELLA:
…..Multa che nostro fratello contesto` con il rituale ricorso….. Chiamando a testimone l`autista stesso….

MARIANNA:
Quando ando` al processo… non sappiamo come e` stato…. l`avvocato ha sbagliato la causa ha `mbrugliat``e carte cu natu pruciesse e nostro fratello si e` trovato implicato in un omicidio.

CLIENTE:
(Sorpreso) Omicidio?…. (Con partecipazione) Guardate nu poche!….. Se mmeret``e essere accise st`avvocato…. Che disgrazia!…. Come giustifico` l`errore?…..

ANTONELLA:
Disse che probabilmente noi non conoscevamo bene nostro fratello. Perche` le prove c`erano.

CLIENTE:
E Gennaro comme sta`?…. Che dice?…..

MARIANNA:
C`adda dicere?….. E` addeventate pell``e osse…. Pell``e osse!….. Era meglio che l`accerevene!…. Mo abbiamo un gruppo di avvocati che stanne cercanne do` tira` fore…. Naturalmente abbiamo dovuto vendere il negozio ed anche i pochi risparmi si stanno assottigliando.

CLIENTE:
Io non ci posso pensare!….. Ma sto` sunnanne?…. Che tragedia!….ma chi e` stu` scarpare?…..

ANTONELLA:
Un certo avvocato…… (Cerca di ricordarsi il nome)

SCENA 11° ESTERNO GIORNO.
Inquadratura dell`avvocato che scende da una macchina e si avvicina al tavolo del suo cliente. Sulle prime non si accorge della presenza delle due donne

L`AVVOCATO:
(Al cliente) C`e` un collega con la macchina….. Vuole venire con noi?…. ( Si accorge delle donne. Incomincia a tremare e a balbettare)

MARIANNA:
E` lui!….. E` Lui.

CLIENTE:Lui chi?…..

ANTONELLA:
L`avvocato che ha fatto condannare Gennarino.

CLIENTE:
Ma chill``e l`avvocato mio. Tengo `a causa stammatine…. (Si alza di scatto e minaccioso)

L`AVVOCATO:
Posso spiegare….

Le ragazze si alzano. Lui scappa via inseguito dalle donne e dall`uomo.

SCENA 12° ESTERNO GIORNO
Casa di Antonia. Scena come prima. Adele sta` spazzando. E` visibilmente scocciata.

ADELE:
`J che ghiurnata nera!…. Vott``a passa` votte!…. Si nun fosse fosse ca `a signora me canosce `a piccerelle, pa` casa sicur``e po` piatt``e mangia l`avesse gia` abbandunat``e me ne fosse jute!…. Nun agge manche `a fortuna `e truva` nu buonu giovane, accussi me spusass``e me ne jesse. Cca` `o tenene `o giovane…. Ma e` scemo… strummulo e `nzallanute!…. Beh`, e` meglio ca nun ce penso cchiu`. Dice bbuon``o proverbio antiche: canta che ti passa. (Mentre spazza accenna ad un motivo)

MICHELE:
(Entrando non visto) E` che bella vucelle che tiene.

ADELE:
Don Miche` m`avete fatto paura!…..

MICHELE:
Oh, mi dispiace!….. Hai una voce d`angelo. (guardandosi intorno per assicurarsi che non ci sono occhi indiscreti. Afferra Adele e la stringe a se). `O ssaje ca tu si semp``a vita mia!?… Pecche` nun me daje nu bellu vase forte forte?!….` mbruscinate cu me

ADELE:
Ueh, don Miche` ma avite perze `a cape?….. Cca` si ven``a mugliera vosta succede `o finimondo!…

MICHELE:
(Stringendola sempre di piu`) Ma qualu finimondo `e finimondo. Mo` `o facce veni io `o finimondo. (La tocca dappertutto)

ADELE:
Ma vuje overe site pericoloso!…..

MICHELE:
Certo!….. Io sono come una macchina senza fren``a pedale!….

VANNI:
(Un ragazzone mezzo scemo e occhialuto. Sopraggiungendo) E` bravi!…. Brav``e dduje zezzuse!…. Mo` vagge `ncucciate!…. Agge viste tutte cose!….

MICHELE:
Che viste?……

VANNI:
Agge viste a te ca` tuccav``e muzzarelle di Adele.

MICHELE:
Ma quali muzzarelle??….. Tu non ce vide bbuone!…. Io a steve scutulianne `a povere `a copp``a spalla.

VANNI:
(Con atteggiamento guappesco) Picceri…. Ma allora tu te cride ca io songhe sceme?… Dice a verita` ca io nun porto spia a mamma`. Nun `o faccio `o spione.

ADELE:
Vedite comm``e belle Parigi!…. Avite capite?…. `O guaglione ha viste tutte cose e`mo` comme facimme?….

VANNI:
(Offeso) `O guaglione?…. Ero guaglione…. Mo` songhe nu piezz``e giovane gruosse gruosse, percio` aggia ave` pure io `a tangente…… Ade` te pozze scutulia` pur`io `a povere `a copp``a spalle comme ha fatte papa`?…. (Le si avvicina per toccarla)

ADELE:
(Scostandolo con violenza) Ueh!…. fatt``alla`…. Chiste ne` nate1…. Site dduje zezzusi `e rattusi.

MICHELE:
(ridendo) `E miett``a capa dint``o pertuse!….

ADELE:
Io l`avevo ditte ch`era schiarate na` brutta jurnate!…. (Esce dal campo di corsa)

MICHELE:
(Arrabbiato con il figlio) Ma comme sadda fa` cu te?…. Me ne combinate tutte guaie dint``a vita toje!…. Comme te l`aggia dicere (gli da uno scappellotto) devi essere sordo e cecato….. Non devi vedere e non devo dire niente!…. E` ll`urdema vote che t`ho dico…. Nun `j `a dicere niente. (minaccioso) Nun t`ho dico cchiu`.

VANNI:
(Piu` minaccioso) Ah, nun `o dice cchiu`?…. `E io dico tutte cose a mamma`.

ANTONIA:
(Entrando in campo ha ascoltato le ultime parole di Vanni) Ne` ma che sta` succedenne?…. (Si avvicina al figlio con tenerezza) E tu che me vuo` dicere a mamma`?…
Quacche segreto `e patete?….

MICHELE:
(Guardando il figlio con intenzione) Ma qualu segret``e segreto?….

ANTONIA;
Statte zitte fa parla` `o guaglione….. (Michele gli fa cenno di non parlare)

VANNI:
(Cambiando discorso) So` state addo` dottore mamma`…. Tengo nu fruncolo gruosse gruosse…. `Ncopp``o….

ANTONIA:
(interrompendolo) E mis``e cartielle a mamma`…… E che ti ha detto il dottore?…..

VANNI:
M`ha dat``a pomata…. La devo mettere due volte al giorno…. Ha detto che quello si schiatta…..

ANTONIA:
(Guardando Michele con intenzione) Allora a Mamma` qual e` stu segreto e patete?….

MICHELE:
(Intervenendo subito temendo da parte del figlio l`accusa) Ma nisciunu segrete…. Piu` che altro una sorpresa….. Io steve parlann``e l`invito che cia` fatt``o cumpare e a cummare… pe ghi` a vede` `o teatro. `O spettacolo e beneficenza che fann``a mieze juorne in galleria. Se cante… se balle….

ANTONIA:Allora overe ce vuo` puorta`?…..

MICHELE:
(Le si avvicina e l`abbraccia) Si ca te porte!…. Te porte semp``a diverti !..... Mogliettina mia bella!…. Tutto il divertimento per la mia consorte!…. `O cumpar``e `a cummare mo venene… so` passate pa` casa ll`ore…. Mi hanno convinto….. preparati. (guarda il figlio come per dire: mi sono salvato)

ANTONIA:
Ma pecche` me cumbine sti ccose?…. io comme facce a me movere?…. Cu stu` pere in queste condizioni?….

MICHELE:
Pare c`hamma `j a ppere….. Tu vaje dint`` a machine co` cumpare…. Nuje venimmo co` pulman.

ANTONIA:
….`E allora vedimi``e ce movere ca` stamme ancora `a zero.

MICHELE:
Antonie` io sol``a giacchetta m`aggia mettere. Site tuttu quante vuje ca` vata movere. Anzi fa na` cosa… va in cucina adda` na` mane a Adelina.

VANNI:
(Tra se) Ma guard``o sceme comm``a penza!…. Ogne tant``a nommene. Sta` perden``e sensi.

ANTONIA:
Ma che staje dicenne Vannetie` a mamma`?….. Famme capi.

VANNI:
Ma che vuo` capi?…. `O capisce quande me facce purta` `o manicomio pecche` io, primm``o dopp``a chella `a zomp``ncuolle!….

ANTONIA:
Ma che dice a mamma`?…..

MICHELE:
(Prevedendo bufera cerca di rimediare) Ma nun `o sta` a senti`. (Si avvicina al figlio) Ma nun `o da` rette!….. Chist``overe sta` ascenne a mpazzi!…. Sta` jenn``o manicomio.

VANNI:
Sto` ascenn``a `mpazzi?…. `O cetrulo sta` ascen``a mpazzi. O Manicomio?…. `O cetrul`o manicomio.

MICHELE:(Ad Antonia) Nun `o da rette!…. Vatt``a pripara` o si no facimme tardi…..

ANTONIA:
Famme `j a vede` a chesta…... (Esce di Campo)

MICHELE:
(Da uno schiaffo a Vanni) Nun parla` ca te spacco ` a cape. (Confidenziale) Piuttosto dimme te` mis``a mutande?….

VANNI:
A mutande?…. Pecche` nun `o ssaje ca oggi `e `o turne tuoje `e diman``o turne mio?…

Bussano all`ingresso

MICHELE:
(Gridando) Adele hanno bussato vai ad aprire.

Dopo poco entrano Adele, il compare Ciccillo la commare Michelina e la loro figlia Maria con abito a campana, calzettoni, guanti, borsa e occhiali

MICHELE:
Carissimo!…. Buona giornata. (Porta in disparte il compare) Cumpa` cambio di programma…. Vene pure mia moglie….. Vi raccomando non fatele capire che non volevo portarla…. Poi vi spiego….

CICCILLO:
Non capisco!

MICHELE:
Non dovete capire….Dovete stare zitto

MICHELINA:
Vi state preparando?….. Non vorrei trovare traffico….

MICHELE:
Commara bella!…. Tutto a posto!….

MICHELINA:
(Si avvicina al ragazzo) Vanni a cummare ha penzat``a te… T`agge purtate nu bellu regalo.

Vanni contento prende il pacco. Bacia la commare. Apre il pacco. Trova un bambolotto con il biberon.

VANNI:
Grazie cumma` grazie!…. E` bello stu zezzillo…. (Prende il biberon e lo mette in bocca)

ANTONIA:
(Entrando in campo) Bona sera cumpa`….. Bona sera cumma`….. (Ad Adele) Ade` miett``affa` na` tazz``e cafe`….

VANNI:
Site tanta `ggente una tazza`?…..

ANTONIA:
Statte zitte a mamma`.

MICHELE:
Non vi incomodate. Non e` il caso. Non vorrei fare tardi….

ANTONIA:
Pochi minuti.

MICHELINA:
Come va il piede?

ANTONIA:
E come volete che vada?…. Deve passare la burrasca.

VANNI:
(Tra se) songhe arrivati ati scieme!…. Hanne fatt``a quadriglia de scieme.

MARIA:
(Prendendo in giro Vanni) Scemo….. Scemo…..

VANNI:
`O tengo miez``e…..

ANTONIA:
(Che ha ascoltato. Autoritaria) Vanni!…..

MICHELE:
(Dandogli uno scappellotto ritmico) Satte zitte!…. Mi `a fa fa` `a forze…. Sempe… brutti figure!….

VANNI:
Ma pecche` ni `a fa` ancora?….. Tu staje chin``e brutti figure. Io `o facce fa` brutti figure `a stu` sceme!…..

MICHELE:Embe` si nun `a fernisce te chiave nu pugno `ncape te spezz``e cosce!….

CICCIILO:Cumpa` `e fernitele. Pare brutte site pat``e figlie. Nun ce `ntussecamme proprio mo` c`hamma `j a vede` `o spettacolo. Cumpa` ce stanne certi cantante e ballerine….. Credetemi…. Nu zucchere!…. Ce sta` pur``o cantante che piace` a vuje!….

VANNI:
A me ll`uommene nun me piacene!…. Me piacene `e femmene quande fann``a moss``e movene `e muzzarelle.

MICHELINA:
`O veziuse!…. sta` ascenne pur``jsse!…. Pur``e pulice tenen```a tosse.

MICHELE:
T`arraccummanne fa `o brav`a papa` assiettete vicin``a me. Papa` t`accatt``o lecca lecca.

CICCILLO:
(Sotto voce ad Antonia) Cumma` ma` `o duttore ca` ditte Vannetielle passa meglio `o sta` semp``o stesso ca` cape?….

MICHELINA:
Cumpa` che vaggia dicere?….. fa guaie appriess``apriesse. Meglio non parlare.

Entra in campo Adele con il caffe`

MICHELE:Ah, finalmente e` arrivato!…. Addo` e` venute do` brasile?…. Pigliammancell``e iammece a vesti.

Tutti bevono il caffe`

ANTONIA:
Cumma`, faciteme cunpagnia ve voglio fa vede` `o vestito che m`agge accattate. E` robb``e bancarelle ma se presente bbuone. (Entrambe escono di campo)

MICHELE:
Cumpa` vaggia domanda` na` cosa….. (Fa segno che c`e` il ragazzo e non puo` parlare) Seguitemi. (Escono di campo. Adele prende vassoio e tazze e va via. Vanni prende il biberon e si avvicina a Maria)

VANNI:
Mari t`ho pozze mettere nu poche `o zezzillo mmocche?…..

MARIA:Ma tu si proprio sceme…. Nate cresciut``e pasciuto…. (Lo guarda con attenzione) E` tieni pur``e cosce storte!….. (Gli fa una boccaccia)

VANNI:
E cosce storte?….. Io e cosce storte?….. Tu tien``e cosce storte io e tengo cchiu` diritt``e Barbara Chiappino.

MARIA:
Ma nun me fa ridere!….. Nun fa `o buffunciello.

Entrano tutti in campo

MICHELE:
Cumpa` ma visto che stamme accussi buone cca` conversando…. Pecche` nun ghiamme nata vote a vede` stu` spettacolo?……

MICHELINA:
No e` pecche`?….. Doppe c`avimme perze tutte stu` tiempe….

MICHELE:
…..Mia moglie non si sente nemmeno bene!….

MICHELINA:
Ma pecche` vene…..

Ciccillo le da uno spintone come per dire: Stai zitta

CICCILLO:
(Riprendendo il discorso) Eh, gia`…. eppure dicite bbuone caro compare. Tante chill``o spettacolo sta` pe tre jurne….. Mo` a chest`ore truvamme gia` traffico…. Pero` na` vote ca ce truvamme cca`…. Pecche` nun ce facimme na bella….

MICHELINA:
…… Tumbulella!…. Vannetie` vien``a pazzia` pure tu…. Assiettete.

Concetta prepara il tavolo e l`occorrente per la tombolata. Tutti prendono posto. Michele vicino ad Adele e le mette le mani sulle cosce. Vanni vicino a Maria e le mette le mani sulle cosce. Iniziano ad estrarre i numeri. Scena a soggetto.

VANNI:
Fermi tutti ho fatto….

MICHELE:
Ma che fatto?…..

VANNI:
Ho fatto quaterna, cinquina e tombola.

CICCILLO:
Bravo!…..

ANTONIA:
Bravo Vannetielle!…..

CICCILLO:
Cumpa` tirate vuje…..

Michele incomincia a far roteare il paniere e Vanni prende il numero.

VANNI:
`O nummer``o piglio io …… Uh, e` asciuto papa`……

MICHELE:
E che numero e`?……

VANNI:
71….

Estraggono un`altro numero

VANNI:
`O caseificio `e mamma`…..

MICHELE:
E che numero e`?……

VANNI:
28…. 28 e 56….. e muzzarell``e mamma` (Estrae un`altro numero) Chist``e bell``oj…. E` asciut``o cumpare….. 27 `o cantere.

ANTONIA:
Cumpa` aggiate pazienza chill``e creature.

VANNI:Agge pazienza Mari `o cetrulo `e criature. (Mette la mano sulla coscia) `O tunnel da` tangenziale tras``o vommere e jesce `a capemonte…. 6…. (Guarda il padre con intenzione) `O pat``e `o figlio….

ANTONIA:
(Che ha intuito qualcosa tiene d`occhio il marito e vede la mano che scivola sulla coscia di Adele) Che nummer``e `a mamma`?…..

VANNI:
`E duje rattuse…..

MICHELE:
Agge fatte!…..

ANTONIA:
Ah, e fatte?….. Mo te faccio fa io….. A te e a sta` svergognata….. (Li prende a ceffoni.)

ADELE:
Ma che c`entro io se lui mi mette la mano sulla coscia?….

ANTONIA:
Ma tu ci stavi…..

ADELE:
Non ho detto niente per non farvi litigare….

ANTONIA:
Bella scusa….

MICHELE:
Ma che hai capito?….. Mi era caduto un numero sulla sua gonna

ANTONIA:
T`ho facce `fronte nu numero……. Hai ragione che ci sono ospiti e non voglio passare per quello che non sono….. Ma stasera….. (Ad Adele) Tu te ne vai….. (Rivolta al marito) A te ti cambio completamente i connotati.

MICHELE:
(Ad Adele) Hai visto che hai combinato?….. Hai equivocato….

ADELE:
E dove vado io?…..

MICHELE:
Mia moglie ha ragione……

ANTONIA:
Non fare il deficiente!…..

VANNI:
Stammatine l`ha tuccat``e muzzarelle….

MARIA:
Statte zitte tu…… (Assicurandosi che nessuno la veda, prende la mano di Vanni e la poggia sulla propria coscia)

VANNI:
`O meglio so` ghiute io!….

ANTONIA:
Ti lascio e me ne vado. Me dispiace solo `e st`anema innocente…… (Indica Vanni) Ma guardate che esempio che da` a chella creature. Ma io mo porte cu mme`.

CICCILLO:
Cumma` che so sti ccose?….. (Si avvicina a Michele) Iamme cumpa` pure vuje fernitela…. E` stato un equivoco.

MICHELINA:
Overamente cumma`….. Jamme ce steveme divertendo accussi belle….

CICCILLO:
Calmatevi e tutto si aggiusta….. (vede Vanni con la mano sulla coscia di Maria) Ah, ma allora sit``e razze!….. (Si tira la figlia a se) Micheli` jammuncenne ca` pat``e figlio so` pericolosi (Vanno via senza salutare. Antonia e Michele riprendono a litigare. Appare sulla porta d`ingresso l`avvocato con gli abiti strappati e la testa fasciata. Antonia lancia un portacenere a Michele che va a colpire l`Avvocato che cade. Vanni in un angolo gioca con il bambolotto e il biberon)

Titoli e quadri di coda. Musica per tutta la durata. FINE



































standard

Comme stà Papà?.... Fiction comica



COMME STA` PAPA`?.....
Sit-com
(Parodia e scherzo comico sconclusionato sul modello della sceneggiata)
Soggetto Sceneggiatura e musiche di
Gennaro D`Aria

Copyright 2004 Accademia artistica Letteraria D’Aria

SCENA:
Ci troviamo sul set della sit-com. Operatori. Attrezzisti. Segretarie. Regista. Attori.
In un angolo e` montata la scena dove si svolgera` la vicenda: una piccola camera da pranzo e salotto. Ingresso in fondo. Balcone sulla destra.
Il tavolo e` apparecchiato per il pranzo. Sono in scena Don Vincenzo Pagano detto `o Masto (vedovo) e i suoi due figli Mario e Antonietta.
Il regista da il Ciak inizia la registrazione.

DON VINCENZO:
Ma che de` nun se parle?…. Site addeventate tutt``e dduje muti?….

ANTONIETTA:
(timida) Papa` Mario t`adda dicere na cosa importante….

DON VINCENZO:
E allora che cosa mi devi dicere parla Marittie`……

MARIO:
Papa` quello che sto` per dirti e` importante per me…. (L`attore si interrompe ed esce dal personaggio rivolgendosi al regista.) Ma scusa caro regista ma nun s`era gia` capite che la cosa da dire era importante che la ripete a fare lui?…..

REGISTA:
E` per evidenziarlo di piu`…..

MARIO:
A me me pare na strunzate!……

REGISTA:
Tu devi recitare non commentare. Andiamo avanti….

MARIO:
(riprende la recitazione) Papa` quello che sto` per dirti e` importante per me….

DON VINCENZO:
E` allora parla, nun me fa sta` `ncopp``e spine.

ANTONIETTA:
Papa` chille Mario…..

DON VINCENZO:
Ma allora…. cca simme addeventate tutte cretini?…… Ma che sarra` stu` mistero?

MARIO:
Papa` lo so che quello che sto` per dire a te te dispiace….

DON VINCENZO:
Ma dimme `e fatte quacche guaio?…. `O mmalamente a quacche guaglione do` quartiere?…

MARIO:
(uscendo dal personaggio). L`ha putute fa solo bbene!….. (al regista) Chiedo scusa.
(riprende a recitare) No, papa` che vaje penzanne! (Mette la mano in tasca ed estrae una lettera.) Tie` papa` liegge sta lettera…. (La getta sul tavolo)

DON VINCENZO:
(Raccoglie la lettera) Ma io senz``e lente nun veco proprio niente. Va` lieggiammelle tu… (La rigetta al figlio)

ANTONIETTA:
Dammelle a me papa` t`a leggo io…. (Prende la lettera)

DON VINCENZO:
Parla…… fa ampresse…..

ANTONIETTA:
(Apre la lettera ed incomincia a leggere) Egregio Signor Mario Pagano avendo esaminato la sua proposta siamo gradi di concedervi il posto da voi tanto desiderato da anni in qualità di direttore generale della nostra azienda. Distinti saluti. Vi aspettiamo lunedì nei nostri uffici di Milano.

MARIO:
(uscendo dal personaggio) Addo sta` l`autore?…. `O voglio sputa` `nfacce!…. Ma comm``e na lettera `e `n`azienda chesta?….

REGISTA:
La devi smettere di interrompere hai capito?…. Cosi deve essere….. Basta!… Riprendiamo.
Ciak….

DON VINCENZO:
Embe`… ch`era tutte stu mistero?…..

MARIO:
No papa` nisciunu mistero. Tu sai che io ho studiato per anni per arrivare al mio scopo e finalmente ci sono riuscito.

ANTONIETTA:
Ci siamo riusciti…..

DON VINCENZO:
Pecche` te ne vaje pure tu…..?

MARIO:
No, Antonietta resta cca`. Non appena me so sistemato a Milano vengo io personalmente e` ma porte cu me…. (uscendo dal personaggio) O si no ta` mannavene pe posta. Chiedo scusa….. Regista….

DON VINCENZO:
Ta puorte cu te ?……. E` io comme faccio sulo?….

MARIO:
(Uscendo dal personaggio) Ja` vede prime si jsse se trove bbuone1…..

DON VINCENZO:
Ma non c`e` questa battuta……

REGISTA:
Avete ragione. E` stata un'altra sua osservazione…. Riprendiamo.

DON VINCENZO:
Ta` puorte cu te ?..... E` io comme faccio sulo?…. Che dispiacere.

CANZONE DI MARIO

MARIO:
Papa` io dicevo pure tu viene cu me a Milano?….. (Uscendo dal personaggio) Quande ce l`ha ditte?…… Che strunzate!….. (al regista) Chiedo scusa.

DON VINCENZO:
A Milano?….. Ma tu si scemo?….. E come faccio con gli affari?….. con gli amici?…. Nun sanne fa niente senz``e me!…..

ANTONIETTA:
Gli affari papa`?…… Ma quali affari?…..

DON VINCENZO:
(Esita prima di rispondere.) E` una lunga storia….. Io per farvi studiare ho fatto di tutto per non farvi mancare niente…..

ANTONIETTA:
Ma allora pure cu mamma` hai sempre mentito?…..

DON VINCENZO:
Si figlia mia…. Pecche` mamma` toje ere na` santa femmina. Aveva paura `e ll`ombra soje.

MARIO:
E` allora che so st`affari ca tu faje?…..

DON VINCENZO:
Mo baste!….. Chiurimmele accussi. Famme na` bella tazz``e cafe`…..

ANTONIETTA:
Papa` tu `o ssaje ca nuje te vulimme bbene assaje... ma cu chesta parola ce date nu brutte dolore.

DON VINCENZO:
Figlia mia papa` se ne pent``e tutte chelle ca` fatte dint``a vita ma… nun c`era altro…..

ANTONIETTA:
Me dispiace `e stu guaglione che parte co` core spezzate. Sapenne tutte sti ccose comme po sta` felice luntan``a nuje?…..

MARIO:
(Uscendo dal suo personaggio) No, ma sentite io nun cia` facce cchiu`…. E` assurdo che se ponne scrivere cierti ccose. Ma c`hanne sapute chisti cca`?….. Chille nun ha ditte niente.
(Il regista brontola qualcosa) Ho capito!… Scusate. (Rientrando nel personaggio).
Papa` io rinuncio…. Nun parte cchiu`…. Reste cca`.

DON VINCENZO:
Che dici figliu mio?….. Tant``ann``e sacrifici e tutte `assiem``e vuo` jtta` `o viente?….

ANTONIETTA:
(Alzando gli occhi al cielo) Pecche` Gesu` Cristo ce levat``a cosa cchiu` bella da` vita… a Mamma.

MARIO:
(Uscendo dal Personaggio) Te levav``a patet``era meglio (Scusate) Antonie` ferniscele…. Nun vide ca papa` sta` chiagnenne?….

ANTONIETTA:
Papa` staje durmenne?….

DON VINCENZO:
No, sto` penzanne a Mario mio…. Ingegnere… cu nu pate scellerate.

MARIO:
Papa` pecche` parl``accussi?…. Si agge studiate il merito e` tutto tuo ed io te ne sono tanto grato per tutto quello che hai fatto per me.

ANTONIETTA:
Vache a farvi na bella tazz``e cafe`…. E accussi chiudimme sta malinconia. Tante dimane `o fraticiello mio parte. (Esce)

DON VINCENZO:
(Abbracciando Mario) Parte senza penziere ca a Antonietta ce sta` chi a fa compagnia.

ANTONIETTA: (Entrando con vassoio e tazze)
Papa` ecco il caffe`…. L`agge fatte proprie comme piace a te…. Forte forte.

MARIO:
(uscendo dal personaggio) Ma che ten``o Concord pe macchinette?…. Chiedo scusa!…

Mentre bevono il caffe` Bussano alla porta. Antonietta va ad aprire. Rientra poco dopo)

ANTONIETTA:
Papa` ci sono due signori che ti vogliono…..

DON VINCENZO:
Trasite guagliu` e assettatteve….. Piglieteve cu me na tazz``e cafe`…..

(I due entrano e si siedono. Entrambi indossano un gessato ed hanno in mano il cappello)

TANINO:
Don Vince` possiamo parlare?…..

DON VINCENZO:
Si, potete parla`…..

MARIO:
Papa` io mi ritiro….. Signori…… (Esce)

(Dietro le quinte. Mario si ribella sulla sceneggiatura. Intervento a soggetto)

ANTONIETTA:
Volete altro?….. Mi ritiro. Signori…..

TANINO:
Buona notte Sig. Mario….. (Rivolto a Don Vincenzo)
Vedite lla`…. Nu guaglion``e 25 anne ingegnere e nuje a 40 anni celebri delinquenti.

SALVATORE:
Tani` e` vuo` parla` prime che se fa cchiu` tardi?….

DON VINCENZO:
(incuriosito e sospettoso) E che se tratte guagliu`?…. C`e` qualcosa che non va`?… Mi devo preoccupare?…

TANINO:
(Titubante) Don Vicie`…. Na` brutta notizia…. `o prime carico e` andato tutto bene….

DON VINCENZO;
Emhe`?….. ringraziate a Dio!……..

SALVATORE:
Prime ca turnasseme… abbiamo avuto una richiesta urgente… e fa natu carico e nuje l`avimme fatte….

DON VINCENZO:
E solde te l`hanne date?….

SALVATORE:
No. Ha ditte ce vedimm``o seconde viaggio….. Mentre steveme caricanne e` arrivat``a finanza e io e Tani ce ne simme fujute.

DON VINCENZO:
E` `o carico l`hanne sequestrate?….

(Mario da dietro le quinte) No te ll`hanne astipate…. Vattille a piglia`.

TANINO:
Penzo proprio accussi….

SALVATORE:
Chesta `e state na` soffiata e Peppeniello io accussi `a penzo.

DON VINCENZO:
Guagliu` mo `e tardi. Ce vedimme dimane vicin``o bar `e Mariuccia.

SCENA: Interno Giorno
Interno Bar-ristorante. Sedie e tavolini. Mariuccia accenna ad un motivo Napoletano.

MARIUCCIA:
Speriamo ca stammatine ce facimme na bella croce. Ah, sta` venenn``o prime scucciatore.

FASULILLO `o barbiere
Buongiorno Mariu`… comme state oggi tosta o moscia?….

MARIUCCIA:
Fasuli famm``o favore…..

FASULILLO:
No, me dispiace Mariu`… aspetto a Tubettiello.

MARIUCCIA:
Ma che` capite?…. Famm``o favor``e statte nu poco zitte….

FASULILLO:
Io me credevo come al solito: Va ca…. va lla`…. E facimme comm`` a sporta d``o tarallare.

MARIUCCIA:
Ma stammatina nun tiene addo `j?….

FASULILLO:
Non fare l`indisponente!…. sino` te scass``a faccia….

MARIUCCIA:
Comme ?… comme `e ditte ?.... Stu` turz``e pennelle senza pile… a me scas``a faccia?….

TUBETTIELLE:
(giungendo) C`e` prevete e messe…. pozzo trasire o me ne vaco?….

FASULILLO:
Trase Tubettie`….. `e purtat``e rinare?….

TUBETTIELLE:
No, l`hagge mise sott``o lietto…..

FASULILLO:
`E mo comme facimme?…..

TUBETTIELLE:
Jamme dint``a cucina....

FASULILLO :
Ma chist``e tutte sceme!….

MARIUCCIA:
`E dateve a mano. Che bella pareglia che facite.

FASULILLO:
Ueh, donna barista… Badate a comme parlate ca stammatine me fet``o nase.

TUBETTIELLO:
`E se sente… pecche` vuliv``e rinale che stanne sott``o liette d``o nonne.

MARIUCCIA:
Tubettie`… tu ca si nu poco poco chiu` diligente `e Fasulillo pecche` nun me faje nu favore?….

TUBETTIELLO:
E dimme Mariu`…….

FASULILLO:
E` ditte ca `e cchiu` diligent``e me…. Chille ha fatte sulo a prim``alimentare mentre io agge fatt``e classe superiore…..

MARIUCCIA:
Ma e` mai possibile ca tu rispunne sempe `mmieze?…..

FASULILLO:
Chell``e tutt``a diligenza ca tengo dint``a cerevella.

TUBETTIELLO:
Fasuli mo vedimme chesta capa toje…. A mettimi``alla prova…. E si nun funzione bbone te mette sott``e te pulezze sane sane.

FASULILLO:
Ma chist``e scemo?…. Io stammatine m`agge fatt``o bagne dint``a bagnarola da` nonne Cuncetta addo` sciacqua `a `nzalate!…..

MARIUCCIA;
(Riprendendo il suo discorso) Allora Tubettie` stamm``a senti…. Devi arrivare fin``a Miezu Cannone…. La` di fronte a chiesa e Santa Zufia….

TUBETTIELLO:
Ma tu `o ssaje ca a me `o zuffritte nun me piace…. Po` lla` sparen``o cannone `e io me mette paura…..

FASULILLO:
Agge capite!….. Mo` vache io…. Damm``e rinare po` pulman `e io vaco `e vengo… co cannone sott``o raccio.

MARIUCCIA:
Agge capit``e meglio ca me ne vache dinte…. `o sino` sta` jurnate… nun riesco a combina` proprio niente cu sti dduje scieme. (Esce)

Tubettiello e Fasulillo litigano tra di loro. Dopo poco entrano Don Vincenzo, Tanino e Salvatore.

DON VINCENZO:
Buongiorno a stanza!……

TUBETTIELLO:
(Tra se) Ma chist``e proprio sceme!….. Ha salutat``a stanza…. Ma che se crede ca nuje simme mobili?….

FASULILLO:
Statte zitte… ca chille si te sente te spacc``a faccia cu nu solu pacchere…

DON VINCENZO:
(Si siede ad un tavolo con i suoi amici) Allora guagliu`… veniamo al sodo… ci dobbiamo muovere….nun ce l`amma da` pe vinte…. Specialmente `a chill``omm``e merd``e Peppenielle.

TANINO:
Comm``amma fa?….. Comm``o solito?….. n`appuntamento `e `o levamm``a mieze!….

DON VINCENZO:
Propete accussi….. Silenziosamente e poi turnate. Jate… ca io v`aspetto cca`.

TANINO:
Salvato` staje armate?…..

SALVATORE:
Si Tani. Nuje jamme…. Ce vedimme Don Vince`.

DON VINCENZO :
Jat``e bbona fortuna!…..

Tanino e Salvatore escono

MARIUCCIA:
(Uscendo). Ecco Don Vince`…. Caffe` `e na` bella minerale….

MARIO:
(Da dietro le quinte) Chi ce l`ha ditte a chesta che steve Don Vincenzo fuori…. Qaunde l`ha urdinat``o cafe` `e a minerale?…… (al regista) Chiedo scusa…. Quando abbiamo finito mi fissate un appuntamento con l`autore….. L`aggia….. Fatti miei…. Scusate.

DON VINCENZO:
Mariu` fammi una cortesia…. Aspetto na` telefonata rispunne tu… dice che io sto` parlando con degli amici e non posso lasciare.

MARIUCCIA:
Non dubitate… prendero` io la telefonata. Comandate altro?….

DON VINCENZO:
No grazie Mariu`. Ah, Solo se ci sono persone con me… chiamami da parte.

MARIUCCIA:
Statevi tranquillo… Ci so fare.

TUBETTIELLO:
(Avvicinandosi al tavolo di Don Vincenzo seguito da Fasulillo) Don Vince` i miei rispetti…

FASULILLO:
I nostri…. rispetti…..

TUBETTIELLO:
(da una gomitata a Fasulillo) Don Vince` possiamo assettarci al vostro tavolino e pigliarci insieme a voi qualcosa?….

FASULILLO:
Naturalmente se non vi diamo fastidio…

DON VINCENZO:
Ma che dicite?…. A me me fa sempe piacere avervi vicino come amici… siete due buoni guaglioni.

(I due siedono)

TUBETTIELLO:
Che ti dicevo?…. Che Don Vincenzo e` veramente un signore.

FASULILLO:
Ma pecche` `o miette in dubbio?….

DON VINCENZO:
Ma che state dicenne?….. Ve state cunfessanne?…. Parite ddoje monache dint``o confessino.

MARIO:
(da dietro le quinte) Che cazzo significa?….. Chiedo scusa.

FASULILLO:
No, steveme dicenne ca song``e l`una `e nun se magne.

DON VINCENZO:
Ma tenite famme?…. Mariu`…. Vide che vonne sti guaglione `e miette tutto sul mio conto.

MARIUCCIA:
A proposito… ho avuto la telefonata. Tutto a posto don Vince`.

DON VINCENZO:
(Alzandosi) Mariu` io vado via che cio` molto da fare…. Ci vediamo domani mattina.

FASULILLO:
Grazie don Vince`. Ve ne siamo molto grati po` magna`. Ci vediamo domani. (Si alzano e lo salutano rispettosamente)

DON VINCENZO:
Magnate cu na bbona salute!….. Ce vedimme. (Esce)

MARIUCCIA:
Si nun fosse pe don Vincenzo avessa chiudere a baracca… `e avessa `j affa` a femmen``e servizio.

TUBETTIELLO:
`E nuje che stamm``affa`?…..

MARIUCCIA:
Sulo a magna` `e `a ghiuca` da matin``a sera. Pe dduje cafe` fetiente avess``arrivate cu chelle che me date.

FASULILLO :
Mariu` nun te piglia` collere ce stann``e case cchiu` nire `e Tubettiello.

TUBETTIELLO:
Ne` cretino `e che c`entro io?….

FASULILLO:
Comme non c`entri !? So tre anni che non lavori e campi `ncopp``e spall``e chillu poveru vicchiariello e nonnete che campa cu na misera penzione.

TUBETTIELLO:
`E meglio ca ma magne io `a penzione ca chella `nzevos``e Filumena.Chill``o nonno `e vezziuse. Ogne tante `a mett``a man``arrete. Chella vere che` vecchio `e so fa fa. `O `nzannalisce e chille (fa il gesto dei soldi) caccia….

FASULILLO:
`E quante `a miette tu?…. chelle che dice?……

TUBETTIELLO:
Lieve sta mana mort``acca ca…. a te nun ce jesce niente!….

FASULILLO:
Va beh, io me ne vache… tanto sto` chino… dimane se ne parle.

TUBETTIELLO:
Addo vaje?…. Ah si, addo` nonne tuoie a vede` si me presta coccos``e solde… a fin``e ll`anne ce donghe.

FASULILLO:
Eva` va`…. `e fatt``e cunte sulo a ghi… `a veni` `e `o bello. Statte buone!…. (Esce)

SCENA: Interno Giorno
(Interno camera da pranzo e salotto. Antonietta e Don Vincenzo poi Mario))

ANTONIETTA:
Papa` comme va Mario non risponde. Sono passati quasi due mesi e non scrive…. Non telefona.

DON VINCENZO:
Non preoccuparti. Chille Mario sa quello che fa. Mo vide ca a nu mumento a nate ce scrive o telefona.

ANTONIETTA:
Papa` t`aggia dicere na cosa….

DON VINCENZO:
Parla… dimmi tutto figlia mia.

ANTONIETTA:
Giovedì mentre stavo per entrare nel supermercato mi si accosto` un tuo amico e mi saluto` e mi disse: Voi siete la figlia di don Vincenzo Pagano. Vi ho riconosciuta subito. Carina. Posso accompagnarvi?… Se lo gradite.

DON VINCENZO:
(Amareggiato) `E tu che le diciste?…..

ANTONIETTA:
(raccontando la risposta) Non trovo niente di male. Siete amico di papa`. Poi parlammo a lungo e lui si dichiaro` chiedendomi la mano. Io esitai e gli dissi: Con chi ho il piacere di parlare?…. e lui rispose: Gennarino detto `o marenare. Sono molto conosciuto. (Rivolta al padre con entusiasmo) Papa` ma tu `o canusce?…. E` nu bellu guaglione.

DON VINCENZO:
Si, e` il figlio di un vecchio amico mio da tanti anni. Pero` nun ce vedimme da anni perche` siamo nemici negli affari.

ANTONIETTA:
`E allora `o lascio sta` si a te dispiace. Io non voglio farti un torto. Sei mio padre e na figlia nun po` da` nu dispiacere `o genitore.

DON VINCENZO:
E Mario `e sapute coccole?…..

ANTONIETTA:
Si papa`. Ha telefonato dicendo che sar` a Napoli dopo domani e rimanda tanti saluti e baci.

DON VINCENZO:
(nota un biglietto sul tavolo) `E che de` chistu biglietto?

ANTONIETTA:
Ah, papa` dimenticavo e` il commissariato che ti invita per alcuni chiarimenti.

DON VINCENZO:
E viste `e guaglione?…. Nun ssaje niente?….Nun hanne manche telefonate?...

ANTONIETTA:
No, papa`. Neanche a signora de` servizi s`e` viste!….

DON VINCENZO:
Io scendo. Ce vedimi``all`ora `e pranzo. Famme truva` nu bellu pranzetto e non dimenticarti il vino bianco chellu bbuone. (Le da un bacio sulla fronte e si allontana)

ANTONIETTA:
Si papa` chellu frizzante. (si guarda intorno) Femme fa nu poche `e pulizia sta` casa e` troppo trascurata. (Bussano alla porta). A porta…. Chi sarra`?…. (Grida) Chi e`?…

MARIO:
Apri…. Sono io Mario.

ANTONIETTA:
(Corre ad aprire) Mario come mai?…. Noi ti aspettavamo domani.

MARIO:
Ho anticipato il lavoro per finire presto e cosi sono partito ieri sera ed eccomi qua`. E papa` addo` sta`?….. Sta` bene?….

ANTONIETTA:
Si sta` bene. Anzi troppo bene. Stamattina ha ordinato un bel pranzetto e dell`ottimo vino.

MARIO:
E` mo` addo sta`?…. Tu non sai dove posso trovarlo?….

ANTONIETTA:
Ieri verso le cinque venne un agente del commissariato con un biglietto d`invito…

MARIO:
E che volevano?…..

ANTONIETTA:
Io in verita` non l`ho letto. Credo che sia andato la`.

MARIO:
Vado a vdere se lo trovo….. (Si alza ed esce)

SCENA Esterno Giorno.
Una strada qualsiasi. Mario si incontra con il padre

MARIO:
Papa`……

DON VINCENZO:
Marittie`…. Marittie` fatte vede`….. si sempe nu signore. Giacca cravatta… semp``elegante!…

MARIO:
Papa` che vulev``o commissario?….

DON VINCENZO:
Uno sbaglio giudiziario…. Mi avevano scambiato per un altro.

MARIO:
Adesso andiamo a casa insieme….. Antonietta ci aspetta per buttare la pasta.

DON VINCENZO:
Si… andiamo a casa insieme… tengo na` fame da lupo!… (Si avviano)

SCENA Interno Giorno.
Camera da pranzo e salotto.

ANTONIETTA:
Papa` tutte stu tiempe…. Comme va`?… Nun ce fa sta`.... papa`… nun ce fa sta` cu nu penziere.

DON VINCENZO:
Ma quale penziere?…. Era sulo nu sbaglio…. Nu ce penza` cchiu`… ohhi amma festeggia`…. Il ritorno dell`ingegnere….

MARIO:
(uscendo dal personaggio) Me par``o ritorn``e Colombo….. Chiedo scusa….

MARIO:
Papa` Antonietta mi ha detto che c`e` un bravo giovane che chiede di fidanzarsi e vuole parlare con te….

DON VINCENZO:
Marittie`…. Mo nun e` mumento…. E penza` sti ccose… se ne parle dimane…. Mo penzamme sulo a mangia`…

ANTONIETTA:
Papa` t`aggia di na` cosa… chille vo parla` cu te…. E` a ditte che alle cinque vene…

DON VINCENZO:
Ma le` viste n`ata vvote?…..

ANTONIETTA:
Si papa` stammatine quande so` ghiut``affa a spese….

DON VINCENZO:
Siente a me… stu` giovane nun e` ccose pe te…. `o pate e` nu `nfame…. Ma te voglio accontenta` vedimme che dice…. `e ditte che ven``e cinque?…. `e va beh!….

ANTONIETTA:
Mo song``e tre…. Vache `a sparecchia a tavola…. E` facce nu poco `e pulizia…. (Si avvicina al tavolo raccoglie tutto ed esce)

DON VINCENZO:
`E se capisce ven``o presidente d``a Repubblica in casa mia….

MARIO:
Papa` ma pecche` ti ostini tanto?…. Se viene vuol dire che Antonietta gli piace…. Tu non vuoi che tua figlia sia felice con l`uomo che ama?….

DON VINCENZO:
Caro ragazzo…. Tu non sai la vita quant``e difficile…. E piena di difficoltà`… `Nfamita`… Cattiverie…. Diceve buone pateme: “Fai male `e hai sempe bbene!…” Santi parole.

MARIO:
Papa` mo` Antonietta nun ce sta`…. Nun parla sottintese ca io te capisco buone…. Stu` giovane sara` `o figlio `e quacche amici tuje….

DON VINCENZO:
E` comm``e fatte `a capi?…. Si overe chelle che si… `o studio `e n`ata cose…. (Si sente bussare all`ingresso). Gia` songh``e cinque?…. (La Camera in fretta inquadra un orologio a parete che segna le15.15 un tecnico va a posizionare le lancette sulle 17)

MARIO:
Stanne bussanne a porte papa`…. Ti raccomando per una sola volta fammi felice. Facimme a vede` ca` dint``a sta` casa regn``a felicita`.

ANTONIETTA:
(Uscendo) Vache io…. Non vi scomodate… (Esce e rientra poco dopo seguita da Gennarino che si ferma sotto l`uscio.) Scusa se ci trovi un poco sottosopra adesso abbiamo finito di mangiare…

GENNARINO:
E tu per questo ti preoccupi?….

ANTONIETTA:
Vieni entra….. i miei ti stanno aspettando per conoscerti.

GENNARINO;
(entra e si dirige verso Don Vincenzo) Buonasera. Piacere di conoscervi di persona Sig. Vincenzo.

DON VINCENZO:
Siediti…. Ti presento mio figlio Mario…

MARIO:
Piacere di fare la vostra conoscenza…. Se avete intenzioni serie nei riguardi di mia sorella… se e` cosi…. Siete il benvenuto in questa casa.

GENNARINO:
Non mi sarei mai permesso di entrare in questa casa con l`intenzione di bleffare…. Una persona cosi intesa…. Il Sig. Vincenzo caro amico di mio padre.

DON VINCENZO:
Grazie dei complimenti e… andiamo al dunque.

MARIO:
E votro padre e` al corrente di questo vostro passo?….

GENNARINO:
Si, ce ne ho parlato…. E con tanto piacere mi ha dato il suo consenso… ed io sono felicissimo di sedermi al vostro tavolo e dirvi che sono innamorato d`annammurata mia.

CANZONE DI GENNARINO INNAMORATO

ANTONIETTA:
Papa` posso aprire quella bottiglia che tu tieni cara da anni?….

DON VINCENZO:
Figlia mia arape tutte chello che vuo`…. Tanto oggi e` il giorno piu` bello della mia vita…. (Antonietta va alla credenza e preleva una bottiglia.) Una cosa mi dispiace…. Che al mio tavolo non c`e` tuo padre….

GENNARINO:
Dicite a me Don Vince`?….

DON VINCENZO:
Per me sarebbe stato un grande onore…. Dopo tutte le divergenze tra me e lui. Ma mo` e` acqua passate…. Penzamme a nuje.

ANTONIETTA:
(che nel contempo ha aperto la bottiglia e preparato dei bicchieri) Gennari tu t`o piglie nu` bicchiere``e cognac?…. Comm``o vuo` co` ghiaccio oppure liscio?…

GENNARINO:
Scusami steve distratte…. Steve penzann``a chelli parole ca` m`ha ditte papa tuoie.


ANTONIETTA;
Papa` propete mo aviva mettere stu raggiunamento `mieze?….. (Versa il cognac nei rispettivi bicchieri)

GENNARINO:
No, nun m`ha fatte piacere `e sape` che tra voi e mio padre non corre buon sangue…

DON VINCENZO:
Siamo stati come due fratelli. Poi le cose sono cambiate… sia da lui che da me…. Sempre per colpa degli altri.

MARIO:
Papa` domani vado io a fargli una visita cosi cerchiamo di togliere tutte sti dicerie da mezzo cosi possiamo vivere felici tutti insieme. Che ne dicei Gennari?…

GENNARINO:
Lasciamo le cose come stanno. Io vi prometto che papa` fara` come io voglio. Lo portero` domenica e cosi festeggiamo il mio fidanzamento. Sei contenta Antonie`?….

ANTONIETTA:
Si Gennari. Papa` tu permette che donghe nu bacio a Gennarino?…

DON VINCENZO:
Ma si datevenne quante ne vulit``e baci…. Tanto siamo nella modernita`.

(Gennarino e Antonietta si baciano. CANZONE)

MARIO:
Papa io scendo a fare due passi con gli amici e tu papa`?…..

DON VINCENZO:
No, io resto. Me guardo nu poc``e televisione me stanche nu poc``a vista eppo` me ne vache a cucca`….

(Mario saluta ed esce)

ANTONIETTA:
Papa` Gennarino se ne va…. Te vo saluta`…

GENNARINO:
Don Vince` ci vediamo domenica con papa`. Grazie di tutto.

DON VINCENZO:
Oramai sei di casa. Fai parte della famiglia… Va stette bbuon``e salutami papa`.

GENNARINO:
Non manchero`…. Ciao Atonie`…. Ah, dimenticavo… domenica `a spesa la faccio io tu non devi comprare niente.

ANTONIETTA:
Papa` `e `ntise ca ditte Gennarine?….. Che domenica ci porta lui a pranzo fuori….

DON VINCENZO:
Va beh, poi vediamo….. Salutamme!…

GENNARINO:
Ciao!…. Ciao. A domenica. (Gennarino esce seguito da Antonietta.

(Antonietta dopo poco entra)

ANTONIETTA:
Che bravu guaglione!….. `e a perle d``e crestiane.

(Bussano energicamente alla porta. Antonietta va ad aprire. Entra Tanino)

DON VINCENZO:
Sorpreso di non vedere Salvatore) E come mai stai solo?….

TANINO:
Si nun ve sbagliate stanghe sulo…. Salvatore sta` dinte…. Stammatin``o mercate l`hanno arrestate…. Ma non sappiamo il motivo.

DON VINCENZO:
E allora ll`acqua se mette male…. Tu di quell`affare hai parlato con qualcuno?….

TANINO:
(come offeso) Ma che dicite don Vince`?…. io parlavo e con cchi?…. Con i nostri rivali?…. La mia bocca e` una tomba…. Poi prima di tutto ho sistemato la moglie. Gli ho dato del danaro e gli ho detto che per qualsiasi cosa si rivolgesse a me personalmente di persona.

DON VINCENZO:
E con Salvatore come sei rimasto?…. Tutto a posto?…. Ce l`hai detto di non parlare e di negare sempre … che alle sue spalle ci sono io che non lo faccio mancare nulla sia a lui che alla sua famiglia.

TANINO:
Si, don Vince` di questo non c`e` bisogno dirlo… Sappiamo che voi siete un padre per noi…. E noi vi portiamo un gran rispetto…. Ma non solo noi… ma tutti i nostri amici e forse anche i nostri nemici.

DON VINCENZO:
Tani voglio darti un po` di soldi ma non ho contante… assegni non voglio farli… Domani mattina vado alla banca e prelevo tutto cosi leviamo i sospetti… Noi ci vediamo da Mariuccia.

ANTONIETTA:
Papa` ce l`hai detto al signore che domenica daremo una festa per il mio fidanzamento?…

DON VINCENZO:
Glielo diro` io… Ora e` tardi vai a letto io scendo un po` con Tanino… Lui e` il secondo mio figlio.

TANINO:
Buonanotte e… auguri per domenica.

ANTONIETTA:
Grazie. E vi raccomando non lo fate ritornare tardi a Papa`.

TANINO:
Non dubitate….. lo accompagno io a casa…. State senza pensiero. Notte.

SCENA Interno Sera
Interno bar-ristoranter di Mariuccia. Don Vincenzo e Tanino sono seduti ad un tavolino. Ad un altro tavolino sono seduti Fasulillo e Tubettiello.)

DON VINCENZO:
Tani, mia figlia se` innamorata do` figlio `e Papel``o marenare…. Eppure lui dovessi vedere com``e innamorato….

TANINO:
`E mo fa` `o favore!….. Na` bella guagliona. Con tutto il rispetto che vi porto ittasse ll`uoss``o cane!…. Ma pure lui e` nu bellu guaglione. Fanne na` bella coppia.

DON VINCENZO:
Ma tu `e capite buone chello che t`agge ditte?….

TANINO:
Comme!… Aggiu capite troppe buone,,,, `E che vaggia di?…. Posso mai obiettare nei vostri riguardi?…. Siete voi a decidere.

DON VINCENZO:
Doveva proprio capitare propeto con un mio rivale?….. Ma c `aggia fa?…. L`amore non si comanda.

TANINO:
Speriamo che con questo matrimonio finissero le austerità`…. `e turnasseme comm``a prime tutti assieme. (entre stanno sorbendo un caffe` da Mariuccia entra Papele con il suo braccio destro.)

DON VINCENZO:
Tani nun te movere… sta` trasenne Papele cu Gaetano.

PAPELE:
(facendo finta di non vedere don Vincenzo saluta Fasulillo e Tubettiello.) Guagliu` buonasera.

FASULILLO:
Buonasera Sig. Papele… Sedetevi vicino a noi…. Sempre se possiamo avere l`onore e il piacere di consumare qualcosa insieme….

TUBETTIELLO:
Non tenete una offesa…. Pagammo nuje…. No, Fasulillo….Tanto ha avut``a penzione…. `e so po` permettere….

PAPELE:
Fernitele….. che chiacchiere…..`e pigliate tutte chelle che vulite…. (facendo il verso)
Pavi…. Pave tu….. Vuje state `nguaiat``e riebbete…. Nun putite magna`…. Pavamme nuje….

GAETANO:
Pape` avite viste chi ce sta` `o tavolo di fronte?….

PAPELE:
No, chi ci sta`?…..

GAETANO:
Ce sta` `o masto… don Vincenzo.

PAPELE:
Embe`?….. C`aggai fa na preghiera?…..

GAETANO:
Ma un poco di rispetto pure ci vuole…. Tanto siete amici anche se corre un po` d`otio… siete sempre amici.

PAPELE:
(Gridando) Mariu`….. Mariu`…..

MARIUCCIA:
(Avvicinandosi al tavolo) Comandate don Pape`…. In che cosa posso servirvi?…

PAPELE:
(Con aria di comando e superiorità`) Al tavolo di don Vincenzo porti `o n`omme mio… Una bottiglia del vino migliore che ci hai…. Bianco… `e na` bella fellate con degli aulive `nfurnate e quattro bicchieri….

FASULILLO:
No, sei bicchieri…..

GAETANO:
Fasuli` dicencelle pure a Tubettiello…. Che non e` possibile…. Dobbiamo parlare del piu` e del meno….

TUBETTIELLO:
`E nuje `e tabbellin``e sapimme…. Avimme sturiate…. E limentare…. Sapimme pur``e prubleme ca tenimme….

PAPELE:
Gaeta`…. Dalle pure cinquanta evere…. E fann``e ghi…. Accussi stamme quiete sensa sti peziente.

GAETANO:
(Prendendo di tasca i soldi e li porge ai due.) Guagliu` `o maste va date cinquanta pallette… Dividetele a meta` tutt``e dduje `e partite….

TUBETTIELLO:
Fasuli `o maste cia` date dieci pallette avimma fa cinque pallette perone….

FASULILLO:
E che me ne faccio `e pallette?…..

TUBETTIELLO:
So` `e sorde….. cammine strunze!......

FASULILLO:
(Rivolto a Papele) Grazie….Nisciune vo` renne….. (Si allontanano)

MARIUCCIA:
(Porta quanto ordinato da Papele al tavolo di don Vincenzo). Scusate don Vince`…. questo e` per voi. (Sistema tutto sul tavolo)

DON VINCENZO:
(Sorpreso si rivolge a Tanino). Tani… `e urdinate tu?…..

TANINO:
No, don Vince`… senza il Vostro permesso non mi sarei mai permesso…

DON VINCENZO:
Allora chi lo manda?……

MARIUCCIA:
….il signor Papele…. E vi manda Buon``appetito e tanti saluti….

DON VINCENZO:
Tani vai al suo tavolo e digli che don Vincenzo li vuole al suo tavolo….

TANINO:
Vado subito e ve li porto di corza….. (Si avvicina al tavolo di Papele) Scusate don Pape`…. `O Maste…. Vi ringrazia dell`omaggiamento…. E dice che vi vuole al suo tavolo per ringraziarvi del gesto cosi generoso nei suoi riguardi medesimi.

GAETANO:
Accussi ha ditt``o masto?…… E` mo` veniamo subbito.

TANINO:
Mi tolgo davanti alla vostra persona e torno al mio tavolo. (Si allontana)

PAPELE:
Gaeta`…. Comme m`aggia cumpurta`?…..

GAETANO:
Indifferentemente….. senza rancore…. Tante mo` site quasi pariente…. (I due si alzano e si portano al tavolo di don Vincenzo)

DON VINCENZO:
Quali onori di avere la tua visita….

PAPELE:
Niente di speciale…. Tanto la nostra amicizia e` sempre stata leale e schietta…. C`e` state quacche malinteso…. Ma…. Tutto si aggiusta….

DON VINCENZO:
Hai parlat``a omme…. Va` assiettete fetente…. `e mange cu nuje….

PAPELE:
(Siede e cosi pure Gaetano) Vicie` questo mio incontro con te e` per levare un po` di austerità nel quartiere specialmente mo che i guaglioni se vonne bbene. Nuje nun putimmo guasta` la loro felicita`…. Tu che dice?… Te fa piacere `e mio figlio Gennarino?….

DON VINCENZO:
Se non avevo piacere l`avevo messo alla porta…. Invece l`ho fatto entrare ed eccomi qua`…

PAPELE:
(Asserisce) E tu che mi dici del lavoro che stai facendo?…..

DON VINCENZO:
Non posso lagnarmi…. Tengo `e guaglione in gamba…. Senza offesa per i tuoi… ciacavamme abbastanza…. Ma nu poche avveni… `e ccose nun vanne tante bbone….

PAPELE:
Che ne dici di tornare come ai vecchi tempi?…. Insieme…. Accussi `e putimmo combattere `a chili muort``e famme…

DON VINCENZO:
No Pape`…. Tu sei molto piu` giovane di me… puoi ancora combattere mentre io….So` vicchiarielle Pape`…. Vorrei ritirarmi in campagna e godermi un po` la vita….

GAETANO:
No, don Vince` voi siete il cervello…. Non ci dovete abbandonare. Potete ancora guidarci… consigliarci…. Ammaestrarci…. Percio` noi abbiamo fiducia in voi.

DON VINCENZO:
No, Gaeta`…. Voglio sulo riposarmi…. Dopo tante disavventure con la vita mi sento stanco. Ho bisogno di riposo.

PAPELE:
Vicie`…. Mio figlio Gennarino mi ha detto che domenica siamo ospiti a casa tua… Per festeggiare il fidanzamento d``e guaglione…

DON VINCENZO:
Tuo figlio vuole portarci al ristorante…. Ma io dicevo: Nun e` meglio `a sta` a casa?…. Accussi stiamo a piu` agio nostro.

PAPELE:
Su questo ti faccio una telefonata. Non voglio scontentare Gennarino…. Voglio prima parlare con lui…. Io non trovo niente in contrario.

DON VINCENZO:
Va beh, mo` faje sape` tu per telefono.

PAPELE:
Siente Vicie`…. Nun fosse meglio di andare a Pompei accussi `e facimme spusa` invece e fa` `o fidanzamento?….

DON VINCENZO:
Mo`, nun te pozzo dicere niente…. Voglio parla` ca` guaglione…. E po` vedimme. (Si alzano tutti per salutarsi) Io me ne vache… me sente stanche…. Te saluto…. A dimane.

PAPELE:
Buona notte don Vicie`…..

GAETANO:
Buona notte e grazie…..

(Don Vincenzo messosi sotto il braccio di Tanino lentamente esce.

SCENA: Interno Sera
Camera da pranzo e salotto. Antonietta e Mario aspettano il padre. Dopo poco si sente aprire la porta. Don Vincenzo entra)

ANTONIETTA:
Papa` a chest`ora?…. Songh``e ddoje…. Quasi ce fatte sta` cu nu penziere…. Addo` si state?…. Comme va` a chest`ora?….

MARIO:
Papa` tu ce faje campa` ca` paura…..

DON VINCENZO:
Paura?…. Pecche` sta` `o mammone dint``a casa?…. (ride)

ANTONIETTA:
Papa` tu `a piglie sempre alla leggera…biate a te!….

DON VINCENZO:
Vulite sape` addo` so` state?…. Embe` mo` vo` conte….

ANTONIETTA:
`E ghia` fa` ampresse… io so` curiosa `e sape`….

MARIO:
Papa` nun dicere qualcosa per farci fessi perche` le bugie vengono a galla.

DON VINCENZO:
Lo sapevo che tu mettessi in dubbio le mie parole.

ANTONIETTA:
Papa` penzo che con questohai gia` detto tutto… Il resto a domani.

MARIO:
No, noi vogliamo sapere dove sei stato dalle cinque di oggi fino alle due di stanotte….

DON VINCENZO:
Volevo dirvi tutto domani ma giacche` che ci siamo…. (guarda Antonietta) Sono stato ospite di tuo suocero… cosi mi ha voluto offrire una cenetta… e cosi abbiamo parlato di voi….

ANTONIETTA:
(corre ad abbracciaree baciare il padre) Che gioia papa`…. `e ca` ditte di noi… le fa piacere?….

DON VINCENZO:
Piacere?…. Chille chiagneve pa` gioia!…. Ma` ditte ca` invece d`o fidanzamento ve vo` fa` spusa`…. Dummeneche… a Pompei. Ha ditte che fa tutto lui abiti… scampagnata….

ANTONIETTA:
(Stringendo sempre il padre a se) E tu che le` ditte?….. (Lo bacia)

DON VINCENZO:
Aggia parla` ca` guaglione… si e` pronta….

ANTONIETTA:
Mo vene Gennarino. Vedimme jsse che dice. E` meglio ca` parle cu jsse so ghiu` felice.

MARIO:
(Uscendo dal personaggio) Ma io nun capisco…. Songh``e ddoje `a notte…. Stanne stanche stanne pe se `j a cucca`…. A nu mument```a n`ate vene Gennarine?…. `E ddoje a notte?…. No, mi dovete far conoscere l`autore.

REGISTA:
Non ti preoccupare aggiustiamo tutto nel doppiaggio.

MARIO:
Che vuoi aggiusta`?… Stu` copion``e na` chiavica.

REGISTA:
Continuiamo. Primo piano su don Vincenzo. Ciak. Motore. Azione.

DON VINCENZO:
Ma ven``ampresse?…. Pecche` ciavimma da` da fa`…. Comme se fa`?…. Io saccio che s`anna caccia` delle carte.

ANTONIETTA:
No papa` basta sultante `o permesse da` parrocchia della zona. E questo mio suocero e` molto conosciuto dal parroco.

DON VINCENZO:
Sento `a porta…. Fors``e jsse…

ANTONIETTA:
(Va ad aprire ed entra dopo poco) Si papa` e` Gennarino con dei fiori.

DON VINCENZO:
Trase Gennari…. Pecche` t`aggia parla`….

GENNARINO:
Non c`e` bisogno. Papa` mi ha detto tutto…. Ed io per la gioia sono corso da voi…. Per dirvi che tutto quello che fate voi e mio padre sta` sempre bene.

ANTONIETTA:
Gennari `e sapute chelle che vonne fa` sti dduje vicchiarielle?….

GENNARINO:
Si Antonie`…. E tu che dici?…..

ANTONIETTA:
Vulesse chiagnere pa` gioia!….. Doppe tanta storie, guerre tra amici d`infanzia… Nuje dduje avimme purtate `a pace tra dduje amici che s`hanne sempe stimate.

GENNARINO:
Meglio accussi. Loro in pace e nuje in amore. Mo` vache subbito `a casa da papa` e gli dico tutto, cosi papa` va` subito dal parroco per il permesso cosi domenica mattina verso le nove tutti a Pompei.

DON VINCENZO:
Gennari vieni pure tu `a vede` l`abito della sposa.

GENNARINO:
L`abito tra qualche ora sta` cca`. Papa` gia` la` pigliate…. Mo` ven``a signorina cio` ffa` misurare e se si deve fare qualche aggiustamento…. in sua presenza cio` ffa`. Nuje ce vedimme diman``e ll`otte.

DON VINCENZO:
`E cco` vestite tuoje comm``e fatte?….

ANTONIETTA:
Chille Gennarino… jsse nun tene problemi `o fisico suoje `o vestite `o trove subito. Chelle per noi altre donne e` molto difficile.

MARIO:Papa` scendo con Gennarino Voglio comprarmi una cravatta (Uscendo dal personaggio)
No, e` troppe…. E` troppe…. Na` cravatt``e ddoje a notte?…. Chiedo scusa… (Riprende a recitare) Voglio solo comparmi una cravatta di vestiti ce ne ho tanti. E poi Antonietta sapra` vestirmi. (Mario e Gennarino escono)

DON VINCENZO:
Ja` piccere`…. Trascura ogni ccosa e pripar``o vestito cchiu` belle ca` tengo dint``armadio… cravatta e camicia.

ANTONIETTA:
Papa` sai che tu devi vetire in nero con scarpe lucide??….

DON VINCENZO:
Ma pecche` amma `j `o funerale?…. No, Vincenzo pagano, dett``o signorino… se capisce quando ero giovane… nun e` ghiute maje vestite nire…. E maje ce va` specialmente `o matrimonio da` figlia… ci vuole vivacità`.

ANTONIETTA:
Allora te prepar``o grigio ca` camicia bianca e a cravatta argentata e scarpelucide.Va buone accussi?….

DON VINCENZO:
A porta…. Vache io. (Antonietta esce. Don Vincenzo si alza e va ad aprire la porta. Entra dopo poco seguito da Papele.) Pape` trase… `A guaglione sta` priparanne `o vestite pe me.

PAPELE:
Nun chiudere a porta sta` saglienne a signorina da sartoria con l`abito da sposa. Prego entrate. (Entra la signorina della sartoria, un vecchia zitella, Porta l`abito da sposa. Poggia l`abito sul divano e si sistema in un angolo)

DON VINCENZO:
Antonietta vieni fuori c`e` tuo suocero.

ANTONIETTA:
Buongiorno papa`. Scusatemi se trovate la casa sotto sopra… Vuje sapite c`e` papa`… e` punto e virgola… ogne ccose le da` fastidio.

PAPELE:
Nene` nun ce fa caso…. Papa` tuoje e` state sempe accussi.

DON VINCENZO:
Pape` e` tu manche si fesse!….. (ridono)

PAPELE:

Antonietta lla` sta` `o vestito….. e` lla` sta a sarta… (Indica la zitella)

ANTONIETTA:
(Toglie l`involucro dal vestito). Comm``e bello stu vestite!…. `A verita` nun ll`agge maje viste bello comm``a chiste. Chissa` quante avite pagate?….

PAPELE:
Nenne` nuje scennimm``e tu e la signorina te lo misuri…

ANTONIETTA:
E` mo` addo jate?…. E` quasi ora di pranzo… Vi mangiate qualche cosa e poi scendete. Mo` vene pure Gennarino.S`e` ghiut``accatta` `o vestite per domani.

PAPELE:
Allora Vicie` mettimmece fore `a loggia. Aspettamm``e guagliun``e mangiammo e poi ce jamm``affa` quattro passi. (Escono)

ANTONIETTA:
(Indossa il vestito. La sarta prende delle misure. Scena e dialoghi a soggetto. Poi Antonietta si rivolge al suocero fuori al terrazzo.)
Papa` tutto bene. E` na` maraviglia. E` troppo bello. Grazie. Grazie di cuore a tutti e due. (Alla sarta) Ma forse e` meglio che andiamo in camera da letto lla` ce sta` `o specchio lungo. ( Antonietta chiama il padre e il suocero). Potete entrare se volete noi andiamo in camera da letto. (Escono)

Papele e don Vincenzo entrano. Bussano alla porta.

PAPELE:
Vicie` a porta…vaco io.

DON VINCENZO:
No no vache io. (Esce ed entra poco dopo seguito d Gennarino e da Mario). Cca` ce stann``e guaglione Mario e Gennarino. (poi rivolto ai due). Ma c`avite fatte ve site date appuntamento?….

GENNARINO:
No, Mario vedendo che io stavo andando a comprarmi il vestito ha detto: Mo` ti accompagno. Ed eccoci qua`….

PAPELE:
E` viste buone?…. Ti va bene?….. `O tiemp``e breve spazio nun ce ne sta`.

GENNARINO:
Tutto a posto. Me lo stanno aggiustando sa le maniche i calzoni….

MARIO:
Antonietta addo` sta`?

DON VINCENZO:
Sta` dentro a misurarsi l`abito per domani.

GENNARINO:
Pecche` gia` lla` purt``a sarta?….

PAPELE:
Si, so` passate po` laboratorio e mi hanno chiamato dicendomi che era pronto…

GENNARINO:
E te pareve ca fatevene nu` tuort``a te?…. Chille dint``o quartiere se mettene tutte a disposizione…. Non appena sentene `o nomme tuoje.

DON VINCENZO:
(come ingelosito). Gennari fernimmele cu sti chiacchiere…. E dimme vulesseme fa dduje vermicielle ca` pummarola fresca?….

PAPELE:
`E `ngarrate!…. (Rivolto ai presenti) Quella la buonanima `o chiammave: sta arrivanne vermicello. (Poi a don Vincenzo) Mo` le` fatte signore a Mario perche` e` anche il suo pranzo preferito.

MARIO:
Per secondo io ho portato nu par``e chile e robba di mare. Facimme nu bellu sate` e vomgole, taratufoli, cozze, cannulicchie, fasulari e per finire nu bellu purpetiello all`inzalata.

ANTONIETTA:
(Uscendo con la sarta) Tutto bene. L`abito e` na gioia. E` troppo bello. Grazie papa`. (Bacia Papele.Nel contempo la sarta risistema l`abito nella confezione)

PAPELE:
E` dalle cu stu grazie. Ma e` mai possibile che tu ogni volta che mi vedi mi devi ringraziare?

MARIO:
Don Papele e` sistema di famiglia quando diventera` vostra nuora tutto si cambiera`. credetemi e vedrete.

SARTA:
Io ho terminato. Torno in sartoria. Qualsiasi cosa a vostra disposizione.

PAPELE:
Sappiamo. Sappiamo.

(La sarta esce. Antonietta l`accompagna.)

GENNARINO:
Mio padre e vostro padre sono gia` di famiglia. Con una amicizia di quarant`anni si diventa cosi…… (Si massaggia lo stomaco) Mo` tengo nu poche `e famme.

ANTONIETTA:
Siamo quasi pronti colo la pasta. Voi sistemate la tavola e prendete posto. (Gennarino e Mario apparecchiano)

DON VINCENZO:
Pape` miettete a capo tavola.

PAPELE:
No, Vicie` questo posto e` sempre toccato a te. Ricordi nella nostre riunioni?….

DON VINCENZO:
E mo` tocca a te!….

PAPELE:
E grazie dell`onore Vicie`…..

ANTONIETTA:
(entrando con una fumante zuppiera di spachetti). Eccoci pronti.Mangiate e bbona salute a tutti quanti.

Ognuno preleva la sua quantita` dalla zuppiera ed incominciano a mangiare.

GENNARINO:
So` troppe buone sti spaghetti!….. (guarda Antonietta) e che de` tu nun mangi?…

ANTONIETTA:
Noi, se` chius``o stommeche. Me mange sulo nu poco `e robba co` limone.

MARIO:
Quell``e l`emozione per domani. E non le possiamo dare torto.

PAPELE:
Ave ragione. Pe ` essa e` nu suonane ca a nu mument``a nate se trova sposa dint``a nu fulmine…. Noi la possiamo capire perche` siamo padri.

DON VINCENZO:
Pape` santi parole!…. Noi queste emozioni le conserviamo nel nostro contegno di uomini del vecchio stampo.

MARIO:
So` state overamente squisiti sti spaghetti.

ANTONIETTA:
Vino, rosso e bianco. Minerale e coca cola a vostra scelta. Ca` stanne pure nucelline e semente. Datem``e piatte sporche ca priparamme `o sate` che gia` e` pronto. Vulimme caccia primm``o purp``anzalate?….

DON VINCENZO:
Che dice Pape` primm`o purp``o primm``o sate` `e vongole?…..

PAPELE:
Vicie` prim``o purpetiello all`inzalata, e alla fine `o sate`.

DON VINCENZO:
E cosi sia fatto.

Antonietta esce ed entra dopo poco con il polipo

ANTONIETTA:
Ecco `o purpetiello alla`inzalata… Ah, c`addore!…. Penze che pure adda` essere sapurite. (Divide le porzioni. Una porzione che a lei sembra la migliore la riserva per il suo palato). Chiste mo` mangio io… Vache ampazzi` pa` robba `e mare…. Specialmente pa` frittura.

DON VINCENZO:
Marittie` pecche` nun le` pigliat``a frittura?…..

MARIO:
Papa` chille Crmenielle ha ditte: Sig. Mario nun e` per voi… e` dell`altro ieri….

PAPELE:
Chille Crameniell``e nu guaglione serio nun se permette maje `e ce da` na cosa avariata. Sa` che con noi non si scherza!….

ANTONIETTA”
Papa` ce sta` nu cartocce for`` a saletta... che ce sta` dinte?….

GENNARINO:
Scusami…. Mi sono dimenticato di dirti che sono dei dolci e dello Champagne. Me li ha regalati Peppin``o pasticciere. Sapendo che dovevamo festeggiare il nostro fidanzamento anzicche` del matrimonio si e` messo ampiamente a disposizione.

DON VINCENZO:
(Ad Antonietta) Pigliali e miettele dint``o frigorifero si no` se fanne malamente cu chistu cavere.

Antonietta esce ed entra con il vassoio dei dolci e va a metterlo in frigo

PAPELE:
Stu purpetielle all`inzalata pure e` state sapurite!…. `O vino bianco e` magnifico. E` guaglione songhe `a vita nosta… e` che vulumme cchiu` da` vita?…. Avimma solo ringrazia` `o pataterne ca ce l`ha mannate!…..

GENNARINO:
Papap` e` la prima volta che sente da te na` cosa simile….Tu si sempe stato `nbreo e mo` tutt``assieme fedele e cattolico… e questo mi fa tanto piacere.

MARIO:
Non farci caso Gennari…. Pure mio padre da un po` s`e` cambiato completamente. Tutte le mattine si fa il segno della croce mentre io dallo specchio lo vedevo e ridevo.

DON VINCENZO:
E` bravo!…. Ridevi di tuo padre che e` stato un uomo sempre cattolico e fedele. Oggi le cose sono cambiate la gioventù` e` autonomo si comandano da loro stessi… E` accussi Pape`?…

PAPELE:
Vicie` la migliore cosa e` di farli fare quello che vogliono tanto noi siamo matusi per loro.

Antonietta entra con una zuppiera colma di frutti di mare.

ANTONIETTA:
Ecco il sate`…. V`aggia fa cunzula`… Chin``e limone… ca ce sta` a sperlunga… Manciate a sazieta`. Io vache nu poche for``o balcone cu Gennarino. Quante avite fernute ce chiammate po` dolce e `o cafe`. (Antonietta e Gennarino si avviano verso il balcone.)

DON VINCENZO:
Jate… pigliate quand`aria vulite. Nuje stamme buone cca`. Bevi Pape`…. Bevi `o vide comme se ne scenne stu vino bianco ?….

PAPELE:
E` sti frutte?…. Se sente propese `o mare`mmocche. Chille Carmeniello `e `o meglio do` mercate…. Vicie` io nun cia` faccio cchiu`.

DON VINCENZO:
Fumammece na bella sigaretta e fra mezz`ora chiammamm``e guaglione po` dolce e `o cafe`. Mo` alligerimme nu poco tutte stu magna`. Ciavimme troppo abbuffate!….

MARIO:
Papa` io scendo. Vado con gli amici a fare due passi per digerire un poco. Ci vediamo stasera tardi. Non avere pensiero.

DON VINCENZO:
Marittie` non tardare perche` domani…..

MARIO:
Ah, scusami papa` dimenticavo che domani Antonietta si sposa. Verro` presto. Don Papele io vado, scusate se vi lascio ma, vedo che state in buona compagnia con papa`.

PAPELE:
Andate. Siete giovane. Ne avte bisogno… vi capisco. Io alla vostra eta` stavo sempre fuori e mio padre soffriva sempre per i miei modi di comportarmi verso di loro.

MARIO:
Vado. A piu` tardi. (Esce)

DON VINCENZO:
Pape` che dice chiammamm``e guaglione po` dolce?….

PAPELE:
E` faje buone!…. Accussi io me ne vache `e tu ti riposo. Tanto domani sara` na` jurnata `e combattimento. Songh``e dieci… mentre cunzumamm``o dolce passa n`ata oretta ` e se fann``e ll``unnece….

DON VINCENZO:
(Urlando) Uagliu` simme pronte po` dolce….. Antonietta….Gennarino….

ANTONIETTA:
(Entrando) Abbiamo sentito eccoci qua`…. Che cosa volete per bere?…. Vermut, amaro, birra….. (Nel contempo Gennarino e` andato a prendere i dolci dal frigo e li sistema sul tavolo).

PAPELE:
Nu poco d`amaro…..

DON VINCENZO:
Nenne`…. Amaro pure a me!…..

Antonietta mesce l`amaro e lo porge ai due

ANTONIETTA:
E tu Gennari che cosa bevi?….

GENNARINO:
Io nun voglio niente. Me sent``ancora abbuffate….. Se non ti dispiace… na tazzulella `e cafe`.

ANTONIETTA:
`O tengo gia` `ncopp``o fuoche… e` quasi pronto.

PAPELE:
Speriamme ca dimane ce susimme impresse….. Ca` panza chiene che tenimme chissa` si arrepusamme. (Si alza dal tavolo) Noi, vi togliamo il fastidio. Ci vediamo domani verso le nove precise. Fatevi trovare pronti.

DON VINCENZO:
E` chi dorme?…. Io ca resto `ncopp``a seggia sdraio vicin``o balcone.

GENNARINO:
Antonietta cara ciao. Ci vediamo domani alle nove. Ti raccomando fatti trovare pronta.

ANTONIETTA:
E` chi dorme Gennari. Sulo co penziere che fra non molto saro` sposa all`uomo che amo tanto.

GENNARINO:
Pure io te voglio tantu bbene. Ti amo tanto tanto e ti desidero tanto. A domani amore mio caro. Ciao!…

Don Vincenzo e don Papele si salutano. Papele e Gennarino escono.

ANTONIETTA:
(uscendo dal personaggio) Uh, ma io ho detto che stavo preparando il caffe` non glielo devo dare?……. Ripetiamo?….

MARIO:
(Uscendo dal personaggio) Fosse sole chiste l`errore…. Cca` e` tutte na chiavica. Io l`ho gia` detto. (Guarda il regista) Scusate.

REGISTA:
Non vi preoccupate….. E` realismo. Va beh, per oggi basta. Siamo stanchi. Tutti a casa riprendiamo domani.

Tutta la troupe si prepara per andar via, Commenti a soggetto sul lavoro.

SCENA: Sul set la troup e` pronta per lavorare. Gli attori sono al trucco e commentano le scene da girare. Pronti gli attori si recano sul set.

SCENA: interno giorno
Mattino del matrimonio. Tutti elegantemente vestiti si preparano per andare a Pompei. Tutti escono allegramente.
SCENA: Interno sera.
Rientrano tutti dal matrimonio e dal festino. Sono stanchissimi.

DON VINCENZO:
`E viste Pape`… tanta fatica pe pripara`…. E tutto finisce in tre quattro ore….

PAPELE:
Il necessario che avimme fatte na` grande figura con gli amici invitati.

DON VINCENZO:
`E viste `o nennille?….. Lla` mise 2500 evere dint``a busta..

PAPELE:
Eppure Stefano lla` date 2500 evere. Insomma si sono comportati da veri amici.

GENNARINO:
Papa` se` fatte tardi. Nuje partimmo.

PAPELE:
Co` treno `o ca` macchina?….

GENNARINO:
No, papa` ca` macchina e Mario. Lui ce l`ha regalata per le nostre nozze.

ANTONIETTA:
(piangente) Vi ringrazio a tutti e due pa` gioia felice che m`avite date. (Si abbracciano e si baciano) Songhe troppa commossa.

DON VINCENZO:
Fate attenzione e andate piano e non correte. E a te Gennari puortammelle san``e salva. Ca` Dio v`aiuta. E~ mo` jatevenne…. O si no chiagne pure io.

GENNARINO:
Non dubitate papa`…. So` felice e sti parole c`avite ditte.

CANZONE DEL VIAGGIO

PAPELE:
Vincenzo vi ha detto tutto… Jatevenne `e bbona fortuna.

Gennarino e Antonietta vanno via. Papele e Vincenzo restano soli.

DON VINCENZO:
Pape` simme rimaste sule sule…. Mario parte diman``e chissa` quande torne….

PAPELE:
Vicie` chille Mario cu l`incarico ca` tene vide ca` pur`jsse da nu mument``allate se sposa.

DON VINCENZO:
Ed e` giusto. Cosi e` la vita. La ruota della vita. `O guaio `e sul``o nuoste. Comme facimme?…. Comme se fa` a sta` sule dint`a na` casa accussi grosse?….

PAPELE:
E` io che sto` a fa`?…. Ciarrangiamme. Pigliammo na femmene `e servizio accussi siamo liberi di fare cio` che vogliamo. Non tipare Vicie`?….

DON VINCENZO:
Va bene. Facimme comme dice tu. Chiudiamo in bellezza che guagliune sistemati e nuje comm``e vecchi tempi.

PAPELE:
Mo arrivo nu mument``a casa e poi cchiu` tarde ci vediamo. Ciao Vicie`.

DON VINCENZO:
Ciao Pape`. A cchiu` tardi. T`aspetto.

PAPELE:
Chiu` toste fatte truva` pronto ca` tengo nu pranzetto pavate a Tanino `o guaglione tuoie.

DON VINCENZO:
A Tanino e pecche`?……

PAPELE:
Avimme mise na` scommessa…. Ca` Salvatore sarebbe stato condannato e invece l`avvocato ca io le` dicette l`ha fatte uscire a liberta` provvisoria.

DON VINCENZO:
Me fa` tantu piacere!…. E` Nu buone guaglione. Quande` dice na` cosa e` segreto. E` nu guaglione e principio.

PAPELE:
Vicie` fatte truva` pronte. Io Vache.

DON VINCENZO:
Basta un oretta.

PAPELE:
Io passe pe Tanino e ghiamm``a piglia` a Salvatore. E siamo da te fra mezz`ora. Accussi turnamme…. Nata vote `nzieme.

DON VINCENZO:
E` va` fa` ampresse….. Ce vedimme.

Papele esce. Don Vincenzo si siede. Si guarda intorno.

DON VINCENZO:
Che silenzio dint``a sta` casa.

SCENA: Interno Sera.
Bar ristorante di Mariuccia. Fasulillo e Tubettiello sono fermi vicino ad un tavolo bene apparecchiato.

TUBETTIELLO:
E` che de` sta` tavola tutta apparecchiata?…. Ce sta` nu ricevimento?…. E` chi se ne va`….cca` se magne.

FASULILLO:
Se magne…. Io penzo ca se magne….. Sa quanti piatti ja` lava`?…..

TUBETTIELLO:
Amma lava`…..

MARIUCCIA:
Vi raccomando nun facit``e cretine ca` sta` tavula `e na` cosa seria…. Voi non sapete di chi si tratta.

FASULILLO:
Comm`a faje pesante!….. Chi po` essere?…. Ali baba` in persona?…. Noi vogliamo solo aiutarti.

MARIUCCIA:
Stanne gia` cca`. Sgombrate. Jate dint``a cucina.

TUBETTIELLO:
A magna` e `ntise Fasuli a magna`…..

MARIUCCIA:
Ma c`avite capite?…. Adda` na` mano a Cuncetta ca` sta` priparanne `o pranzo pe` don Vincenzo e don Papiluccio.

FASULILLO:
Allora se magne overamente ja`!….

TUBETTIELLO:
Facimm`ampresse overe…..

(Entrano Don Vincenzo Papele Tanino e Salvatore. Salutano e vanno al loro tavolo)

DON VINCENZO:
Pape` cavimma urdina`?…..

PAPELE:
Gia` fatto!….. Ho telefonato io stamattina… tanto paga Tanino per tutti.

Arriva Antonietta con le pietanze

FASULILLO:
Anche per noi…. Perche` siamo tutti per gli amici.

DON VINCENZO:
Assettateve e mangiate a sazieta`…. E ringraziate a Tanino perche` e` lui che paga.

TUBETTIELLO:
Don Tanino… nuje ve ringraziamme e stu` pranzetto accussi squisito.

FASULILLO:
Fatte che` mman``e na` bella ciaciona dal nome di Mariuccia. (Applaudono a Mariuccia.)

TUBETTIELLO:
E un brinneso per la nuova mia ciaciomna….

FASULILLO:
E chi sarebbe sta` ciaciona?… `O sta` `nzevose?…..

TUBETTIELLO:
E come ti permetti di offendere la mia meta` che sarebbe la qui presente signorina Mariuccia?!…..

MARIUCCIA:
(Offesa ed incazzata) Ma che sta` dicenne stu` turz``e pennelle senza pile?…. E` comme si permette?…. Io nun mo` pigliasse neanche si teness` panz``annanze a stu` cose `nzipete e brutto.

FASULILLO:
Ta` fatte na` chiavica!…..

TUBETTIELLO:
Ne cantenera do` vine sciacquate chine d`acqua puzzolente. Avisse tanto onore di sposare il sottoscritto Tubettiello `o barbiere dei nobile di Santa Croce.

DON VINCENZO:
Pape` siente a me…. Ajzammece e jammuncenne ca sti dduje scieme ce stanne facente perdere a cape.

PAPELE:
Eppuree dice buone!…. Ce ne jamme guagliu`.

SALVATORE :
Mariu` vide d`appara` ` a situazione che Tubettiello e chelle che de.

TANINO:
Sempe nu` turz``e pennello!….

FASULILLO:
E comme vi permettete?…. Chille mo` e` addeventate nu` turz``e caveliciore.

DON VINCENZO:
E` tu n`omme e ricotta. Ja` Pape` jammuncenne. So` quasi `e sei e `a cammarere se n`adda `j. (Si alza don Vincenzo e si alzano tutti)

PAPELE:
Mariu` vide sti dduje sfaticate che vonn``e metti tutto sul mio conto.

TUBETTIELLO:
E` pe dimane comme facimme?….

DON VINCENZO;
Tu pienz``o dimane?…. Pienz``a campa` oggi. Dimane Dio ce penza.

FASULILLO:
Che te dicevo?…. Che don Vincenzo e don Papele tenene `o core.

TUBETTIELLO:
Pecche` nuje nun `o tenimme?….

FASULILLO:Aspiette tu me spiezz``o filo…..

TUBETTIELLO:
Pecche` avimma piglia` `o filobus.?…..

FASULILLO:
Ma chist``e propete sceme!….

DON VINCENZO:
Ve state nu poche zitte?…. Famme dicere pure a me na` parola. Me pare Mike Buongiorno.

FASULILLO:
Parlate don Vince` ca nuje simme mute comm``a na` tomba.

PAPELE:
Allora si e` accussi… Truvateve diman``e matine vicine a pizzeria `e Ferdinando accussi….

TUBETTIELLO:
…..Ce magnamme na` bella pizza margherita.

MARIUCCIA;
Non ci fate caso don Pape` quello Tubettiello scherza sempre

PAPELE:
E con me mon deve scherzare!… Ce simme capite?....

MARIUCCIA :
Mo` vedite che non appena ce lo dico io subito scatta.

DON VINCENZO:
Stamm`a vede!….. Ti raccomando falle na` bella scola…. Accussi se ponne salva` tutti e due. Ce vedimme. (a Tanino e Salvatore) Jamme guagliu`… jammuncenne. (escono tutti)

FASULILLO:
Arrivo `e dieci a sta stanza!….

TUBETTIELLO:
Pecche` tu rimmane nun viene?…..

FASULILLO:
E` pecche` nun avessa veni?….

TUBETTIELLO:
E` tu `e ditte salute a stanza….

FASULILLO:
Statte zitte famme marca` a Guappo!….

MARIUCCIA:
Tubettie` se vuoi essere il mio fidanzato ridevi mettere con la capa sotto e non la devi piu` levare.

TUBETTIELLO:
E` me le` ditte cchiu` e mo`?…. E` chi `a leve?…. Io la metto e non la levo piu`. Solo quando tu mi dici di levarla…. Ajz``a gonna `e io `a levo.

MARIUCCIA:
Ma che capite?….. Chist``e cretine overe.

FASULILLO:
No me dispiace ca` `o cretino si solo tu. Prime dice na` cosa e poi cagne penziere.

MARIUCCIA:
Ma e` mai possibile ca `a chesta eta` stann``ancora `e cap``e baba`?…. Io che m`ero fidata `e stu` turz``e penniello me` venut``o scoraggiamento.

TUBETTIELLO:
Mariu` pur``a me me` venute….

MARIUCCIA:
Che cosa?……..

FASULILLO:
Na` diec``e famme!

MARIUCCIA:
Agge capite!….

TUBETTIELLO:
Quant``e bella!… Ha capite ca tu tiene na` diec``e famme.

MARIUCCIA:
(Urlando) Ueh, mo` basta!…. Io me so` scucciate. Mo` vache…

TUBETTIELLO:
….Addo vaje?…. Nun me lassa` sulo ja. Ti addoro. Io ti magnasse comm``a na` pummarulella fresca!….

MARIUCCIA:
(Sensuale) E` pure io te magnasse comm``a dduje vermicielle chin``e pummarulelle fresche.

FASULILLO:
Pero` nun ve scurdat``e me. Menatene nu chilo `e cchiu` ca` io sto` murene da` famme.

MARIUCCIA:
Per tre persone bastano tre quarti.

TUBETTIELLO:Miette pure a jonta. Accussi simme chiu` sicure. Chelle pe` Fasulillo solo per l`assaggio `a furchettt``e nu quarte. Figurammece quande se magne.

MARIUCCIA:mo` sa` che faccio?…. Ne menghe nu` chilo e mezzo accussi….

FASULILLO:
…..Facimme prim``e siconde.

MARIUCCIA:
Si e` pe cheste tengo nu bellu chilo `e sasicce….

TUBETTIELLO:
Quanta cape sti sasicce?….

MARIUCCIA:
Dodici cape….

FASULILLO:
E` abbastano. Tanto simme sulo tre perzone. Ddoje cape a ognuno e otto a me.

MARIUCCIA:
Accussi te ven``o culere.

TUBETTIELLO:
Foss ``o Dio `e ca ce veness``o culere accussi magnamm``e bevimme senza fatica.

MARIUCCIA:
Guagliu` vuje tenite genio e….

FASULILLO:
….Comme tenimme na diec``e famme…. Va` fa` ampresse.

TUBETTIELLO:
Fasuli ti raccomando di non comandare perche` da oggi in poi la cucina la comando solo io. ci siamo intesi?….

MARIUCCIA:
Ma che` tutt`assime `e cacciate sta` favella?…. Jamme mettimmece sotto `e facimme na` bella rinnovate. Cosi facciamo….

TUBETTIELLO:
Ne` Mariu` facimme nuje, io e te, e` che c`entra Fasulillo?….

FASULILLO:Ma che so` sti misteri?…. Io voglio capire. Siamo o non siamo di famiglia?….

TUBETTIELLO:
Ma chist``e sceme originale proprio. Chella Mariuccia e` la mia meta`… comme si permette stu `nzevuse?….

FASULILLO:
Io dicevo che facimme meta` per uno.

MARIUCCIA:
Che cosa meta` per uno?….

FASULILLO:
Il lavoro di cucina.

TUBETTIELLO:
E` mo ti sbagli. Io sono il Patrono e tu il sotto. Ci siamo capiti?….

MARIUCCIA:
Fasuli sienteme buone… da oggi inpoi il patrono dellamia cucina e` Tubettiello, il mio fidanzato, e tu devi e tu devi prendere ordini solo da lui.

TUBETTIELLO:
E da oggi in poi mi chiamerai Sig. Tubettiello patrono.

FASULILLO:avimme magnate dint``a uno piatte e mo?….. e` mo?….

TUBETTIELLO:
Jamme a ce movere ca `a jurnata `e nu muorze.


F I N E


N.B. Il testo richiede una comicità` corale. Cio` sta` a significare che non vi e` solo un comico come nei testi tradizionali, ma tutti i personaggi sono comici. Piu` si esagera, piu` si esaspera il personaggio piu` il risultato finale sara` positivo. BUON LAVORO!!!



CANZONI
Testi e musica di Gennaro D`Aria


LA CANZONE DI GENNARINO QUANDO SCOPRE L`AMMORE


St`ammore che` nate all`improvvise
Me sbatt`o sentimento dint``o core.
E pure a te te sbatte gioia mia

Si nun foss``accussi c`amore sarria?
Nun fosse ammore ma malvaggita`.
Quanti dulore pe sta` vita mia…
Na vita fatt``e lacrime senza sorrise.

Mo ca cu te `o sorriso agge truvate
T`astregne `mpiett``a me e nun te lasse cchiu`.

N.B. Per ogni canzone entra un tizio anonimo trasandato nel vestire (indossa un vecchio smoking) mezzo cecato e menomato porta una chitarra a tracolla. Si posiziona e accompagna il motivo



CANZONE DI GENNARINO E ANTONIETTA


Te Voglio tantu bene gioia mia
Ca `nfumm``o mare ricchezza
Nun ce sta`.

Si tu `o patron``e chistu core mio
`e a chiave sule a te `a pozze da`.

Si tu `o patron``e chesta vita mia
`e a chiave sulo tu `a puo` usa.

INSIEME:

Si tu `o patrone/songh`io `o patrone
`e chistu core mio/ `e chistu core tuoje/
`e a chiave sulo tu/sulo io/ `a puo` usa/
`a pozzo usa`.


N. B. I TESTI SONO DIFFERENTI
MA IL MOTIVO SEMPRE LO STESSO.
SECONDA CANZONE DI GENNARINO E ANTONIETTA


ANTONIETTA:

Papa` `e contento e pure io songhe cuntento
E chist`amore
Nate pe scagne dint``a sti core nuoste
Prime disabitate d`amore.

GENNARINO:

Chi nun canosce ammore
Nun canosce a vita.
Ma chi canosce a vita
Canosce pur``amore.


CANZONE DI ANTONIETTA E DON VINCENZO
(La partenza dopo il matrimonio)

ANTONIETTA

Papa` nun te dispiace` ca` parte
Nun vache luntane assaje….
`o ssacce simme state sempe `nzieme
`e mo e` dura a lontananza mia.

Ma torno ampresse cu ll`amore mio,
Gennarino `o figlio `e Papele
L`amico tuoje cchiu` care
`e sempe`nzieme starramme
senza ce schifa`.


DON VINCENZO:

Cu sti parole doce figlia mia
Che me` lanciate cu sincerita`
Te benediche pe l`eternita`.

PARLATO
Va… nun te preoccupa`. So felice
della tua felicita`.


N.B. Il tutto deve essere interpretato ESAGERATAMENTE parodiando Mario Merola


LA CANZONE DI MARIO DOPO CHE ANTONIETTA HA LETTO LA LETTERA
(rivolto al padre)

Papa` si t`agge date `o dispiacere
`e ll`urdema cosa che vulevo fa`!….
Ma `a lettera ch`aggia avute stammatine
Me chiamm``a Milano ma pe` fatica`.

A Napule agge tentate tutte cose
Ma `a fatica `o ssaje nun ce sta`.
Pero` si te dispiace overamente
`O ssaje che faccio?…. (parlato)
Io nun me mov``acca`.

PARLATO CON FOGA:

Papa` nun faccio comm`o zappatore papa`…. Nun faccio
Io `e mmane te l`agge sempe vasate.














































































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