martedì 26 giugno 2007

Racconti erotici













La fanciulla che mostrava il seno

Erano diverse sere che continuava a piovere e non smetteva. Per non allontanarmi troppo da casa, portavo a passeggio il mio cane nel parco di fronte al mio fabbricato nel quale, avevo sempre evitato di inoltrarmi per i personaggi poco piacevoli che vi giravano intorno. Ogni sera alla medesima ora, appena percorrevo il sentiero principale, una ragazza sui ventiquattro anni, mi aspettava, mi mostrava il seno e spariva. Più volte l’avevo chiamata ma non solo non mi rispondeva ma cercandola non riuscivo mai a trovarla. Era diventato quasi un appuntamento fisso, un ossessione.
Si distanziava sempre da me per far si che non potessi ne afferrarla ne sfiorarla con un dito. L’ultima sera di pioggia, alla medesima ora entrai nel parco, lasciai libero il mio cane e, mi incamminai per il sentiero. Lo percorsi tutto, ma di lei nessuna traccia. Lo ripercorsi a ritroso, e poi di nuovo nella giusta direzione ma, di lei, nemmeno un segno. Era ampiamente trascorso il mio consueto tempo di permanenza ed incominciai a chiamare il mio cane per far rientro a casa. Mi abbassai per infilare il guinzaglio all’animale e mi accorsi della sua presenza. Mi girai e la vidi . Era più bella del solito. La fanciulla che sorridente mi mostrava il seno e si deliziava al mio guardare si nascose dietro un cespuglio del parco oramai quasi deserto, e mi lanciò le sue mutandine. Mutandine di colore rosso, bagnate dei suoi umori. Le portai al naso per respirarne il profumo, la delicata essenza, del suo sesso e subito mi eccitai. La raggiunsi e la trovai distesa sul prato con le cosce divaricate che si masturbava. Una masturbazione intensa, violenta, piena di passione. La sua lingua, come impazzita, leccava i capezzoli, in una frenesia bestiale di raggiungere l’orgasmo al più presto. Si alzò e mi porse il culo. Un culo bello, roseo sodo e giovane come il suo volto. Misi fuori il mio arnese e la penetrai senza difficoltà. Quel culo ne aveva viste di battaglie!.. Lanciò un grido di piacere che squarciò l’aria circostante, mentre la pioggia veniva giù a torrenti. Si girò all’improvviso, mentre stavo per venire, e si bagnò il volto con il mio dolce seme. Con il dito indice, della mano destra, lo raccolse dal volto e lo portò alla bocca assaggiandolo, gustandolo, ed ingoiandolo, mentre la sua mano sinistra iniziava a masturbarmi. Aveva un potere eccezionale.
Sapeva bene come trattare un organo maschile. Dopo poco lo sentii crescere di nuovo, indurirsi, rendersi teso come non mai. Lei, si fermò un attimo ed iniziò ad odorare la cappella: “Sai che ha un odore particolare?...” mi disse. “Un odore che mi piace tanto”. Mentre annusava avidamente e si inebriava di quel profumo che la eccitava oltremodo, ricominciò a masturbarmi ed io lo sentivo già bagnato, fu allora che lei, furiosa, con una mossa decisa se lo infilò fino in gola, come ad ingoiarselo. Con la mano lo spingeva dentro sempre di più e muovendo la testa avanti ed indietro cercava di farlo giungere alla maggiore profondità. Sentii la sua ugola sulla mia cappella, mentre la sua lingua forsennatamente gli girava intorno con una maestria ed una abilità mai vista né sentita prima.
Venni subito e le riempii la bocca. Come un vaso che trabocca, cosi, il mio liquido le usciva da ogni angolo facendola godere e facendomi godere come non mai. Alzai gli occhi al cielo come per ringraziare e benedire quel attimo stupendo e mentre la pioggia mi rese fracido lei si alzò e velocemente andò via.


























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