giovedì 31 maggio 2007

Un prezioso ricordo


Copertina restaurata al computer da Gennaro D'Aria. Diritti riservati






Rovistando nel mio cospicuo e nutrito archivio costituito da centinaia di copioni, comprendenti: commedie, sceneggiature, programmi televisivi, conferenze. scenette, etc, mi è capitato sotto mano, per puro caso, un mio vecchio fascicoletto di poesie con la prefazione della poetessa Antonietta Preziosi mia amica e maestra. Non che l’avessi dimenticato, anzi, ma solo non riuscivo a ricordare dove lo avevo riposto, come d’altronde mi accade con tante altre cose. Dolci ricordi sono affiorati alla mente: i primi concorsi, le lezioni di poetica, i lunghi pomeriggi trascorsi nella sua abitazione, in Via Luigi Settembrini, a dialogare a poetare e ad ascoltare la sua musica, suonata da lei, oramai cieca, al lungo pianoforte a coda. I suoi volumi, bella raccolta, purtroppo perduta durante il terremoto del 1980. L’epoca, in cui si poteva uscire anche oltre la mezzanotte e per lunghi percorsi senza problemi, oggi esci alle 20 e ti allontanai poco distante da casa, e non sai se rientri. E tante immagini ancora. Ho riletto con affetto la prefazione ed ho deciso di pubblicarla in questo blog come omaggio e rispetto. Segue una poesia dedicata da me alla poetessa-musicista e pubblicata nel 1973 nella rivista: “Il Rievocatore”.


Gennaro D’Aria: un dolce romantico
Prefazione della poetessa Antonietta Preziosi

Il giovane D’Aria, ha in se la poesia. Ovvero i suoi pensieri, i suoi sentimenti, li esprime in versi. Nelle liriche del D’Aria, si nota “Amore” inteso in un alato sentire e malinconia che si trasforma in dolore: “la terra arde al fuoco del dolore, il sole brucia al calore dell’amore”.
Il poeta va oltre ed afferma: “lo trattiene la forza dell’Amore che lo spinge lontano negli abissi della morte”.
Inoltre il D’Aria, sente amore per l’Universo e scrive: “E’ l’alba, la voce si sente del nascente giorno. La natura tutta vibra felice nella dolce e nuova nascita”.
Il nostro sente nel creato un aleggiare di anime buone. Non vi è tormento in lui, perché nella sua natura semplice e generosa vede nel mondo influssi di bene.
La natura del giovane poeta lo porta a rifiutare la metrica benché egli l’abbia studiata.
Mio allievo per la poetica, dizione, letteratura, il D’Aria, al mio primo concorso poetico volle partecipare , ed esaminando il De Mura ed io, coadiuvati dalla collaborazione del Sig. Preside Prof. Alfonso Parrella, e dal Prof. Donato Cirillo, le sue liriche le approvammo, formulando per lui un felice avvenire.
Il poeta D’Aria, pur non amando la società con tutte le sue tradizioni, “in quanto non ci può essere progresso se ci fermiamo a certi livelli…” eccolo che tutto preso d’amore per la sua Mamma scrive: “La tua figura di maestosa poesia si sparge nell’animo mio”.
Si nota nel giovanissimo poeta, una rinuncia all’amore per l’Arte: “L’Arte mi chiama ed essa io servo ciecamente ed infinitamente. Per te io soffro perdutamente, mentre in me la voce dell’Arte a se, sempre di più mi attira.

Antonietta Preziosi Napoli 26 ottobre 1972


AD UN FIGLIA DELL’ARTE (Il Rievocatore del marzo-maggio 1973)

Ci fa volar soavi,
nella sua intima essenza,
dove i moti dei sentimenti si susseguono danzando
in pura e dolce armonia.
La presenza sua
Nella poesia e nella musica,
è si maestosa da vibrare il core.
La sua dolcezza
Limpida e sincera
tocca serena e leggera
Con emozione infinita:
l’animo d’ognuno
che ad ascoltar si appresta,
la sua voce di mormori armonico
che in ogni istante rinnova
l’esistenza di chi l’ama.

Alla mia maestra Poetessa Antonietta Preziosi,
con la più alta stima e riconoscenza.







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Il mistero della Vita e della Morte (stralcio)



Creazione e realizzazione copertina di Gennaro D'Aria. Diritti riservati






….Non sappiamo perché nasciamo, viviamo e, moriamo, Non sappiamo se questa che noi viviamo è la morte e quella che noi chiamiamo “morte” la vita. Questo dilemma mi ha sempre accompagnato.
O meglio, mi correggo, sappiamo perché nasciamo: perché due individui, un maschio ed una femmina, (mi piacciono questi due termini danno ampiamente il senso dell’impollinazione in natura, a differenza di uomo e donna), decidono di accoppiarsi, e si sa che il fine primario dell’accoppiamento, come asseriva lo Schopenhauer, è la procreazione della specie. Di conseguenza viviamo e ci portiamo dietro questo fardello per tutto il tempo stabilito per la nostra permanenza su questa terra, dove a nostra volta amiamo, gioiamo, soffriamo, commettiamo lo steso errore di nostri genitori, e ci affatichiamo per vivere adeguatamente ma la vita, come noi la intendiamo ci regala più dolori che gioie ed allora a che vale tutto ciò?... Qual è il fine?... Non lo sapremo mai. Si, esistono moltissimi libri sull’argomento e montagne di teorie filosofiche ma la verità vera resta un mistero.

Io non credo molto al fatto che dopo la morte ci sia un luogo, un qualcosa che mi faccia, diciamo, vivere (?.... ) in un modo migliore…. Il concetto di aldilà è comune a tutte le religioni e da la speranza per il dopo e la forza di continuare a vivere. Ma comunque resta una convenzione. Dicevo che non credo a questo posto incantevole, a questo supremo luogo, ma credo invece, che ci si addormenti e tutto finisce li. Non c’è più nulla. Il vuoto assoluto… E’ come addormentarsi la sera e non sapere più nulla, non vivere fino al mattino dopo, al suono della sveglia. Pensate alla sveglia che suona e voi che non vi svegliate. Non succede più nulla e non saprete più nulla. Ed anche questo non so se mi spaventa o meno… Se ci penso non vi nascondo che provo una sensazione strana, forse paura?... Non lo so. Pensare al nulla... credere al nulla, ci può aiutare?...
Sapere che possiamo fare ciò che vogliamo e che non vi sarà un giudizio finale cosa comporta?... Io che, sono favorevole alla tesi del nulla, sono consapevole del fatto che proprio la convinzione negli uomini che ci sarà un giudizio ultimo, li frena un po’, ma proprio un po’, vista la malvagità e la crudeltà insita negli ultimi tempi. Ma sono altrettanto convinto che qualunque cosa si faccia, qualunque delitto si commetta, qualunque nefasta azione, il giudizio è terreno (non nel senso di giustizia penale o civile, quella è transitoria) e la condanna la si sconta e consuma nei modi più disparati. Secondo me questo spaventa di più essere puniti e “Soffrire in vita” che non il “dopo” la morte……





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martedì 29 maggio 2007

Strategia per un posto di lavoro

Cartello-copertina di Gennaro D'Aria. Tutti i diritti riservati.






STRATEGIA PER UN POSTO DI LAVORO

Soggetto e sceneggiatura di Gennaro D’Aria


Interpreti Gennaro D’Aria e Felicia de Castiglione

Ispettore di produzione Antonio Scardini

Operatore e montatore Filippo Filetti

Arredamento e costumi Maria Manna

Regia di Gennaro D’Aria


Titoli e quadri di testa
Musica per tutta la durata dei titoli e quadri
di testa.


SCENA 1° interno Giorno UFFICIO

Dietro uno scrittoio molto ampio il dirigente dell’azienda sta selezionando il nuovo personale. Un giovane si alza ed esce.

DIRIGENTE:
Avanti il prossimo.

Entra Gennaro. Saluta e va a sedersi davanti alla scrivania.

DIRIGENTE:
Lei e’?……

GENNARO:
Gennaro Capace di fu Pasquale e di fu Antonietta Piscopo.

DIRIGENTE:
Ah, si si….Cerca in una cartella la pratica che riguarda Gennaro. Ne estrae un foglio e incomincia a leggere in silenzio. Poi dopo poco.

Vedo…. Vedo….. Lei ha un ottimo curriculum. Complimenti.

GENNARO:
Grazie!…. Ho lavorato in quell’azienda per oltre dieci anni. Piu’ esperto di me?… Purtroppo, come le ho scritto nelle note, l’azienda ha chiuso per fallimento e ci siamo trovati tutti dalla sera al mattino in mezzo ad una strada. Con tutti i problemi che una simile decisione possa creare a chi ha un lavoro stabile e sicuro e su questa certezza ha pianificato tutta la sua vita.

DIRIGENTE:
Capisco!…..

GENNARO:
Si?…… No dico si….. mi da ragione…..

DIRIGENTE:
Vede giovanotto, nemmeno noi ce la passiamo tanto bene. Abbiamo un esubero di personale…. E…. non so…… L’ho convocata a titolo di cortesia anche perche’ l’avevo promesso al nostro comune amico che l’ha presentata….. Lei e’ sposato….. Ha una bellissima moglie mi diceva il nostro amico……

GENNARO:
Mia moglie e’ nata bella!…… Dotto’

DIRIGENTE:
Continuando il discorso. Ha due figli……..

GENNARO:
Si. Un maschio e una femminuccia…. Mia moglie, povera donna ci perde le giornate. Prede una foto dalla tasca e mostra i suoi figlioli. Dotto’ il mio e’ il classico caso umano.

DIRIGENTE:
Tutti quelli che vengono qui hanno un caso umano alle spalle……. E sua moglie?…….

GENNARO:
Cosa mia moglie?……

DIRIGENTE:
Dov’e’?……

GENNARO:
A casa a guardare i bambini.

DIRIGENTE:
Non l’ha accompagnata?…..

GENNARO:

DIRIGENTE:
Ma a volte sa…. Una presenza femminile….. puo’ chiarire molte cose…… Puo’ essere determinante in certe situazioni…… Mi dispiace ma al momento non possiamo assumere piu’ nessuno. Ci sentiamo tra qualche mese sperando che si sia sbloccata la situazione.

GENNARO:
Dotto’…… Vedete che potete fare……

DIRIGENTE:
Al momento niente. Grazie. (Si alza. Gli tende la mano e lo manda via)

SCENA 2° Esterno giorno.

Gennaro esce dal palazzo. E’ avvilito. La speranza di una imminente sistemazione e’ svanita. E’ assorto nei suoi pensieri tanto assorto che non si accorge che qualcuno lo sta chiamando. L’uomo gli si avvicina.

UOMO:
Genna’ ma si proprio surde!…. Te sto chiammann’’a mezz’ora!……

GENNARO:
Nun e’ mezz’ora che sto’ cca!…….

UOMO:Va beh si fa per dire…….

GENNARO:
Si semp’’esagerato!……

UOMO:
Ti vedo avvilito. Che e’ successo?…….

GENNARO:
‘E c’adda succedere cchiu’…… Songhe venute a fa nu colloquio per un lavoro e non mi hanno dato nessuna speranza….. Hanno il personale in esubero!…..

UOMO:
Ma addo si state?……

GENNARO:
Alla PIGI import export……

UOMO:
Dal dott. Esposito……

GENNARO:
Esattamente!…..

UOMO:
Sa quanti posti liberi tiene?……

GENNARO:
Comme ten’’e posti liberi?…….

UOMO:
Si, e’ fatto cosi. Se non vede le donne nun da niente a nisciuno. E’ patito con le moglie degli altri. Sa quante se ne portate a letto. Se vuoi il posto portagli tua moglie.

GENNARO:
Mo te chiave na cosa ‘nfacce a te ‘e a jsse!….. Io vache a dicere a mugliereme na cos’’e cheste?……

UOMO:
Ma te sistieme pe sempe!….. Vicino ai soldi non esiste niente. Te ricuord’’film proposta indecente?……

GENNARO:
Pensando. No, no, ma che si pazze! Chelle mia moglie nun me fa manche ferni ‘e parla che me spute ‘nfacce!

UOMO:
E allora non c’e’ soluzione……

GENNARO:
(Come dopo aver avuto un lampo di genio) Non c’e’ soluzione?…… E chi lo dice?……. Dissolvenza.

SCENA 3° ESTERNO GIORNO.

Una strada isolata. Una prostituta passeggia su e giu. Gennaro arriva di corsa e si avvicina alla prostituta.

GENNARO:
Con il fiatone Quanto prendi?…..

PROSTITUTA:
Eh, chesta fretta tieni?…… Calmati. Ti fa male!….

GENNARO:
No ho corso perche’ temevo di non incontrarti.


PROSTITUTA:
‘E ll’agge capito!……

GENNARO:
Quanto prendi?…..

PROSTITUTA:
Sensuale Mi a dicere che vuo’ fa’……

GENNARO:
Io nun aggia fa niente. E’ un altro che deve fare.

PROSTITUTA:
E tu devi guardare?…… Nun te facev’’accussi zezzuso……

GENNARO:
No ti devo noleggiare per un paio d’ore. Devi impersonare mia moglie.

PROSTITUTA:
Uh, bello come in un film.

GENNARO:
Ti devo presentare ad un dirigente….. tu ti presterai a tutto…. Pero’ non devi cedere subito lo devi lasciare un po sulle spine. Non dimenticarti che sei mia moglie. Poi ti lanci a pesce. Pago io non preoccuparti….

PROSTITUTA:
Si ma se mi chiede delle cose extra?……. Si bagna le labbra con la lingua che faccio?….

GENNARO:
Fai tutto quello che vuole. Ora ti devi trasformare completamente. Parrucchiere, abito……. Trucco elegante…… Ti porto da un mio amico. Prende dalla tasca dei soldi e glieli da Questo e’ un anticipo. Ci vediamo domani. Si allontana. Seguono scene dal parrucchiere, truccatore e negozio d’abbigliamento. Sottofondo musicale.
Poi Gennaro e la prostituta ben vestita, sono pronti per recarsi dal dirigente.

GENNARO:
Eccoci pronti per la nostra interpretazione. Ti raccomando suii semplice e naturale. Io ad un certo punto di lascio sola ed hai il campo libero. Il mio futuro dipende da te. Andiamo.
I due escono

Scena 4° Interno giorno. Ufficio del dirigente.
Annunciati dalla segretaria entrano Gennaro e la Prostituta. Gennaro spavaldo si avvicina al dirigente stringendogli la mano.

GENNARO:
Mi deve scusare se la importuno. Ma ci siamo trovati da queste parti…. Voglio presentarle mia moglie.

DIRIGENTE:
Guardando la donna. Ha fatto benissimo. Bacia la mano alla donna. Veramente incantato. Prendete un caffe’….

GENNARO:
Si….. grazie.

DIRIGENTE:
E lei signora….

PROSTITUTA:
Un…. Chinotto….

DIRIGENTE:
Un chinotto……
Si avvicina allo scrittorio alza il telefono e chiama il bar…ordina due caffe’ ed un chinotto. Squilla il cellulare di Gennaro. Finge di parlare.

GENNARO:
Scusate mi devo allontanare. Mi ha chiamato mio fratello. Ha un problema con la macchina. Mentre voi gustate il caffe’ io vado e ritorno. Esce.

DIRIGENTE:
Che simpatico suo marito. Si avvicina alla donna le prende la mano. Sono sicuro che insieme troveremo una sistemazione per questo giovanotto.

PROSTITUTA:
Ne ha tanto bisogno….

DIRIGENTE:
Lo so…. Con la sua collaborazione….. Ce la faremo. Si piega sulla donna. Dissolvenza.

SCENA 5° INTERNO GIORNO. UFFICIO.
Gennaro e’ seduto alla sua scrivania e parla al telefono. Dopo poco entra il dirigente.

DIRIGENTE:
Come si trova tra di noi questo giovanotto?….. E come va il suo primo giorno di lavoro?…..

GENNARO:
Bene!….. mi sono gia’ ambientato.

DIRIGENTE:
Bravo!…..Qualsiasi cosa le occorre non faccia complimenti. Mi chiami pure.

GENNARO:
Non dubiti.

DIRIGENTE:
E adesso ho una sorpresa per lei. Sa chi e’ venuta a farle visita per congratularsi con lei?…..

GENNARO:
Chi e’?……..

DIRIGENTE:
Sua moglie……

GENNARO:
Ah, mia moglie…..

Il dirigente esce ed entra con la vera moglie di Gennaro. Gennaro appena la vede rimase sorpreso.

GENNARO:
Balbettand. E tu che fai qui’.

MOGLIE:
Mio caro se stai dietro quella scrivania e’ tutto merito mio…..

DIRIGENTE:
Verissimo!….

GENNARO:
Come merito tuo?…….

MOGLIE:
Te l’ho tenuto nascosto per farti una sorpresa. Il dottore e’ il cognato della mia piu’ cara amica…. Gabriella….. Una parola…. E poi un’altra……. ed eccoti qua’. Quando una donna vuole…. Nulla la trattiene. Guarda in macchina e fa l’occhiolino. Lei e il dottore escono.

Squilla il telefono e Gennaro inizia a parlare mentre la camera fa una carrellata all’indietro fino a quando Gennaro scompare completamente.

Titoli di coda e musica.

















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lunedì 28 maggio 2007

Intervista alla Radio

Fotogramma tratto da una scena dal film La dolce Vita






Da confessioni in una intervista alla radio, in occasione della presentazione del cd Gennaro. (stralcio) 2004

.... sin da piccolo ho avuto la passione per l’arte, per il canto, (veramente nel contempo c’è stato anche un periodo transitorio nel quale avevo il desiderio di farmi prete ed organizzavo messe in casa imitando il sacerdote della parrocchia. Quando poi ho incominciato a sentire il desiderio delle ragazze ed ho capito cosa mi sarei perso dalla vita, ho compreso che la carriera sacerdotale non si addiceva ad uno come me) Improvvisavo piccoli spettacoli in casa per i miei fratelli. Il tavolo si trasformava in palcoscenico ed il manico della scopa in microfono, i coperchi delle pentole in piatti musicali: imitavo Celentano, di Capri, a volte mi esibivo per gli amici, o per le ragazze che conoscevo con le quali giocavo anche al dottore e all’ammalata. Cose tra l’altro fatte da chiunque a quella età, solo che in me erano talmente radicate che me le sono portate dietro per tutta la vita. Nasco ed inizio come cantante, dopo aver studiato canto alla scuola di Nunzio Gallo, con il maestro Conte. Inizio a frequentare la Galleria ed a conoscere diversi artisti, divento amico di Mimmo Rocco, di Gianni Rock, futuro Massimo Ranieri, con il quale spesse volte ci troviamo da Mille foglie, una pasticceria nei pressi di Piazza Dante, (da anni non esiste più) a gustare le prelibatezze, conosco Mario Merola, Pino Mauro, Mario da Vinci, ed impresari tra i quali, Franco Baldi, manager di Claudio Villa e futuro suo suocero. (Frequento Villa quando viene a Napoli, e spesso sono stato sulla sua barca ormeggiata giù al molo della Zi Teresa a S. Lucia. Assisto ad una sua registrazione negli studi Rai di Napoli di una canzone non ricordo di quale edizione del festival di Napoli) Frequento i teatri tra cui il Politeama, quando c’è il festival di Napoli, ed io mi trovo dietro le quinte tra gli artisti. Questo mondo mi ha sempre affascinato. La mia prima esibizione canora avviene a S. Prisco provincia di Caserta dove mi esibii con due canzoni del repertorio di Adriano Celentano. Poi ho partecipato a matrimoni, e feste patronali, concorsi vari, tramite “Don Ciccio” un impresario della Galleria noto e traffichino… Ho partecipato a diverse sceneggiate con Susy Stella. Poi ho iniziato a scrivere mie canzoni, commedie, poesie… ho iniziato a recitare ampliando cosi il campo dei miei interessi artistici…. Ho fatto tante cose e continuo a farne senza diventare ricco, le faccio innanzitutto perché è il mio lavoro, e poi perché mi piace farlo e questa secondo me è la cosa fondamentale che ti ripaga di tutto il resto…. Meglio svolgere un lavoro che ti soddisfa anziché farne uno che ti arricchisce economicamente ma ti butta giù psicologicamente ed offende la tua persona, in quanto gli interessi e le prospettive sono di ben altra natura…. Poi venne il periodo delle nascenti TV private ed io le frequentavo proponendo al pubblico spettacolini di miei testi teatrali, poesie e monologhi.
….Tra tutte le cose che ho fatto oppure alle quali ho partecipato, l’esperienza che ricordo con simpatia e che mi ha lasciato un segno è stata la partecipazione al film di Mario Salieri La dolce Vita, nel 2003, nella scena dell’uccisione del guappo, (dove feci partecipare anche diversi amici e conoscenti nel ruolo di comparsa). Era la prima volta che mi trovavo sul set di un film porno e pur non partecipando alle scene di sesso all’inizio ero un po’ impacciato nel senso che non sapevo come mi avrebbero giudicato, in seguito, tutte quelle persone che mi conoscevano e che avrebbero visto il film. Ma poi mi dissi che problema non c’era in quanto se quelli che mi conoscevano andavano a guardare il film perché io avrei dovuto vergognarmi di avervi partecipato e guadagnato?.... La cosa mi piacque ed ebbi l’occasione di partecipare ad altri due film stavolta, però, mi trovavo sul set tutti i giorni e per tutta la durata dell’intera produzione e vedevo dal vivo le scene di sesso esplicito, in ogni forma, la disinvoltura delle attrici e degli attori, la costruzione di ogni rapporto. Una esperienza indimenticabile… Questi film, trasmessi da Telecapri a tarda notte, sono stati visti da un grandissimo numero di persone, persone a me sconosciute le quali, riconoscendomi, come accade quando partecipo alla Squadra oppure ad un Posto al sole, mi hanno fermato per strada chiedendomi informazioni sulle scene nonché la prassi da adottare per partecipare… Tutti fanno i moralisti… tutti si scandalizzano ma tutti li cercano e li vedono, questi film, comprese le donne… Io, personalmente, non mi sono mai né pentito né offeso per quel che ho fatto in quanto ogni scelta è stata ponderata ed accettata consapevolmente….




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domenica 27 maggio 2007

Rione Sanità (L'idendità perduta) Doc.

Gennaro D'Aria






QUARTIERE SANITA’
(L’idendita’ perduta)
documentario
Soggetto Sceneggiatura e Testo di Gennaro D’Aria

Copyright 2005 Accademia Artistica Letteraria D’Aria – Napoli -


Una produzione Accademia Artistica-Letteraria D’Aria
Ricerche di Gennaro D’Aria
Consulenza di Maria Manna
Riprese di Filippo Filetti e Gennaro D’Aria
Location Manager Pamela Hallmark
Montaggio: Filippo Filetti
Regia di Gennaro D’Aria

SCENA: ESTERNO GIORNO INQUADRATURA DALL’ALTO DELLA CITTA’.
UNA RAGAZZA SEDUTA AD UN BAR DOPO AVER BEVUTO DEL CAFFE’ LEGGE LA BREVE PREMESSA ( Nel montaggio si alterneranno alcune immagini di vicoli e violetti )

PREMESSA: da sempre Napoli e’ divisa in due; la Napoli dei grandi alberghi, degli industriali la Napoli bene, quella della collina di Posillipo, di via Tasso, del Vomero. La Napoli delle bellezza naturali. Quella Napoli abitata e frequentata da imprenditori, politici, professionisti con studi da migliaia di euro, persone che vivono nei loro lussuosi appartamenti e nelle sontuose ville al di fuori della realtà napoletana e se qualcuno ne parla sfuggono al discorso ed ai problemi, poi abbiamo l’eterna Napoli nobilissima della povera gente dei quartieri storici, di quei quartieri che hanno segnato un epoca e che oggi per l’incuria, il degrado a cui sono sottoposti hanno perso la loro identità. Qui l’emarginazione e’ culturale e sociale. Gli abitanti di questi quartiere decadono come decade la storiografia. I monumenti, i palazzi storici, le chiese, i vicoli, colmi di gloriosa vita, oggi freddi e angusti, scheletri del loro passato, si identificano con gente emarginata al suo destino di perenne abbandono e povertà. Noi abbiamo voluto per scelta, nel nostro piccolo, visitare il quartiere più nobile di questa città eterna: Il quartiere Sanita’.

TITOLI DI TESTA E MUSICA

Partono le immagini

Giungendo da porta S. Gennaro, cosi chiamata perchè era la porta che conduceva alle catacombe di S. Gennaro (di questa antichissima porta si hanno notizie sin dal ‘928 e pare che non fosse collocata nel luogo attuale , dove fu portata nel 1573, ma piu’ indietro.) Attraversiamo via Fuori Porta S. Gennaro e, entriamo in via Vergini, il toponimo nasce dai seguaci del Dio Eunosto al quale offrivano la loro verginita’, dove fiorirono abitazioni di principi e reggenti e, ampia strada di transito, un tempo, di carrozze di nobili che l’attraversavano per recarsi alla Reggia di Capodimonte oggi, ampio centro commerciale che ne ha deturpato la bellezza e ne ha occultato la storicita’, Via vergini e’ la strada che conduce alla non meno nota Piazza della Sanita’, la piazza del celebre quartiere Sanita’ cosi chiamato per il verde e l’aria salubre, era un tempo meta turistica. Questo e’ il celebre quartiere dei guappi. Qui troviamo la chiesa d’’o Munacone.

Sulla sinistra di Via Vergini troviamo il celebre Palazzo dello Spagnolo, costruito nel 1738 dall’architetto Ferdinando Sanfelice, il quale rappresenta l’architettura civile al tempo di Carlo III di Borbone, e’ una costruzione funzionale e coeva al Palazzo di Capodimonte, in quel periodo di prorieta’ del Marchese Nicola Moscati, oggi il palazzo e’ sede di associazioni culturali.

Sul lato destro di Via Vergini, troviamo la monumentale chiesa di S. Maria dei Vergini il vero centro del quartiere. Per colpa dei bombardamenti dell’ultima guerra e d’innumerevoli furti oggi la chiesa conserva pochissime tracce delle opere d’arte del passato anche se detta chiesa non ha mai posseduto i tesori d’arte che ornano tante chiese del circondario la testimonianza storica che conserva e’ di grandissimo valore, prima fra tutto il fonte battesimale dove fu battezzato S. Alfonso Maria de Liguori, che proprio in queste strade inizio’ la sua attivita’ religiosa. On molti anni fa sono stato rinvenuti nei sotterranei della chiesa degli affreschi risalenti al XIV secolo, non va dimenticato il ricco e prezioso archivio, poco studiato, ma che si rivelera’ una preziosa fonte per la storia religiosa e sociale dei Vergini.
La parrocchia e’ dotata di un piccolo teatro dove con frequenza di organizzano rappresentazioni di vario genere.

Superata via Vergini ci troviamo all’inizio di via Sanita’ dove troviamo il sontuoso Palazzo Sanfelice costruito nel 1778, e, adibito ad abitazione dello stesso Sanfelice, e’ composto di due cortili e di due portoni armati di sirene che reggono un balcone e da un ampio giardino interno, scenografico fondale come un intraforato merletto architettonico.
Per la cronaca ricorderemo che in questo borgo, mori a settantuno anni il 7 gennaio del 1891 Francesco Mastriani autore di 107 romanzi e 100 novelle.

In Via S. Maria Antesaecula troviamo la casa di Toto’ il comico piu’ amato dai napoletani e non solo. In questa zona Toto’ e’ venerato come un santo. Statue ed edicole lo ricordano con profondo ed immutato affetto.
Lungo tutto il percorso troviamo, quasi ad ogni angolo, in ogni vicolo, edicole votive, segno del profondo culto religioso di questo popolo che giorno dopo giorno si affida ai santi protettori per tirare avanti alla meno peggio.

In Piazza Sanita’ ci rechiamo in visita alla famosissima chiesa barocca di S. Maria alla Sanita’ costruita sulle catacombe di S. Gaudioso e famosa per la statua di S. Vincenzo detto ‘O Munacone, eletto a Patrono della Sanita’ proprio dai guappi in quanto, sembra, li abbia salvati dal carcere o dalla forca. Un tempo, due volta l’anno si celebravano, grandi festeggiamenti, in onore di S. Vincenzo, che coinvolgevano tutta la zona……..





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Quando donna si dice danno

QUANDO donna SI DICE danno
Cortometraggio tratto dalla scenetta: L’Avvocato.
Video su: Google video
Soggetto Sceneggiatura e musica di
Gennaro D’Aria

Produzione e realizzazione: Accademia Artistica Letteraria D’Aria
Copyright Gennaro D’Aria-Accademia Artistica Letteraria D’Aria


QUANDO DONNA SI DICE DANNO

Titoli e quadri di testa.
Musica per tutta la durata dei titoli e
Quadri di testa.


SCENA 1 INTERNO GIORNO LOCATION: CAMERA
DA LETTO

INTERPRETI:
GENNARO

Gennaro a letto. Dorme profondamente. Un fascio di luce penetrando dal balcone socchiuso lo sveglia. Di scatto scende dal letto e dal suo gesto comprendiamo che e’ in ritardo ad un appuntamento. Va nel bagno e apre la doccia ma manca l’acqua. Prende una bottiglia di acqua minerale la versa nel lavandino e si lava il viso. Si pettina. Entra in cucina per prepararsi il caffe’ ma manca il gas. Si veste in fretta. Decide di prendersi un caffe’ al bar.

SCENA 2 ESTERNO GIORNO LOCATION: STRADA

INTERPRETI
GENNARO
LA MOGLIE

Gennaro esce dal palazzo. Il Bar sottocasa e’ chiuso per lutto. In fretta si porta all’autobus ma e’ sciopero dei trasporti.

GENNARO: Mio Dio!… ma si e’ fermato il mondo stamattina?…. Ah, moglie mia come vorrei non averti mai incontrata….. Me’ purtate sempe scalogne.

A piedi e cospicuamente sudato arriva all’appuntamento con la moglie allo studio dell’avvocato. La moglie lo rimprovera per il ritardo e lo apostrofa con gli aggettivi piu’ offensivi. Lui tranquillamente la segue, mentre lei si avvia per le scale.

PORTIERE uscendo dalla guardiola

PORTIERE: Signori dove andate?

MOGLIE: Dall`avvocato…..

PORTIERE: E volete chiedere prima a me?…. O si no io che ce stonghe affa` cca` sotte?

MOGLIE: E` io che ne sacce?….

GENNARO: Ha ragione!….

MOGLIE: Statte zitte tu….. (al portiere) Io gia` lo so dove sta l`avvocato che vo` domande affa`?…

PORTIERE: Io sono responsabile del palazzo.

MOGLIE: Eh, comm``a state facenne longhe….. (con autorità`) Responsabile del palazzo…. Che se pigliane nu piezz``e so portene…..

GENNARO: Va bbuo` addo` sta` st`avvocato?…. O si no nun a fernimme cchiu`.

PORTIERE: Secondo piano interno 4.

GENNARO: Andiamo. (continuano a salire mentre la moglie lo rimprovera)

SCENA 3 INTERNO GIORNO LOCATION: INGRESSO
STUDIO

INTERPRETI
GENNARO
LA MOGLIE
L’AVVOCATO
LA SEGRETARIA
Due comparse


I due salgono dall’avvocato. La segretaria dell’avvocato sta’ accompagnando due clienti alla porta. Entra Gennaro con la moglie. La segretaria dice di attendere pochi minuti.

SCENA 4 INTERNO GIORNO. LOCATION: STUDIO
LEGALE.

INTERPRETI:
GENNARO
LA MOGLIE
L’AVVOCATO
LA SEGRETARIA

LA SEGRETARIA STA’ CONCLUDENDO UNA CONVERSAZIONE TELEFONICA. SEGRETARIA: No Signora, mi dispiace, l’avvocato non rientrera’ prima della prossima settimana. No, e’ fuori per un congresso. Provi a chiamare fra dieci giorni. (posa il ricevitore)

L’AVVOCATO entra in campo.

AVVOCATO: Signorina chi era?….

SEGRETARIA Quella nevrastenica squattrinata della signora Notarbartolo.

AVVOCATO: Dio ce ne liberi!…. Noi avvocati abbiamo una stupida mania, quella di voler accrescere a tutti i costi il numero di clienti. Bisognerebbe avere solo clienti ricchi, perche’ quelli poveri ti fanno solo perdere tempo. Se sei onesto ma povero?… Non vali niente. Sei disonesto ma ricco?… Non c’e’ cliente migliore di te. Proprio adesso (agitando le carte) Abbiamo questo caso di divorzio da discutere, ma penso che mi faranno perdere solo del tempo. (prende posto allo scrittoio e consulta le carte. Poi alla segretaria). Adesso tocca ai coniugi Scamorza. Signorina li faccia entrare.

SEGRETARIA va ad aprire la porta

SEGRETARIA: Prego accomodatevi.

MOGLIE: E’ permesso?…. Possiamo entrare?….

AVVOCATO: Prego, prego accomodatevi.

MOGLIE: Io trase, sto’ trasenne…. So’ trasute!…..

GENNARO: (appena entrato va a sedersi direttamente.). Ah, ah.

AVVOCATO: Avite fatte tutte cose vuje!….

MOGLIE: E’ se’ assettat’’o criature!…. Ma che fai alzati.

AVVOCATO: Infatti, avete sentito sedetevi?….

GENNARO: No!….

MOGLIE: Alzati scostumato chiedi scusa all’avvocato e mo assettate.

AVVOCATO: ALZATEVI!… Signora lo devo dire io se si puo’ sedere.

GENNARO: Se po’ sape’ c’aggia fa?….

AVVOCATO: Va bbuo’… ho capito… assettiamoci tutti assieme, mo conto fino a tre e po’ c’assettamme… (Lazzi durante il conto. Poi appena seduti). Dite dite ablate.

GENNARO: Avvoca’, scusate noi siamo ridotti in queste condizioni jamm’’abballa’ cca’ gia’ c’abballen’’e cerevelle….

AVVOCATO: Io ho detto ablate che e’ spagnolo e vuol dire, parlate, arapit’’o furne.

GENNARO: Ma che stamme facenn’’e pizze?….

AVVOCATO: E’ io songhe ‘o pizzaiolo, vuje sit’’a scamorza a signora ce da’ ddoje pummarole e’ hamme fatte na’ bella margherita. Lasciamo stare le pizze. (A Gennaro) Che lavoro fate?….

GENNARO Avoca` adesso mi volete offendere?….. Io sono disoccupato organizzato…

MOGLIE: Si s`e` organizzat``affa `o disoccupato da una vita. Non ha mai trovato lavoro…

GENNARO: Io non mi abbasso a trovare lavoro e` il lavoro che deve trovare me.

AVVOCATO: Ho capito, questo e` il motivo del vostro contenzioso….

MOGLIE: C`ha fatte?……

AVVOCATO: Per questo chiedete il divorzio?…..

MOGLIE: No no. Assolutamente no.

AVVOCATO: Signora, mi volete dire allora perche` volete divorziare da vostro marito?

MOGLIE: Il motivo per il quale voglio il divorzio e’ perche’ questo fetente, vuole sposare una donna a ore.

AVVOCATO: Una filippina?… Uh, complimenti.

MOGLIE: Ma quando mai?…. Avvoca’ scusate siete, o fate ‘o battilocchio?….

AVVOCATO: Ma Signora?…..

MOGLIE: Va beh, vi chiedo scusa. Avete sentito donna a ore e avete capito cameriera….

AVVOCATO: Perche’ non lo e’?….

MOGLIE: No, e’ una di quelle che vi riceve in casa.

AVVOCATO: A guaglion’’e’ ospitale.

MOGLIE: Nu poco tropp’’ospitale, sape fa pur’’e massaggi.

AVVOCATO: Scusate, ma questa non e’ una cameriera fa e massaggi, ma che lavora dint’’a n’istitut’’e bellezza?….

GENNARO: Avvoca’ vi state avvicinando. Ma voglio darvi un indizio.

AVVOCATO: E si stamme facenn’’o quiz. Comunque mi avete incuriosito datemi l’indizio.

GENNARO: Il suo motto e’ soddisfatti o rimborsati, ma di solito il cliente rimase piu’ che soddisfatto.

AVVOCATO: Quindi la ragazza e’ volenterosa e svolge bene il suo lavoro?…

GENNARO: Toppo bene….

AVVOCATO: E’ proprio una brava ragazza…..

GENNARO: Avvoca’ vi state allontanando…

MOGLIE: Uh, avvoca’ quella e’ una zoccola!

AVVOCATO: Signora non si dicono queste cose….

MOGLIE: NO no e ’ proprio una zoccola… infatti fa la prostituta.

GENNARO: Ma ti pare bello che racconti tutt’’e fatte nuoste a stu scemo d’avvocato?…

AVVOCATO: Ma come vi permettete?…

GENNARO: Oh, scusate avvoca’ io l’ho pensato ma non lo volevo dire.

AVVOCATO: Azz… voi l’avete pensato e l’avete pure detto…. Ahhhh… sentite non mi fate piu’ pedere tempo e arrabbiare… ditemi c’e’ qualche altro motivo per cui volete il divorzio?…

GENNARO: Si ce l’ho io un altro motivo per divorziare da lei….

MOGLIE: Ah, ce l’ha lui un altro motivo e’ ghiut’’a carn’’a sott’’e maccarun’’a coppe.

AVVOCATO: Comunque qual e’?…

GENNARO: Ve lo vado a prendere io il motivo e ve lo faccio conoscere. (Si alza ed esce)

AVVOCATO: Ma che ten’’o mutive vivente.

GENNARO: (entra portando in mano un pappagallo) Eccolo, da quando c’e’ lui non sto piu’ bene chist’’e o meglio mangia pane a tradimento rattuso che esiste a Napoli, basta che chiamm’’a mamma, che dice che vo’ mangia’ ca mia moglie cucina solo per lui e io dimanghe digiuno e nun me fa mangia’ cchiu’.

MOGLIE: Ma che vuo’ do figlio mio bello ca quando ti vede per disperazione si tira pure e penn’’a cuolle.

GENNARO: Avvoca’ ma voi avete sentito che l’ha chiamato figlio mio!?…

AVVOCATO: Sentite la signora fa bene a chiamarlo figlio mio pecchè chill’’ e chiu’ cristian’’e vuje. E mo jatevenne…. Uno due e tre…. Jatevenne….. altrimenti per voi due chiamo i carabinieri e ve facce chiudere dint’’o manicomio. Jatevenne… Jatevenne…. (Li butta fuori. Va a sedersi sfinito. Signorina, per oggi abbiamo finito. In tutta la mia carriera nun so maje cadute malate come in questo momento. P.P. dell’avvocato.














































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Tabaren (una rievocazione degli anni '30)

Gennaro D'Aria






TABAREN
Ideazione, testi e ricerca musicale di Gennaro D”Aria

Copyright 1977 Gennaro D’Aria Accademia Artistica Letteraria D’Aria
Registrato e trasmesso da Canale 34 (prima sede in Via Tasso)
Interpreti: Gennaro D’Aria e Nunzia Greton


Scena: Un Tabarin. Ingresso nel fondo, dal quale s’intravede la strada. Vari tavolini con rispettive coppie. Sul lato sinistro l”orchestrina. Sul lato destro un tavolino dove vi e” seduta una cocotte.
All’apertura del sipario la scena, e` molto animata:. Persone entrano, altre che escono. Alcuni camerieri girano per i tavoli. Su di una pedana tre ballerine danzano al suono del can can. Terminato il numero, l”orchestra suona: Addio Tabarin. Entra la presentatrice.
(sottofondo musicale)

Present. Buonasera cari signori e signore. Questa sera, per uno scherzo dell”autore, noi vi trasporteremo, nei favolosi anni venti. Stasera entreremo in uno dei tanti tabarin che furoreggiarono in quei tempi, e dove troveremo i personaggi piu` svariati: dal celebre ufficiale di cavalleria, al soldatino, dallo studente alla cocotte. Sono gli anni dove nella gente v’e` un non poco pessimismo per i fatti ben noti…e dove la gente annegava il suo dolore con una bottiglia di champagne oppure… eh, con un po` di polverina. Ma entriamo in questo Tabarin. (La presentatrice esce. La musica continua. Entra il Conte Aristide Ponchielli.)
Conte: (Facendosi avanti) La noia…. Lo pleen….!…. questa notte sono davvero blasé Ah, se avessi un po` di polverina almeno… Macche`…. Hanno avuto il coraggio di chiedermi cinquanta lire… e per una presina… pazienza dovro` contentarmi dello champagne e se dico champagne deve essere almeno quello della vedova Cliquot, per intenderci e non il moscato di S. Marino….
Cocotte: (scrutando il Conte lo chiama). Signore!….
Conte: (voltandosi di scatto). Dice a me?… (c.s.) Che bella donna pero`?….
Cocotte: Beviamo insieme una coppa di Campagne?….
Conte: (avvicinandosi) Echante`!…. Mi presento: Conte Aristide Ponchielli….
Cocotte: (Estasiata). Piacere…. Mimi` Sciu` Sciu`… artista-cantante….
Conte ….Credevo ballerina.
Cocotte: Cantante, ballerina, fantasista e…. tutto….
Conte: Enchante` piu` che mai, anzi tres enchante`… incantato tre volte… allora visto che lei balla, perché… non balliamo?…
Cocotte: C`e` quella nuova danza… ma non so… Mamma` mi ha detto che a ballarla si fa peccato… Peccato mortale.
Conte: Il peccato mortale lo compie se non mi da il piacere di stringerla tra le mie braccia.
Cocotte: Ma mamma`…..
Conte: Sciocchezze!… Io sono un esprint fort… cara Mimi…. Lei certamente prima parlava del tango…. Io sono l`aquila del tango…. L`avvoltoio del casche`… il Napoleone della danza….!… (autoritario, rivolto all`orchestrina) maestro… tango….!
Maestro: Eseguiro` El Choclo…! (il conte e la cocotte ballano)

Conte: Mia cara Mimi lei e` una piuma…. Meravigliosa.. se non fossi uno scettico, se potessi ancora credere in qualcosa sento che potrei anche amarla.
Cocotte: (euforica). Oh… si!….
Conte: Ma il mio cuore e` arido… sono uno scettico… uno scettico blu`.
(Il conte si alza e canta scettico blu`)
Cocotte: Oh, conte… Aristide…. Aristiduccio mio…
Conte: (d`impeto) Mimi fammi guarire dalla mia malinconia. Ma non mi fido le donne sono vipere….
Cocotte: Povero aristiduccio…! Chissa` quanto avrai sofferto.
Conte: Eh, si tanto…. Si chiamava Estrellita… lavorava nel caffe` chantant
Cocotte: La conosco…. Quella squasciosa…
Conte: (come inebriato al ricordo) Che trecce… che braccia… che…. Cu… ma era una vipera.
Cocotte: …Povero conte… povero aristriduccio … una vipera come questa che conoscevo io…. Ascolta.
Conte: Ti ascolto.
(la cocotte canta Vipera)
Conte: Che voce meravigliosa…. (sbirciandola). Una voce… di petto…
Cocotte: Bricconcello!
Conte: Mimi…. Mimi … canta ancora per me!…
Cocotte: Che vuoi che ti canti?
Conte: Canta Ladra
Cocotte: Allora… a tua gentile richiesta cantero` Ladra e poi… per deliziarti ancora… abat jour….
Conte: ….. e poi berremo lo champagne.
( La cocotte canta. Tra una canzone e l`altra frasette d`occasione).
Cocotte: ….Ed ora a noi due…. A te una coppa di champagne!… (gli porge la coppa)
Conte: Tu sei spumeggiante e frizzante come una coppa di champagne.
(la musica attacca l`omonima canzone. Il conte canta.)
Conte: …..Ancora una canzone Mimi…..
Cocotte: Si, ancora una canzone… triste, nostalgica… carica di sentimento…
Conte: ….e s’intitola?….
Cocotte: Fiocca la neve. (la cocotte canta)
Conte: Oh, i buoni sentimenti, le dolci memorie dell`infanzia. Le mani sante della mamma….
Ed eccoci invece qui in quest’abisso del vizio… pronti ad accogliere il pallido ectoplasma delle gigolette… quest’assurdo fantasma che evoca la citta` dei peccati…. Parigi….!…. (si abbassano le luci. Entra una ballerina. Danza delle libellule. Finale con addio Tabarin e coro a bocca chiusa.)














standard

sabato 26 maggio 2007

Evanescenza

Copertina e manifesto creazione e realizzazione di Gennaro D'Aria. Diritti riservati

EVANESCENZA
Soggetto e sceneggiatura di
Gennaro D`Aria
Prima stesura. Stralcio dalla sceneggiatura

Copyright © 2005 by Accademia Artistica Letteraria D`Aria


Titoli e quadri di testa.
Musica per tutta la durata
dei titoli e quadri di testa.


SCENA 1° esterno giorno. Scuola

Uscita: quattro ragazze camminano insieme. I libri sotto il braccio. Chiacchierano animatamente ed allegramente. Davanti Laura e Giulia più indietro Loredana e Gabriella. Arrivate all’angolo della strada le ragazze si fermano.

LOREDANA:
Allora che fate?……. venite?

GIULIA:
Io non posso ve l’ho già detto.

GABRIELLA:
Su non fate le solite!….. Vi divertirete anche voi.

LAURA:
Anch’io non posso. Domani c`e` compito in classe e sono a zero.

LOREDANA:
Ma ci sbrighiamo presto. Su non fate le monache di clausura…

GIULIA:
Macchè monache…. E poi i miei vogliono che torno a casa presto.

LOREDANA:
Laura almeno tu devi accompagnarci. Che diamine… non è poi la fine del mondo.

LAURA:
(Intimidita)
Ma ragazze….

GABRIELLA:
(decisa)
Basta!… Tu vieni con noi. (La prende sottobraccio e comincia a trascinarla. Poi rivolta a Giulia)
Su, vieni anche tu!…

GIULIA:
No, non posso.

GABRIELLA:
(Allontanandosi con Laura e Loredana)
Sei sempre la solita!… Ciao ci vediamo domani.

LAURA:
(Allontanandosi trascinata dalle amiche e rivolta a Giulia)
Ci vediamo nel pomeriggio. Ciao.

LOREDANA e GABRIELLA:
Ciao!

GIULIA:
(Vedendole allontanare)
Ciao!
(Poi pensierosa riprende il suo cammino)

SCENA 2 interno giorno.

Piccolo teatro. Sul palco una ragazza sta recitando. Italo, fotografo di scena, si avvicina per scattare alcune foto. In prima fila il regista Domenico Restelli dice qualcosa all`orecchio di Ornella, segretaria di produzione, che prende subito appunti su di un piccolo taccuino.

ORNELLA:
(rivolta alla ragazza sul palco)
Bene, signorina! Basta cosi…. può andare.

RESTELLI:
(rivolto ad Ornella)
Una vera frana!… tutte vogliono fare le attrici , ma non hanno un minimo di espressione. Completamente vuote.

ORNELLA:
(Sorridendo)
Coraggio, per oggi abbiamo quasi finito.

RESTELLI:
(rivolto ad Italo)
Italo, non t’affaticare!… E’ tutta pellicola sprecata.

Restelli si alza e va verso il fotografo. Parlano tra loro ma noi non sentiamo ciò che dicono. Anche Ornella sì e` alzata e raccoglie le carte dalla poltrona. A questo punto entrano Loredana, Gabriella e, un pò più distante dalle due amiche Laura. Si avvicinano ad Ornella.

LOREDANA:
Siamo venute per il provino.

ORNELLA:
(Sfogliando le carte e prendendo appunti)
I vostri nomi?……

LOREDANA:
Loredana Mancini.

GABRIELLA:
Gabriella Testa.

ORNELLA:
(Rivolta a Laura)
E lei?…..

LAURA:
No, io no. Ho solo accompagnato le mie amiche.

ORNELLA:
Allora si accomodi qui.
(Le indica una poltrona)

ORNELLA:
(rivolta alle ragazze)
Voi seguitemi.

Ornella e le ragazze si avvicinano al palco, passando davanti a Restelli. Ornella si sofferma e suggerisce qualcosa al regista il quale assuma un aria contrariata e seccata.

RESTELLI:
(rivolto ad Italo)
Scusa Italo non andare. Ancora qualche minuto.
Restelli ritornando al suo posto scorge Laura. La guarda con insistenza. Laura, dapprima ricambia lo sguardo, poi lo abbassa, confusa. Intanto sul palco ha preso posto Loredana: ha in mano un foglio con delle battute che dovrà leggere. Italo nel frattempo le scatta delle foto.

RESTELLI:
(Rivolto a Loredana)
Forza, signorina. Legga quello che le hanno dato… meglio che può.
Si sistema sulla poltrona. Il suo sguardo corre a Laura che e` attenta a quello che fa l’amica. Loredana inizia il suo provino ma Restelli è intento a guardare Laura che di tanto intanto, imbarazzata ricambia lo sguardo. Loredana prosegue ma le sue parole in lontananza non sono distinguibili. P.P. di Restelli e Laura. Restelli si alza e va a sedersi vicino a Laura.

RESTELLI:
(Rivolto a Laura)
Sono sue amiche?…

LAURA:
(Intimidita)
Si.
(Restano entrambi in silenzio per pochi secondi)

RESTELLI:
E lei non prova?…

LAURA:
No, non ne sarei capace.

RESTELLI:
(Sorridendo)
Beh, questo lo lasci decidere a me. Come si chiama?

LAURA:
Laura.

RESTELLI:
Laura…. Laura….
Le prende il mento con una mano e osserva il profilo.
Eppure… penso proprio che lei sarebbe adatta al mio personaggio. Il suo volto è quello che sto cercando.

Laura e` visibilmente intimidita e non risponde. Loredana intanto, ha terminato il suo provino. Restelli non lo ha seguito.

RESTELLI:
(A Loredana)
Grazie signorina. Può bastare. Avanti un’altra.

Loredana lascia il posto a Gabriella, anche lei ha un foglio tra le mani le due si scambiano un cenno d’intesa incrociando le dita in segno d’augurio.

RESTELLI:
Bene! Può cominciare.
Gabriella inizia il suo provino. Lo sguardo di Restelli ritorna su Laura. Poi rivolto a Laura.
Quanti anni ha?….

LAURA:
Venti…

RESTELLI:
Bene.
Cade assorto nei suoi pensieri. Anche Gabriella ha terminato il suo provino. Attende in silenzio senza sapere cosa fare. Interviene Ornella.

ORNELLA:
(rivolta a Restelli)
Maestro abbiamo terminato.

RESTELLI:
Un momento c`e` qui la signorina Laura che deve provare.

LAURA:
Sorpresa e confusa da questa decisione improvvisa
Ma io…. Gliel’ho detto…..

RESTELLI:
(deciso)
Non si faccia pregare…. Stia tranquilla. Le dirò io cosa deve fare.
Le prende un mano e la fa alzare. L’accompagna fino alla scaletta che porta al palcoscenico. Gabriella e Loredana sorprese dall’interesse di Restelli per Laura escono dal teatro.
Vada…. Su….

Laura inizia a salire la scaletta molto lentamente. Ornella, che ha intuito l’interesse di Restelli per Laura, la segue e poi la precede sul palco. Le indica dove posizionarsi.

RESTELLI:
(Rivolto al fotografo)
Italo voglio soprattutto dei profili e gli occhi bene in evidenza.
(Rivolto a Laura)
Laura cerchi di sorridere un poco.

Italo inizia a scattare delle foto. Ornella si avvicina per porgere dei fogli a Laura.

RESTELLI:
No!… niente fogli. Niente letture.
(Ornella ritira i fogli e va a sedersi vicino a Restelli.)
Laura…. Mi dica qualcosa….

LAURA:
cosa?… non so….

RESTELLI:
Su, coraggio… quello che vuole….. Mi parli di lei.

Laura inizia a parlare timidamente. Man mano che si racconta acquista sicurezza. La musica copre le parole. Restelli sale sul palco le indica dei gesti. Laura ascolta i consigli. Restelli e` sorridente e soddisfatto. A tratti concitato. Mentre Laura si muove sul palco Restelli dice ad Italo di continuare con le foto.
Laura ha terminato. Restelli le si avvicina le stringe calorosamente le mani. Le porge il suo biglietto da visita. Le da un appuntamento. Laura si schernisce e notiamo che dice: “Ci penserò”

Scena 3° interno Giorno

Camera di Giulia. Seduta allo scrittorio, Giulia stà lavorando al computer. Laura seduta sul lettino sfoglia svogliatamente un libro. Ha lo sguardo assente, segue altri pensieri. Giulia se n’accorge e si interrompe.

GIULIA:
Laura ma a cosa stai pensando?…..

LAURA:
Niente. Continua pure.

GIULIA:
(Affettuosa)
Ti ha telefonato di nuovo?….

LAURA:
Si.

GIULIA:
E cosa hai deciso?….

LAURA:
Nulla. Non so…. Sono confusa… indecisa…..

GIULIA:
Indecisa su lui o sul film?….

LAURA:
Su tutto. Vedi… finora non mi aveva mai sfiorato il pensiero di fare l’attrice… oltretutto non mi interessava. Poi ho conosciuto… lui…. E tutto mi sembra diverso…. Naturale…

GIULIA
(Sorpresa)
Non avrai mica perso la testa per…. Chissà quante donne avrà intorno quello…. Lui è diverso da te, dalla tua vita di tutti i giorni. Appartiene ad un altro mondo.

LAURA:
(senza convinzione)
Lo so… Lo so…

Laura si alza e si porta vicino alla finestra. Senza interesse guarda fuori. Giulia la guarda pensierosa.
LAURA:
(Con il viso rivolto ai vetri)
In questi giorni a telefono abbiamo fatto lunghe chiacchierate…. Penso di averlo capito… Anche lui e` solo come me…. Nonostante non gli manchi compagnia.
Laura si volta e ritorna a sedersi sul letto. Giulia la segue. Ora sono una di fronte l`altra.
Non so se ne sono innamorata. Non lo sono mai stata. So soltanto che e` il primo uomo al quale sono riuscita a parlare liberamente ed a raccontarmi… senza problemi. Non credevo fosse facile. Forse se avessi avuto un padre…. O un fratello…. Una sorella… certi problemi avrei potuto risolverli con loro. Con mia madre, lo sai, non c`e` dialogo. Lei ha i suoi problemi…. Li ha sempre avuti. Ha fatto mille sacrifici, per mandare avanti la casa e per una donna sola non e` facile. Io la capisco…. Le voglio molto bene ma… siamo diverse. Molto diverse.

Dissolvenza in chiusura e poi in apertura sulla

Scena 4 Interno Giorno. Appartamento di Rastelli.

Laura e Rastelli leggono la sceneggiatura.
Si susseguono varie immagini: Laura prova alcune scene. Rastelli le sistema i capelli. I due parlano, ridono, scherzano. Rastelli e Laura al ristorante. Rastelli e Laura a passeggio. Laura in un istituto di estetica. Laura esce dall’istituto completamente trasformata: piu` femminile, piu` sicura, piu` aggressiva. Girano per vari negozi. Laura diventa sempre piu` donna. Continuano le prove. Si intuisce che tra i due è nato qualcosa di più serio. Musica per tutta la durata.

Scena 5 esterno giorno

Un bar in una piazza. Ad un tavolino sono sedute, a semicerchio, Laura, Gabriella, Loredana, Stefano, Vanni, Claudio, Mauro e Paolo. Laura è seduta vicino a Giulia. Le altre amiche sono di fronte.

STEFANO:
(rivolto a Laura)
quando parti?….

LAURA:
Domani. Le riprese inizieranno tra una settimana e devo avere il tempo di ambientarmi con location e con la troup.


CLAUDIO:
Chi l`avrebbe detto!…. la nostra Laura, la ragazzina timida tutta casa e chiesa si appresta a diventare una star del cinema.

GABRIELLA:
(Con invidia)
Questione di fortuna e di conoscenze giuste.

GIULIA:
(in difesa di Laura)
Che vuol dire?

LOREDANA:
Che vuol dire lo sappiamo tutti…. Anche noi partecipammo ai provini. Laura addirittura non voleva venire poi e` risultata… “simpatica” al regista e il gioco e` fatto.

MAURO:
Suvvia, ragazze, non stiamo a lanciare frecciate. Siamo qui per festeggiare Laura e farle i nostri auguri.
(Ridendo e dandosi importanza)
….e poi… se Laura diventa famosa, può darsi che un giorno vogliono conoscere anche i suoi amici.
(Tutti ridono per sdrammatizzare l’atmosfera. Laura non ride. E` pensierosa.)
Viva Laura!… la nostra grande attrice la quale girerà, ne sono sicuro, il più bel film mai visto e che incassera` un mucchio di quattrini… i primi spettatori siamo noi…. E siamo già un bel numero.
(Tutti ridono)

LAURA:
Io non mi sento attrice. E non so se il film piacerà o meno ma quello che conta per me e` cio` che è nato… qualcosa di diverso… importante… speciale…

VANNI:
Sei tu che sei diversa. Non sembri più la stessa. Non c’eravamo mai accorto che eri tanto bella. (guarda gli amici) Abbiamo perso un’occasione.
(Risate generale)

LAURA:
Su non scherzate. Ho voluto rivedervi oggi perché mi siete tutti molto cari…. Tutti…. (guarda Loredana e Gabriella) Non so quando potremo rivederci…. Sono contenta e allo stesso tempo spaventata da questa nuova vita che mi attende. Avevo bisogno di sentirvi vicino.

Giulia stringe le mani di Laura in un gesto di fraterna amicizia.

GIULIA:
Ti siamo tutti vicino. Tu conosci le nostre abitudini…. Puoi già sapere quello che faremo in ogni ora del giorno. Noi non cambieremo. Non cambiare nemmeno tu. Facci avere notizie.
(Si abbracciano teneramente. Dissolvenza incrociata)……….



























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Aspirazione (racconto breve per cortometraggio)

ASPIRAZIONE

Sinossi per corto di Gennaro D`Aria

Copyright 2006 Gennaro D’Aria-Accademia Artistica Letteraria D’Aria Napoli
http://gennaroaccademiadaria.spaces.live.com

Era una serata invernale fredda e piovosa come non mai, quando Carlo, il nostro protagonista, chiuso il suo negozio d’antiquariato si recava, stancamente, a casa, sfiduciato più del solito.

Infatti, non solo lo deprimeva l’idea di non trovare nessuno ad attenderlo, (la moglie lo aveva abbandonato l’anno prima, e lui, sempre innamorato e nella speranza che ella un giorno potesse ritornare non aveva mai cercato altra compagnia), ma come tutti i mesi, nello stesso giorno e alla stessa ora, aveva dovuto versare la sua tangente ai capi del quartiere. Pur consapevole che codesta situazione era dovuta al malgoverno e alla disoccupazione, che novella figlia della Discordia, tutto danneggia, non riusciva a capacitarsi. La rabbia e l’umiliazione lo invadevano. Era deprimente essere sopraffatto da un suo simile, da un suo fratello. Ah, se avesse avuto un ruolo importante in politica!… Ah, se avesse governato per soli pochi giorni!…. Avrebbe cambiato il volto della società nefasta alla quale il popolo si era ormai talmente abituato che pensare al contrario era anormale. Lui si, che avrebbe rifatto il mondo!

Mise la chiave nella toppa apri la porta ed entrò. Brividi di freddo gli percorsero il corpo. Accese la luce. Andò in cucina bevve del latte e si accomodò in poltrona. Accese il televisore e vide che scorrevano immagini di violenza gratuita, di fame, e di guerra. Cambiò canale, ma non c `erano più immagini, continuava a fare zepping ma niente. C’era solo lo schermo bianco. La luce diventò sempre più accecante. Si trovò catapultato in un campo fiorito. Si trovava in un mondo sconosciuto. Persone lo acclamavano. Bambini gli si stringevano intorno entusiasti e affettuosi, chiamandolo: “Papà ”. Tavoli ricchi di vivande e pietanza gustose facevano da cornice all’allegra compagnia. Si guardò intorno e vide persone felici che lavorano serenamente. Mamme che lasciavano i loro bambini liberi di giocare e di allontanarsi perché non vi erano più preoccupazioni. Ed era stato tutto merito suo. Era divenuto un importante esponente della politica internazionale, come era nelle sue aspirazioni, e si era battuto per avere un mondo vivibile. Non esisteva più la fame, non c’erano più guerre, disoccupazione, delinquenza. Ognuno era di pari grado al fratello. Il pane era ben diviso per tutti e nessuno invidiava l’altro o desiderava quel che possedeva l’altro. Tutta l`umanita` si era attorniata, affratellata al tavolo delle vivande e bivaccava festosamente. Tutti i capi di Stato avevano compreso di aver fallito e si eliminavano a vicenda lasciandogli il posto che meritava per aver salvato l`umanita` dal suicidio. Si erano convinti di aver sempre e solo pensato ai loro sporchi interessi, favorendo il commercio delle armi, della droga, della prostituzione e quanto altro d’illecito. All’improvviso vede giungere da lontano gli esattori delle tangenti, ha un brivido di paura, teme che non tutto sia perfetto. Gli si avvicinano sempre di più. Quando sono a pochi passi da lui gli stringono la mano e gli restituiscono i soldi. Lui sorride.
L’emozione lo pervade. Piange.

Il volume alto del televisore lo riporta alla realtà. Lo speacher sta annunciando un altra violenza in ambito familiare. Si alza. Da un cassetto estrae una pistola. Si siede in poltrona ascolta ancora il televisore poi… si spara. La testa cade sul cuscino del divano. Gli occhi ancora aperti alla ricerca di un mondo migliore.





standard

venerdì 25 maggio 2007

Un delicato Imbroglio (fiction)



Manifesto e copertina realizzata da Gennaro D'Aria. Tutti i diritti riservati



UN DELICATO IMBROGLIO
Fiction tutta napoletana in dieci puntate
Soggetto, sceneggiatura musiche e canzoni di
Gennaro D`ARIA
Produzione Gennaro D’Aria per Accademia Artistica Letteraria D’Aria
Copyright Accademia Artistica-Letteraria D’Aria
http://gennaroaccademiadaria.spaces.live.com/
Stralcio dalla sceneggiatura

UN DELICATO IMBROGLIO

Questa fiction inizia con una panoramica di un mercatino rionale.

SCENA 0/1 ESTERNO GIORNO

Pick up. Effetto dolly poi C.L. di un mercatino rionale. Tra la folla vediamo farsi avanti lentamente una donna. E` Angelica. Ha in mano due buste di plastica piene ed appesantite. Si intuisce che ha provveduto alla spesa per vari giorni. Cammina osservando un po` i vari banchi di esposizione. Angelica, man mano si avvicina alla macchina fino ad oltrepassarla. Mentre si allontana, scende in direzione opposta, come ad incrociarsi con lei, un motorino, guidato da un ragazzo: E` Vittorio. La donna scompare completamente.

SCENA 0/2 ESTERNO GIORNO
INGRESSO BAR

Vittorio ferma il motorino vicino al bar. Scende e si avvia all’ingresso.

SCENA 0/3 INTERNO GIORNO
INTERNO BAR

Vittorio entra salutando tutti. Si rivolge ad uno in particolare tendendogli la mano.

VITTORIO:
Sa… lutamme Anto`….

ANTONIO:
ueh, ma tu li a ferni cu stu fatt``e capite?…. Ma chi ta da` tanta cunferenzia?…

VITTORIO:
Eh, e va bene!…. Nun ssaje proprio pazzia`. E` fusse mio cognato tu?….


ANTONIO:
Ma pecche` songhe tuo cognato m`aggia fa sfottere a te?….

Si avvicina alla cassa dietro la quale vi e` seduta una donna sulla trentina, e` Maria, la sorella di Vittorio e fidanzata di Antonio.

VITTORIO:
Non ha il senso dell’umorismo

MARIA:
Ma tu manche a fernisce pero`.

SCENA 0/4 INTERNO GIORNO
INTERNO BAR

VITTORIO
Ciao sorellina come stai?…. (Sotto voce) Ma comm``o suppuorte?….

MARIA
Che fai da queste parti?…..

VITTORIO
Ho appuntamento con Arianna è andata a lezione di piano.

Nel contempo si avvicina un cliente alla cassa. Prende un pacchetto di gomme, paga e va via.

VITTORIO:
Senti sorellina potresti darmi qualcosa di soldi?…

MARIA
(Decisa) Non se ne parla nemmeno. Ah, tu per questo sei venuto?… E vattene perchè hai perso tempo….. (Giustificandosi) Ma cosa credi che io vengo a giocare quà dentro?…. Io mi faccio un culo cosi dalla mattina alla sera. Non posso darti sempre soldi.


VITTORIO:
A chi posso chiederli se non a te?……. Lo sai che Papà non mi da più niente oltre quei pochi soldi settimanali. La mamma, poi, non riesce a comprendere le mie esigenze. Sto cercando anche un lavoro compatibile con gli impegni scolastici…. Che devo fare?…. (Implorante) Dai mi servono. Appena trovo un lavoro ti rimborso tutto lo giuro. E dai mi devo vedere con Arianna posso uscire senza soldi?…(Insistente) Eh, dai! Non puoi abbandonarmi.

SCENA 0/5
Maria apre la cassa

MARIA
(Arresasi) E` un guaio che ho passato, e chissa` quanto ancora durera`?
Maria prende dei soldi e li porge a Vittorio.

VITTORIO:
Grazie sorellina. Sapevo di poter contare su di te. (Prende i soldi e li mette in tasca.)

Dal fondo entra Arianna. Ha in mano alcuni libri musicali. Saluta tutti e tutti rispondono al suo saluto. Si avvicina a Vittorio. I due si baciano. Si avvicina alla cassa e saluta la cognata.

VITTORIO:
Com`e` andata?….

ARIANNA:
Benissimo!…. Mi accompagni a casa?

VITTORIO:
Certo!… Ma visto che è ancora presto che ne diresti se ti proponessi di farci un giro per la città in motorino?….

ARIANNA:
Che l’idea mi piace.

Vittorio e Arianna si avviano all`uscita.

VITTORIO:
Ciao Maria. Noi andiamo. Ciao a tutti. (Rivolto ad Antonio) Tratta bene mia sorella scorfano!…. (Ride)

ANTONIO:
(Rivolto a Maria) Ma insomma ciò vuo` `mpara` nu poco d’educazione a tuo fratello?….

MARIA:
E stai zitto. Mi sembri un bambino. Non vedi che scherza.

ARIANNA:
Ciao!…..

MARIA:
State attenti….

Vittorio abbraccia Arianna e si avviano verso l’uscita.

SCENA 0/6 ESTERNO GIORNO

Vittorio e Arianna escono, salgono sulla moto. La moto parte e si allontanano.

Titoli e quadri di testa. Musica per tutta la durata dei titoli e quadri di testa

Seguiamo il giro in motorino di Vittorio e Arianna per tutta la durata dei titoli di testa. La musica dissolve.

SCENA 0/7 ESTERNO GIORNO
INGRESSO VILLA

Vittorio e Arianna giungono all’ingresso di una villetta. Arianna, scende dal motorino. Saluta Vittorio e si avvia all’ingresso.

ARIANNA:
Ciao Vittorio. Grazie.

VITTORIO:
(Baciandola) Ciao. ti chiamo stasera.

ARIANNA:
Ok!…..

Arianna si avvicina al cancello. Bussa. Il cancello si apre. Arianna si gira verso Vittorio per salutarlo ancora. Gli manda un bacio ed entra.
Vittorio si allontana. DISSOLVENZA

SCENA 0/8
CASA MILANI INTERNO GIORNO

Camera di Avarizia. Avarizia e` a letto e dorme. Dopo poco, entra Angelica, lo guarda. Assicuratasi che dorme esce silenziosamente

SCENA 0/9 INTERNO GIORNO.

Salotto discretamente arredato. Olga è seduta vicino al tavolo ingombro di carte, scatoli e album fotografici, e` intenta a sfogliarne uno. Dopo poco entra Stefano dal terrazzo. Ha in testa una pentola legata al collo con dello spago. Asciugamano legato sia sul braccio destro che sinistro Grembiule da cucina. E` agitatissimo.

STEFANO:
(Entrando di corsa e chiudendo subito la porta finestra che da sul terrazzo) Madonna santa ma è proprio una belva quel cane!… Gli ho portato da mangiare ne chille natu ppoche se mangiave pur``a mano mia!… Ha una ferocia che fa spavento!…. (A mo di accusa) Chist``e `o regalo `e tuo fratello. (Inizia a liberarsi dell`abbigliamento) Ti ricordi che disse quando lo porto`?…. (Imitando tono vocale e gesti) “E` piccolo… non cresce molto e` un cane da grembo…” Forse po` grembo e Polifemo. Chille ce vo` `o carr``attrezzi po` movere. E` diventato un elefante. Non voglio fare l`uccello del malaugurio…. Ma qualche giorno finisce male o per me o per il cane. (Si avvicina alla moglie) L`hai trovata?….

OLGA:
Non ancora. Ma qui dev’essere

Olga continua a sfogliare l`albun pazientemente. Stefano facendo il verso alla moglie

STEFANO:
Qui dev`essere…. Qui dev`essere. Ma intanto non si trova. (Come tra se) Madonna, ho rovistato tutta la casa. Niente!….

SCENA 10 INTERNO GIORNO
ENTRA ARIANNA

ARIANNA:
Salve a tutti.

Si avvicina di corsa alla sorella che continua a sfogliare l`album e la bacia.

OLGA:
(Sorpresa) Come mai gia` sei a casa?…..

ARIANNA:
Ho deciso di rientrare prima. Ho dei compiti da terminare. Domani interrogazione.

Arianna con entusiasmo abbraccia la sorella poi in modo confidenziale.

ARIANNA:
Allora Olga hai parlato alla mamma?….

Olga sorpresa dalla domanda.

OLGA:
Di cosa?…..

Arianna discostandosi dalla sorella

ARIANNA:
Ma di me e di Vittorio

OLGA:
Non ancora!….

Arianna arrabbiatissima

ARIANNA :
Cazzo!…. ma perché volete prendermi tutti quanti per il culo in questa casa? …. Eh, perché? Perché mi trattate sempre come una deficiente?… eh, perché??…. Ma andate a farvi fottere tutti quanti.

Esce sbattendo la porta

OLGA:
(Scandalizzata) Che linguaggio!….

STEFANO:
Che caratterino!….

Arianna rientra

ARIANNA:
Va a finire che me ne vado da questa casa di merda!…

Risbatte la porta ed esce.

OLGA:
Ma dove vai?….

Si alza per seguire la sorella Stefano la ferma

STEFANO:
Nun da` rette continua…. Statte ll`oche!…..

OLGA :
Ma come faccio a dire a Elda che Arianna è fidanzata con il figlio del suo nemico?….

STEFANO:
(Indifferente) Non glielo dire.

OLGA:
Ma perche` sei sempre cosi semplicistico?… Arianna in me ha posto tutte le sue speranze. Io le ho fatto quasi da mamma, non dimenticarlo. Ha vissuto sempre con me. Elda non aveva mai tempo era sempre impegnata con le sue vicende mondane aste di beneficenza comitati organizzativi cene di lavoro partite a bridge….

STEFANO:
E quella la signora veniva da quella nobilta`!…. E comitati e beneficenza… facev``a beneficenz``a lei stessa!….Nun me fa parla`!…. Se tuo padre non la sposava, alla signora, con i suoi trascorsi, `o matrimonio le rimmaneve `nganne!… E` meglio che mi faccio i fatti miei.

Olga preferisce non rispondere in quanto intuisce che la conversazione può degenerare. Continuano nella ricerca

STEFANO:
Ma vuje vedite nu poche….

OLGA:
Calmati

STEFANO:
Che m’haggia calma?….

Si sente suonare il piano in modo nervoso e sconclusionato tanto per far rumore.


STEFANO:
Ah, andiamo bene!…. Lo fa per dispetto vedi!…. (Sta` per uscire)

OLGA:
(Fermandolo) Lasciala stare!… Stà nervosa. E` il suo modo di scaricarsi. Tra poco smette.

Di fatti il suono del piano cessa. Successivamente si sente sbattere fortemente la porta d`ingresso.

OLGA:
E` uscita un’altra volta.

STEFANO:
Meno male. Stiamo più tranquilli.

SCENA 11 ENTRA ANGELICA

Angelica, ignara del clima teso che si e` creato ingenuamente chiede

ANGELICA:
Che dobbiamo cucinare oggi?…..

STEFANO:
(Sgarbato) Fai quello che vuoi. Non vedi che abbiamo da fare?

ANGELICA:
(Sommessamente) E` chi parle cchiu`!.. (Tra se) Pazzi…. (Esce)

OLGA:
Ma lasciala stare povera ragazza! Non solo che ci fa un favore...

STEFANO:
Ma dico io non solo che siamo venuti ad abitare nella casa del tuo genitore circondati da affini discendenti e collaterali che io… va beh….

OLGA:
Che io cosa?…..

STEFANO:
Ci vogliamo intossicare?…. ( Deciso) Che io non sopporto ecco!…. Quante songhe scucciante.

Olga con non curanza e continuando il suo lavoro.

OLGA:
Ma che ti rispondo a fare?…..

STEFANO:
(Deciso) Tu sai che non ci sarei venuto nemmeno se mi ammazzavano. Sono stato costretto…. Ingannato. Non bastavano il suocero e la matrigna pure il fratellino con la mogliettina dovevate prendervi?….

OLGA:
Lo sai come sono fatti papà e Elda, vogliono tenersi i figli vicino. La casa e` grande.

STEFANO:
Ma fammi il piacere.

OLGA:
Hai sempre da lamentarti.

STEFANO:
Non c`e` nulla che vada bene per forza devo lamentarmi.

Stefano cambiando discorso e rovistando in un cassetto.

STEFANO:
In questa casa quando hai bisogno di qualcosa non trovi mai niente. Siamo in troppi. C`e` troppa confusione. Qui scompare tutto come per magia. Pare ca` ogni vvote trase Silvan cca` dinte.

OLGA:
Non ce la faccio piu` ad ascoltarti. Calmati Stefano. Calmati.

STEFANO:
E` facile a dirsi. Ma come posso calmarmi?….

OLGA:
La troveremo. Vedrai che la troveremo.

STEFANO:
(Lasciando alla moglie tutta la responsabilità della ricerca) TROVALA!

OLGA:
La stò cercando.

La macchina segue Stefano che passeggia nervosamente per la stanza.

STEFANO:
L’unica foto buona di mammà. Che faccio mettere sopra la lapide?…. Povera mammaà sfortunata fino alla fine.

OLGA:
Non esagerare adesso!…. Sei sempre stato un catastrofista.

STEFANO:
Non esagero. No, che non esagero. Di piuttosto che a te non te ne importa niente. Dai dillo…..

OLGA:
Ma che c`entra?…

STEFANO:
Bisogna trovare la foto. BISOGNA TROVARLA!!

OLGA:(Arrabbiata) E` quello che stò facendo da più di un ora.

SCENA 12 INTERNO GIORNO
Entra Adolfo

ADOLFO:
Buongiorno!….. Ciao sorella!… (Si avvicina e le da un bacio) Ciao cognato!

STEFANO:
(Indispettito da quella presenza) Possiamo stare un poco in santa pace?…. Voi della famiglia avete un’altra ala della casa. Questo è il mio recinto. Posso stare solo?….

ADOLFO:
(Sorpreso si rivolge alla sorella) Ne ma che tene tuo marito?….

STEFANO:
(Che ha ascoltato e si e`ancor piu` indispettito) Nun tengo niente!… Voglio che te ne vaje. Va bene?…

ADOLFO:
(Intimorito dalla reazione) Si si scusami tanto….

STEFANO:
E vai vai. Vai dalla tua mammina….. vai mammarolo. Vai!…

ADOLFO:
(Si avvia per uscire) Quante si antipatiche!… (Esce)

STEFANO:
Ah, finalmente!… Se non si incomincia ad essere duri in questa casa diventa tutto un casino.

OLGA:
(Risentita) Insomma non la vuoi finire?….

STEFANO:
Non mi scocciare. Mi danno fastidio.

OLGA:
(Sfogliando un’altro albun esclama) Eccola!….

STEFANO:
(Euforico) L`hai trovata?….

OLGA:
No. Ma vedi questo spazio vuoto?….

STEFANO:
Embè?….

OLGA:
Sono sicura che stava quà.

STEFANO:
Chi poteva prenderla?

OLGA:
(Continuando a sfogliare trova un biglietto) C`e` un biglietto qua`. (Prende il biglietto e legge) La foto di mamma` e` stata tolta perche` oggi lei me l`ha chiesta. Hai messo anche la data, cretino!…. Dimentichi sempre tutto.

STEFANO:
(Ricordando) Ah, si e` vero!…. Me lo ricordo la presi io. E dove può essere adesso? Chi ce l’ha?….

OLGA:
(Gettando via l’album) Non mi scocciare piu`. Io ne ho abbastanza. Lascia che ci pensi tua sorella. (Olga esce. La macchina l’accompagna).

STEFANO:
Antipatica!…. Vai vai pure tu dalla mammina….. Facit``a chioccia che pullicine!… Io se non me ne vado da questa casa…. Mia sorella…. E vai a ragionarci con mia sorella adesso….

Si avvicina al telefono. Forma un numero ed attende la risposta.

Pronto Anna sei tu?…. Sono Stefano. (Si interrompe continuamente in quanto la sorella non gli da possibilita` di parlare. Scena a soggetto) No no, nulla…. Non ti preoccupare. E` per quella foto di mamma`…. No, non l`ho trovata perche` la diedi a lei tempo fa. Credevo di averla….. mi dispiace. Chiedi a Marco…. Bene!…. Ciao. (Posa il ricevitore) Madonna ma sta` sora mia e` nu guaio! E` parle semp``esse…. Nun te da``o canz``e dicere na` parola. Ce vo` `o miedeche vicine cu nu bellu lavaggio e vitamine quande se parla cu mia sorella. So` cadute malate. Sto` tutte sudate. Te lev``a saluta``a cuolle. Sa` zuche che` parole!… (Si versa da bere. Poi tra se) Ma chell`e pecche` nun se` maretate.. Ten``ancore tutt``o fuoche dinte. Ma chi sa` pigliave?…. E` stato il tarlo di mamma`. Troppe brutte l`ha fatte. Mamma` se senteve responsabile comm``a uno che commette un delitto. (Lancia un respiro di sollievo) Anche questa e` fatta. (Si siede e sfoglia un giornale. Dopo poco entra Olga ha in mano un`agenda)

OLGA:
Sto risistemando l`agenda mi vuoi dire quando si va a casa di Marco?….

STEFANO:
Non lo so. Ha rinviato la festa senza spiegazioni. Secondo me non la dara` piu`.

OLGA:
Perche`?….

STEFANO:
Non lo conosci?….. Come al solito non ha piu` soldi. Ha dovuto pagare un debito di giuoco. Ha ripreso a giocare come un forsennato dopo che Gabriella l`ha lasciato …. Veramente non aveva mai smesso del tutto. Dice che deve ridiventare ricco per riconquistarla.

OLGA:
Quello è matto!…. Gabriella è solo un alibi. Quello non ha interesse e amore per nessuno…. Ciò che conta per lui è il tavolo da gioco.

STEFANO:
Lo so. Ma d’altronde ognuno ha il suo passatempo preferito.

OLGA:
Perchè tu buttare via il denaro me lo chiami passatempo?….

STEFANO:
Non e` proprio questo che io volevo dire. Hai equivocato.

OLGA:
Allora cosa volevi dire?….

STEFANO:
Non ti arrabbiare cara… in fondo a noi cosa importa?…..

OLGA:
A me importa invece. Quei tipi portano sulla cattiva strada.

STEFANO:
(Ostentando sicurezza) Io non sono uno scolaretto che si lascia coinvolgere…. (Marcando l’ostentazione) Non sono un ragazzino.

OLGA:
No, non sei un ragazzino ma sei un cretino…. Ti fai abbindolare facilmente da vacue promesse di cospicui e facili guadagni Se non ci fossi stata io a frenarti piu` volte chissà quanti errori avresti commesso. Comunque me lo auguro per te che tu non abbia il non senso di seguire le orme del tuo amico.

STEFANO:(Con tono umoristico che rasenta il rimprovero) Ma tu conosci tutti i miei passi…. Sei la mia ombra!…. Il più delle volte mi lasci senza soldi….

OLGA:Spiritoso!…. Buon per te che ci sono io.

Squilla il telefono. Stefano si alza e va a rispondere.

STEFANO:
Pronto….. (Porta una mano alla fronte. Stessa situazione precedente) Ah, dimmi sorella mia cara…. Visto che avevo ragione?…. Dove l’hai trovata?…. Dove era solito mettere tutto mammà. Bene ora penserai tu a tutto…. Io non posso proprio. No, ti prego ho molto da fare. …. No, ho molto da fare in questi ultimi tempi. Il lavoro e` aumentato. E devo pensarci io a mettere tutto a posto. E poi, scusa, chi me lo fa fare di interessarmi di mammà quando mammà non si è interessata di me nel testamento?…. No, no, non insistere…. Niente chiacchiere. Da voi non voglio nulla. Sto` bene come sto`….. Niente scuse…. Ho da lavorare e basta!….. Ciao. (Posa il ricevitore. energicamente). Chiamm``o miedeche me faccio a bas``e ricovero. (Si distende sul divano)

SCENA 13 INTERNO GIORNO
Entra in campo Elda Il suo abbigliamento è strettamente casalingo: bigodini, vestaglia, pantofole. Si rivolge ad Olga.

ELDA
Olga mi faresti un piacere?….….

OLGA:
Certo Elda se posso….

ELDA:
Come prevedo io oggi non uscirò proprio perchè tuo padre ha avuto una dei quelle sue crisi….

Olga ponendo la domanda come chi gia` conosce la risposta.

OLGA:
Perche`?…. (Lancia uno sguardo a Stefano come per dire: Hai visto che si passa.)

ELDA:
Ho di nuovo litigato con Angelica.

OLGA:
(Come una cantilena) E papà come sempre l’ha difesa. (Pausa) Sentiamo che è successo stravolta?….

ELDA:Non la sopporto. Mi è antipatica. Solo a guardarla mi sento nervosa.

STEFANO:
Perchè ve la siete presa in casa?….

ELDA:
Io ho preso mio figlio non lei. Tu non puoi capire non hai figli.

STEFANO:
Ma lei e` la moglie. Mica poteva tenerla lontana. Li dovevate buttare fuori a tutti e due.

ELDA:
Non mi spiego come mio figlio abbia fatto a sposare una come lei.

STEFANO:
No, voi dovete domandarvi come ha fatto lei a sposare vostro figlio. Chille nun serve ne pe` friere `e ne p`arrostere. Questa domanda non ve la siete posta

ELDA:
E` un ragazzo inesperto….. e lei se ne è approfittata.

STEFANO:
Ma di che ha approfittato. Ma fatemi il piacere!… Quella gli vuole bene veramente e non mi spiego perche`?…. E` una bella ragazza…

ELDA:
….Le ragazze belle sono tutte povere e vanno in cerca di sistemazione.

STEFANO:
E che bella sistemazione che ha trovato davanti a voi! La tenete come una serva. Come una Cenerentola.

ELDA:
E` una donna di basso ceto sociale. Io la farò andar via.

STEFANO:
Oh, scusate avevo dimenticato il vostro casato!… (Elda gli lancia un’occhiata di rimprovero) D’altronde sono fatti vostri. Fate quel che volete. A me che me ne `mporte. Baste che me facite sta` quiete!….

OLGA:
Elda comunque la devi smettere. Io non condivido questa tua ostinazione.

ELDA:
(Piangendo) Siete tutti contro di me.

OLGA:
Ma con te non ci si può parlare che subito piangi. Vuoi per forza avere ragione tu. E non hai ragione. Oramai Angelica fa parte della famiglia e resterà con noi.

ELDA:
(Ignorando volutamente di rispondere a Olga) Io non mollo!….Tuo padre ha mandato a chiamare di nuovo il notaio.

OLGA:
E` diventato talmente normale….. Ma si può vivere cosi?…..

ELDA:
(Ignorando la domanda) Ero venuta per…. Ah, ecco….Olga se esci…. Devi farmi la cortesia di comprarmi la crema per il viso… quella da notte… mi è terminata. Ti dimentichi?….

OLGA:
No che non mi dimentico. Stai tranquilla. Esco nel pomeriggio.

ELDA:
Va bene!…. Ciao. Ciao. Ritorno nelle mie stanze. Dio che giornata!… (Esce lentamente come affaticata. Olga la segue)

STEFANO:
Ha appicciat``o ffuoche `e se` levat``a mieze!…. Madonna comm``e schife!… Nun tenene proprio a che penza!…. Vediamo se possiamo leggere un poco in santa pace. Se ci è concesso oppure vene quach`atu scucciatore. (Prende il giornale. Siede in poltrona trova l’articolo che lo interessa ed inizia a leggere.)

SCENA 14 ESTERNO GIORNO.
Via Caracciolo. Arianna e Vittorio seduti su di una panchina all`ingresso della villa Comunale consumano un panino.

VITTORIO:
Allora vuoi dirmi cosa e` successo?… Mi hai telefonato in fretta ed arrabbiatissima. Mi hai fatto litigare con mio padre.

ARIANNA:
Scusami Vittorio. Lo so che sono una rompiballe. Però credimi… ti voglio tanto bene.

VITTORIO:
Ma anche io ti voglio bene!….

ARIANNA:Non sopporto che noi si debba sempre fuggire per la paura di poter incontrare o mia madre o tuo padre. Quella grande stronza di mia sorella sulla quale avevo riposto tutte le mie speranze mi ha preso in giro per tre settimane.

VITTORIO:
Hai ragione!….. Pure io penso sempre la stessa cosa. Ho paura di trovarmi qualcuno alle spalle mentre stiamo insieme….. (La bacia. Poi cercando di rassicurarla) Ma scusa è la prima volta che due ragazzi che si vogliono bene hanno i genitori che si odiano?…. Non siamo ne i soli e ne i primi a trovarci in questa spiacevole situazione. E` successo da sempre e si è sempre trovata la soluzione. Vedi Giulietta e Romeo….

ARIANNA:
….Ma sei pazzo!… Non voglio quella soluzione!

VITTORIO:
Stai tranquilla.

ARIANNA:
(Preoccupata) Che possiamo fare?….

VITTORIO:
Ci penseremo.

Scena 15 INTERNO GIORNO
Casa Milani. Stefano seduto sul divano sta continuando la sua lettura Olga seduta vicino a lui sta discutendo di un qualcosa a noi incomprensibile. Dopo poco bussano all’ingresso. Dopo poco ribussano.

STEFANO:
(Gridando) Hanno bussato. Nessuno va ad aprire?… Olga vai tu cara. (Gridando) Sono tutti sordi in questa casa.

OLGA:
(d.d.) Vado io vado io. (Tra se) Ma nun se mov``a copp``a chella poltrona.

SCENA 16 INTERNO GIORNO
Corridoio e ingresso di casa Milani

Olga nel corridoio sta andando ad aprire. Apre la porta d’ingresso e si trova davanti il vecchio amico di Stefano Alfredo.

OLGA:
Qual buon vento vi porta da queste parti?….

ALFREDO:
(Baciandole la mano) Il bisogno di rivedere il mio vecchio e caro amico e la gioia di inebriarmi e nutrirmi alla fonte inesauribile di bellezza della sua gentile e cortese consorte. (Scherzando e in modo confidenziale) Se decidete di liberarvene saro` ad attendervi.

OLGA:
Voi scherzate sempre. Beato voi che tenite semp``a stessa cape!….

ALFREDO:
Lui è in casa?….

OLGA:
Certo. Seguitemi.

Olga entra in salotto seguita da Alfredo.. Stefano è intento a leggere.

OLGA:
Stefano guarda chi c`e`….il tuo amico Alfredo.

STEFANO:
Alfredo caro (Si alza e gli va incontro) Che piacere!… Che sorpresa!….

ALFREDO:
Eccoci quà. Uno di fronte all’altro come ai vecchi tempi.

P.P. di Alfredo fine prima puntata

STORIE

Testo e musica di Gennaro D`Aria
(sigla finale)

Correre la mattina
Per le strade cittadine e` bello sai,
mentre il sole si alza piano piano e
Illumina la citta`.
Una nuova storia nel mio cuore
Storia d`amore.
Mi fa vivere e lottare gioire disperare e navigare.
Storie ma quante storie in questa vita mia
Quante storie.
Storie inventate storie pensate e poi sognate
Storie volute storie cercate e poi lasciate.
Storie, in questa vita mia quante storie
Storie vissute,
storie perdute e ritrovate.
Storie pensate storie riscritte e po strappate.
Storie ma quante storie
In questa vita mia quante storie….
…………………………………
……………………………………….
























standard

La scuola







La scuola

“Tengo molto a questo testo che scrissi nel lontano 73/74.
“Ricordo che frequentavo un corso per operatore contabile finanziato
“dalla Regione Campania presso l’ANAT, un istituto in via Gennaro Serra
“A Napoli. Fondai un giornalino scolastico con il titolo:
“LA VOCE DELL’ANAT, dove tutti gli studenti potevano
“partecipare con scritti vari ed il mio primo articolo fu: sociabilità dell’uomo.
“(ne conservo ancora copia) da qui nacque l’idea di un volumetto riguardante
“la scuola. Quindi il passo fu breve. Ora ho riesumato il testo perché avrei
“intenzione di aggiornarlo, sempre se mi riesce farlo. Io ci provo”

SOCIABILITA’ DELL’UOMO

Quante volte ho sentito parlare di coscienza sociale, anima collettiva, tante volte ho fermato la mia attenzione sul significato di queste parole e sono andato cosi ragionando: In ogni epoca l’uomo senti tutto il vuoto del vivere isolatamente, senti che era proprio insito in lui il bisogno di unirsi e di operare con gli altri, comprese che moltissime sue qualità e doti: il linguaggio; la moralità; la tendenza a progredire, certi istinti stessi, l’imitazione; la suggestione; la benevolenza; l’amore del prossimo; l’assistenza reciproca; il disinteresse; il sacrificio, tutti frutti dell’unione e tutta la sua personalità, insomma, non potrebbero estrinsecarsi, i suoi sentimenti non potrebbero fiorire che nella collettività. Quindi, come fenomeno sociale, riconobbe la necessità di subordinare le proprie azioni ad un capo più esperto, e apprezzò sempre di più gli infiniti vantaggi del vivere e del lavorare in comune e la forza che da tale unione si ritrae nella lotta per la vita. Ma insieme con tutto ciò, si svilupparono i sentimenti di rivalità, il desiderio di soggiogare, conquistare, e con l’andar del tempo, dopo i piccoli combattimenti, vennero le guerre che, favorendo gli incroci di razze, introducendo tra gli elementi poveri di forze per la lotta dell’esistenza, elementi pieni di vigorose energie, diedero nuova spinta al progresso dell`umanita`. E, più tardi, a tutto ciò andò associandosi, da una parte lo sviluppo della scienza che scopri all’umana intelligenza nuovi e più vasti orizzonti, che distrusse molte credenze erronee, e dall’altra parte: il commercio che favorendo lo scambio dei prodotti, riavvicinava le razze distruggeva gli odi di classe. Cosi la civiltà che è, in fondo figlia della guerra della conquista, figlia della stessa barbarie, cominciò a progredire per virtù della scienza e dell’industria; cosi, accanto all’idea del bene sorse e progredi il sentimento di giustizia, il più bel fiore che spunti nell’animo umano. E, le novelle generazioni trovarono rischiarata la via, allargato l’orizzonte, scoperti nuovi ideali, quindi accettarono dalla società tutte le eredità, il patrimonio di idee, di civiltà, che, attraverso miriadi di generazioni, si era andato accumulandosi. Cosa che costituisce la condizione essenziale di ogni progresso.Pero` se la società presta all’individuo tutte le sue forze, aiutandoli a svilupparsi e a perfezionarsi, pretende che costoro, pur accettando dagli antenati quanto essi possedettero, non si arrestino, ma diano a tutto il tesoro delle esperienze ereditate, un soffio novello, procedendo oltre, in modo che a loro volta contribuiscano ad un maggiore sviluppo e perfezionamento. Cosi l’uomo, poco soddisfatto di quanto esso ha conseguito anela a nuove conquiste in tutti i campi dello scibile, mai sazio come la lupa di Dante: “che dopo pasto ha più fame che pria” si sente spronato a nuovi cimenti per meglio raggiungere la meta che mira al bene suo e a quello degli altri, e progredisce moralmente, intellettualmente e quindi socialmente. Ma questa evoluzione sociale, si potrebbe conseguire senza l’educazione, o per meglio dire senza l’educazione collettiva?…Per ragioni, di cui dirò via via in seguito, dal perfezionamento dell’educazione pubblica si attende il perfezionamento umano.
.
LA SCUOLA: IL SUO SORGERE

Con questo capitolo ritengo sia giusto e doveroso fare un salto nel passato dando una rapida scorsa alle tappe principali, le quali durante il lungo cammino evolutivo che la scuola mirabilmente ha seguito hanno segnato le più importanti tappe della storia.
Nel suo primo apparire la scuola mirò a procurare riposo dalle dure fatiche campestri, con l’occupare coloro che vi andavano in arti liberali, atte a dar sollievo e ristoro al corpo e allo spirito.
Con Socrate l’insegnamento incominciò a rivolgersi all’umana ragione, abbattendo il sistema dei sofisti che non metteva per fine di esso la scienza, ne riguardava l’eloquenza un’arte capace a formare negli altri convinzioni, ma la riguardava solo quale modo migliore per vincere nella disputa l’oppositore.
Socrate fu dunque, innovatore del principio educativo; con lui si cominciò a comprendere la grande importanza che si deve attribuire all’educazione, alla conoscenza delle diverse attività umane e all’uso di una forma d’insegnamento capace di dare agli alunni un’istruzione, tale, da farli diventare un giorno maestri di se stessi.
Con Platone, il principio al quale doveva informarsi la scuola, era quello di dare con l’educazione importanza non solo alla forza fisica, ma di fare in modo che a questa si sposasse la bellezza dell’anima. Platone vuole che si istruisca solo la parte eletta della società, però non nega l’istruzione a coloro che pure appartenendo alle classi inferiori, sono muniti di forte ingegno, e buona volontà.
Il primo germe di una pubblica educazione, si ha con Aristotele; egli vuole che questa educazione s’informi al fine di fare del fanciullo un essere morale.
A Roma poi, dapprima fu chiamato maestro di gioco colui che esercitava l’ufficio di dirozzare i fanciulli, che li addestrava ad esercizi militari, in seguito nella scuola si incominciò ad apprendere un’arte, una scienza sotto la guida di un maestro.
A Crotone, Pitagora fondò la “Scuola Italica” la quale con il celebre motto: “tutto è comune tra gli amici” mirava alla formazione di uomini saggi nel governare e capaci di alto sentire. In questa scuola alla base dell’`educazione morale era il misticismo, da qui il fine del fondatore: “ Lo svolgimento armonico di tutte le attività umane per raggiungere la perfezione oltremondana”.
Nel Medio Evo la scuola fu esclusivamente, sulle prime, patrimonio del clero: protette da Costantino vennero aperte le scuole dei Catecumeni, iniziate con fine esclusivamente religioso, mentre poi, si fini con il fare studiare i esse i classici e la matematica, tanto che queste scuole divennero celebri per l’alta formazione culturale che vi si impartiva. In seguito, queste scuole che erano solo patrimonio dei privati, vennero chiuse, ed il Cristianesimo non ne apri altre; sicchè, dopo il IV secolo, una notte profonda copri l`umanita`, la scuola rimase rinchiusa nel recinto delle famiglie più agiate; solo presso questi privilegiati vi era erudizione, al popolo servo, non era concessa l’istruzione e quindi questa ignoranza generale si dovette alla sua condizione sociale.
Carlo Magno diffuse l’istruzione nella sua corte e nei suoi domini, aiutato in ciò, dal Alcuino che potrebbe definirsi o chiamarsi il primo ministro della istruzione pubblica; costui a torto venne paragonato a Socrate, perchè mentre per Socrate il maestro deve provocare domande, qui è l’alunno che deve interrogare il maestro, si ebbe, quindi, un metodo volgare ed artificioso.
Carlo Magno per porre solida base alla religione, volle diffondere l’istruzione e sperò appoggio dal clero; però non riusci nel suo scopo.
Ma la vera scuola fece capolino con Vittorino da Feltre favorito dai Gonzaga, dai quali ebbe affidata l’educazione dei figli. Costui ebbe alto il concetto di scuola e volle riformarla, sostituendo ad essa il maestro armato di sferza, che pretendeva educare ed istruire con metodi irrazionali, rozzi, animaleschi, e meccanici, formando il terrore della gioventù, una scuola, La “Giocosa” il cui scopo fondamentale era quello di insegnare quelle discipline che contribuivano a rendere la scuola vittoriana piu` utile alla vita, cioè a dire la Giocosa fu in corrispondenza con i bisogni, con le tendenze e lo spirito del secolo e nessuno prima di lui aveva saputo un`organismo scolastico rispondente a tutte le esigenze dell’epoca.
Nella “Giocosa” non fu trascurata ne la disciplina ne l’educazione fisica perché Vittorino seguendo la massima: “ mente sana in corpo sano” mise a fondamento dello sviluppo psicologico il buon funzionamento dell’organismo. Oltre a ciò dette alla scuola carattere popolare, perche` trattava nobili e plebei ugualmente, livellandoli ed affratellandoli; e ancora, dimostrò la necessità per il maestro di prepararsi la lezione.
A ben ragione, quindi, Vittorino può dirsi il primo educatore moderno, egli precorse l`influenza del Rinascimento sulla scuola, il quale comprende l’opera del Rambaldoni, e venne a liberare le menti ed eccitarle a rivelare a tutti il bisogno inconsapevole della istruzione preparando cosi, con il secondo connubio tra lo spirito cristiano e le lettere pagane, l’avvenimento della pedagogia moderna.
Dopo Vittorino cominciò a promuoversi l’educazione popolare e, in Italia, San Carlo Borromeo, istituiva a Milano le scuole elementari gratuite mentre, Giuseppe Colasanzio istituiva a Roma scuole private cattoliche.
Intanto la riforma dava nuovo impulso alla scuola e, Lutero sostenne la causa dell’istruzione elementare; egli servendosi della chiesa, del potere laico, non solo fece fondare scuole e fece penetrare nella coscienza l’idea della necessità e della utilità dell’istruzione, fece comprendere ai genitori che in casa i loro figli sarebbero venuti su ignoranti e stupidi; ma si occupò soprattutto di riformare i metodi, surrogando al meccanismo la spontaneità e, all’intelletto oppresso dalle scienze dogmatiche, dalle scienze sottoposte alle credenze religiose, dalla sommissione alle autorità, oppose libertà di pensiero, libera ricerca della verità.
Ed ancora con Lutero, si pose mente ad assicurare la formazione di nuovi maestri e si aprirono biblioteche per diffondere la cultura rendendola accessibile a tutti.
Però, suo grave torto fu quello di escludere dall’insegnamento la lingua nazionale. Come bene si può arguire, la riforma conteneva in germe tutta una rivoluzione pedagogica e pero`, data la forte spinta che Lutero aveva operato in favore dell’istruzione primaria, questa si sarebbe svolta e sarebbe progredita più rapidamente se la guerra dei trent’anni non l’avesse arrestata.
In Spagna la compagnia di Gesù sorse in opposizione alla scuola di Lutero, i Gesuiti, con il notissimo principio: “il fine giustifica i mezzi” combatterono lo spirito liberale della nuova filosofia scientifica.
Nella loro scuole però, fu compresa la necessità di una ferma disciplina scolastica, la necessita` di locali igienicamente costruiti e ancora, la necessità di una regolare cultura e preparazione degli insegnanti; essi però, con lo stabilire una eccessiva mutua sorveglianza tra gli allievi provocarono in questi una morbosa emulazione.
In sostanza anche dal sistema dei Gesuiti la scuola ricavava norme utili per il suo prezioso progresso.
E merita pure menzione l’opera svolta dai Giansenisti, associazione di letterati laici, i quali ebbero concetti educativi elevatissimi e si distinsero principalmente perchè promossero nelle scuole l’insegnamento della lingua nazionale, il quale, come abbiamo visto, fino a quel momento era stato a torto trascurato.
Ma ecco giungere il grande intelletto di Galileo Galilei che sorse a combattere i sistemi scolastici; egli non fu solo un grande scienziato e filosofo illustre, ma anche e essenzialmente pedagogista; egli con il suo muovere sempre dall’esperimento, dalla induzione nell’`interrogare la natura e ricercare il vero, ci additò il metodo più fecondo, metodo con il quale dobbiamo il progredire della scienza in ogni ramo del sapere.
Da Galileo, dunque, ritraiamo massime utilissime per l’insegnamento, egli ci rende noto che alle leggi si perviene proficuamente solo quando esse sono il risultato di osservazioni personali; infatti cosi si rivolge ai sillogismi: “si come può essere che uno artefice sia eccellente nel fabbricare organi, ma indotto nel saperli suonare; cosi può essere un grande logico, ma poco esperto nel sapersi servir della logica, come ci sono molti che sanno a memoria tutta la poetica e poi sono infelici nel saper comporre quattro versi solamente”.
Però senza ancora più dilungarmi per non correre il rischio di allontanarmi dal tema impostomi, credo non dovermi intrattenere oltre nelle diverse finalita` alle quali furono in seguito informate le scuole, sulle lotte sostenute dai grandi per combattere il formalismo che, dopo Galilei persisteva ancora, finirò col dire che soltanto dopo, la Rivoluzione francese porto` i suoi effetti non solo politici ma anche pedagogici.
Insigni scrittori dimostrarono l’interesse sempre crescente che la opinione pubblica annetteva a tutto quanto riguardava l`educazione e Mirabeau, l’illustre oratore, cosi presentava i vantaggi dovuti all’istruzione: “coloro che vogliono che il contadino non sappia ne leggere e ne scrivere, si son fatti, certo, un patrimonio della sua ignoranza e non e` difficile immaginare il perche`… ma non sanno che quando facciamo dell’uomo una bestia selvaggia puo` accadere che lo vediamo spesso cangiarsi in bestia feroce”.
Il popolo schiavo, prima della Rivoluzione francese, non poteva concepire, in tutta la vastità del suo significato, la necessità e la utilità dell’istruzione; non poteva comprendere come essa fosse l’unico mezzo per potersi liberare dal servilismo.
La Rivoluzione, informando la società al principio di uguaglianza e fraternità, dà carattere democratico al governo, fa stringere potenti legami tra la scienza e l’industria.
Per essa la politica chiamava il popolo a partecipare alla vita pubblica e se questo non fosse stato istruito e non avesse conosciuto le principali nozioni intorno alla vita sociale, non avrebbe bene esercitato le sue funzioni sociali, non avrebbe conosciuto i suoi doveri, non avrebbe saputo difendere i suoi diritti.
Per tutte queste ragioni, dunque, si senti il bisogno di estendere e rendere accessibile la scuola a tutte le classi e condizioni di cittadini, farla divenire patrimonio universale, elemento principale del progresso vero e reale dell’umano consorzio.
E cosi sorge la scuola popolare, generata più` nelle idee che nell’ordine dei fatti dalla Rivoluzione francese, costituita in quasi tutte le sue parti dal genio del Pestalozzi nei celebri istituti di Stanze Berthond, e questa conquista rende immortale il secolo XIX.
Nel secolo XX la scuola ha trovato il suo pieno sviluppo, e il suo progresso, le sue critiche, le sue riforme.
In Italia, il filosofo Giovanni Gentile, con la sua riforma scolastica rese la scuola null`altro che un’organo rigido contro il quale i giovani hanno lottato continuamente.
Prima di questa riforma l’insegnamento era positivistico e l`interesse era prevalentemente scientifico e rivolto alla letteratura classica.
Gli alunni avevano la facoltà di scegliere se studiare religione e la facoltà di scegliere tra greco e matematica.
Gentile aboli tutto ciò, e con il concordato, la religione nella scuola divenne obbligatoria. Tutto cio`, si sa, ha in se il senso dell’autoritarismo.
La riforma Gentile contributi a fare uscire la scuola dal cerchio stretto delle nozioni meccaniche, e siccome vi e` sempre, il rovescio della medaglia, come si suol dire, questa riforma non fece altro che dare vita a quelle generazioni che accettarono l`autorità` ed il dispotismo. Queste, come selvaggi, erano incapaci di ogni pensiero personale ma ubbidivano ciecamente.
Si dovrebbe tendere sempre di più a liberalizzare la scuola ed a rendere il rapporto insegnante-alunno, sempre più cordiale e amichevole, in modo da contribuire maggiormente ad un proficuo lavoro.
Procedendo sempre di più su questa strada potranno essere rafforzati e concretizzati i veri concetti civili di società scolastica…………..

Ecco elencati tutti i capitolo del libro da aggiornare.

Sommario:

1° ) Sociabilita` dell`uomo

2° ) La scuola considerata come funzione sociale

3° ) La scuola: il suo sorgere.

4° ) La scuola popolare

5° ) Aspirazioni sui Benefici effetti della scuola

6° ) Finalita` etica della scuola






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