venerdì 25 maggio 2007

La scuola







La scuola

“Tengo molto a questo testo che scrissi nel lontano 73/74.
“Ricordo che frequentavo un corso per operatore contabile finanziato
“dalla Regione Campania presso l’ANAT, un istituto in via Gennaro Serra
“A Napoli. Fondai un giornalino scolastico con il titolo:
“LA VOCE DELL’ANAT, dove tutti gli studenti potevano
“partecipare con scritti vari ed il mio primo articolo fu: sociabilità dell’uomo.
“(ne conservo ancora copia) da qui nacque l’idea di un volumetto riguardante
“la scuola. Quindi il passo fu breve. Ora ho riesumato il testo perché avrei
“intenzione di aggiornarlo, sempre se mi riesce farlo. Io ci provo”

SOCIABILITA’ DELL’UOMO

Quante volte ho sentito parlare di coscienza sociale, anima collettiva, tante volte ho fermato la mia attenzione sul significato di queste parole e sono andato cosi ragionando: In ogni epoca l’uomo senti tutto il vuoto del vivere isolatamente, senti che era proprio insito in lui il bisogno di unirsi e di operare con gli altri, comprese che moltissime sue qualità e doti: il linguaggio; la moralità; la tendenza a progredire, certi istinti stessi, l’imitazione; la suggestione; la benevolenza; l’amore del prossimo; l’assistenza reciproca; il disinteresse; il sacrificio, tutti frutti dell’unione e tutta la sua personalità, insomma, non potrebbero estrinsecarsi, i suoi sentimenti non potrebbero fiorire che nella collettività. Quindi, come fenomeno sociale, riconobbe la necessità di subordinare le proprie azioni ad un capo più esperto, e apprezzò sempre di più gli infiniti vantaggi del vivere e del lavorare in comune e la forza che da tale unione si ritrae nella lotta per la vita. Ma insieme con tutto ciò, si svilupparono i sentimenti di rivalità, il desiderio di soggiogare, conquistare, e con l’andar del tempo, dopo i piccoli combattimenti, vennero le guerre che, favorendo gli incroci di razze, introducendo tra gli elementi poveri di forze per la lotta dell’esistenza, elementi pieni di vigorose energie, diedero nuova spinta al progresso dell`umanita`. E, più tardi, a tutto ciò andò associandosi, da una parte lo sviluppo della scienza che scopri all’umana intelligenza nuovi e più vasti orizzonti, che distrusse molte credenze erronee, e dall’altra parte: il commercio che favorendo lo scambio dei prodotti, riavvicinava le razze distruggeva gli odi di classe. Cosi la civiltà che è, in fondo figlia della guerra della conquista, figlia della stessa barbarie, cominciò a progredire per virtù della scienza e dell’industria; cosi, accanto all’idea del bene sorse e progredi il sentimento di giustizia, il più bel fiore che spunti nell’animo umano. E, le novelle generazioni trovarono rischiarata la via, allargato l’orizzonte, scoperti nuovi ideali, quindi accettarono dalla società tutte le eredità, il patrimonio di idee, di civiltà, che, attraverso miriadi di generazioni, si era andato accumulandosi. Cosa che costituisce la condizione essenziale di ogni progresso.Pero` se la società presta all’individuo tutte le sue forze, aiutandoli a svilupparsi e a perfezionarsi, pretende che costoro, pur accettando dagli antenati quanto essi possedettero, non si arrestino, ma diano a tutto il tesoro delle esperienze ereditate, un soffio novello, procedendo oltre, in modo che a loro volta contribuiscano ad un maggiore sviluppo e perfezionamento. Cosi l’uomo, poco soddisfatto di quanto esso ha conseguito anela a nuove conquiste in tutti i campi dello scibile, mai sazio come la lupa di Dante: “che dopo pasto ha più fame che pria” si sente spronato a nuovi cimenti per meglio raggiungere la meta che mira al bene suo e a quello degli altri, e progredisce moralmente, intellettualmente e quindi socialmente. Ma questa evoluzione sociale, si potrebbe conseguire senza l’educazione, o per meglio dire senza l’educazione collettiva?…Per ragioni, di cui dirò via via in seguito, dal perfezionamento dell’educazione pubblica si attende il perfezionamento umano.
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LA SCUOLA: IL SUO SORGERE

Con questo capitolo ritengo sia giusto e doveroso fare un salto nel passato dando una rapida scorsa alle tappe principali, le quali durante il lungo cammino evolutivo che la scuola mirabilmente ha seguito hanno segnato le più importanti tappe della storia.
Nel suo primo apparire la scuola mirò a procurare riposo dalle dure fatiche campestri, con l’occupare coloro che vi andavano in arti liberali, atte a dar sollievo e ristoro al corpo e allo spirito.
Con Socrate l’insegnamento incominciò a rivolgersi all’umana ragione, abbattendo il sistema dei sofisti che non metteva per fine di esso la scienza, ne riguardava l’eloquenza un’arte capace a formare negli altri convinzioni, ma la riguardava solo quale modo migliore per vincere nella disputa l’oppositore.
Socrate fu dunque, innovatore del principio educativo; con lui si cominciò a comprendere la grande importanza che si deve attribuire all’educazione, alla conoscenza delle diverse attività umane e all’uso di una forma d’insegnamento capace di dare agli alunni un’istruzione, tale, da farli diventare un giorno maestri di se stessi.
Con Platone, il principio al quale doveva informarsi la scuola, era quello di dare con l’educazione importanza non solo alla forza fisica, ma di fare in modo che a questa si sposasse la bellezza dell’anima. Platone vuole che si istruisca solo la parte eletta della società, però non nega l’istruzione a coloro che pure appartenendo alle classi inferiori, sono muniti di forte ingegno, e buona volontà.
Il primo germe di una pubblica educazione, si ha con Aristotele; egli vuole che questa educazione s’informi al fine di fare del fanciullo un essere morale.
A Roma poi, dapprima fu chiamato maestro di gioco colui che esercitava l’ufficio di dirozzare i fanciulli, che li addestrava ad esercizi militari, in seguito nella scuola si incominciò ad apprendere un’arte, una scienza sotto la guida di un maestro.
A Crotone, Pitagora fondò la “Scuola Italica” la quale con il celebre motto: “tutto è comune tra gli amici” mirava alla formazione di uomini saggi nel governare e capaci di alto sentire. In questa scuola alla base dell’`educazione morale era il misticismo, da qui il fine del fondatore: “ Lo svolgimento armonico di tutte le attività umane per raggiungere la perfezione oltremondana”.
Nel Medio Evo la scuola fu esclusivamente, sulle prime, patrimonio del clero: protette da Costantino vennero aperte le scuole dei Catecumeni, iniziate con fine esclusivamente religioso, mentre poi, si fini con il fare studiare i esse i classici e la matematica, tanto che queste scuole divennero celebri per l’alta formazione culturale che vi si impartiva. In seguito, queste scuole che erano solo patrimonio dei privati, vennero chiuse, ed il Cristianesimo non ne apri altre; sicchè, dopo il IV secolo, una notte profonda copri l`umanita`, la scuola rimase rinchiusa nel recinto delle famiglie più agiate; solo presso questi privilegiati vi era erudizione, al popolo servo, non era concessa l’istruzione e quindi questa ignoranza generale si dovette alla sua condizione sociale.
Carlo Magno diffuse l’istruzione nella sua corte e nei suoi domini, aiutato in ciò, dal Alcuino che potrebbe definirsi o chiamarsi il primo ministro della istruzione pubblica; costui a torto venne paragonato a Socrate, perchè mentre per Socrate il maestro deve provocare domande, qui è l’alunno che deve interrogare il maestro, si ebbe, quindi, un metodo volgare ed artificioso.
Carlo Magno per porre solida base alla religione, volle diffondere l’istruzione e sperò appoggio dal clero; però non riusci nel suo scopo.
Ma la vera scuola fece capolino con Vittorino da Feltre favorito dai Gonzaga, dai quali ebbe affidata l’educazione dei figli. Costui ebbe alto il concetto di scuola e volle riformarla, sostituendo ad essa il maestro armato di sferza, che pretendeva educare ed istruire con metodi irrazionali, rozzi, animaleschi, e meccanici, formando il terrore della gioventù, una scuola, La “Giocosa” il cui scopo fondamentale era quello di insegnare quelle discipline che contribuivano a rendere la scuola vittoriana piu` utile alla vita, cioè a dire la Giocosa fu in corrispondenza con i bisogni, con le tendenze e lo spirito del secolo e nessuno prima di lui aveva saputo un`organismo scolastico rispondente a tutte le esigenze dell’epoca.
Nella “Giocosa” non fu trascurata ne la disciplina ne l’educazione fisica perché Vittorino seguendo la massima: “ mente sana in corpo sano” mise a fondamento dello sviluppo psicologico il buon funzionamento dell’organismo. Oltre a ciò dette alla scuola carattere popolare, perche` trattava nobili e plebei ugualmente, livellandoli ed affratellandoli; e ancora, dimostrò la necessità per il maestro di prepararsi la lezione.
A ben ragione, quindi, Vittorino può dirsi il primo educatore moderno, egli precorse l`influenza del Rinascimento sulla scuola, il quale comprende l’opera del Rambaldoni, e venne a liberare le menti ed eccitarle a rivelare a tutti il bisogno inconsapevole della istruzione preparando cosi, con il secondo connubio tra lo spirito cristiano e le lettere pagane, l’avvenimento della pedagogia moderna.
Dopo Vittorino cominciò a promuoversi l’educazione popolare e, in Italia, San Carlo Borromeo, istituiva a Milano le scuole elementari gratuite mentre, Giuseppe Colasanzio istituiva a Roma scuole private cattoliche.
Intanto la riforma dava nuovo impulso alla scuola e, Lutero sostenne la causa dell’istruzione elementare; egli servendosi della chiesa, del potere laico, non solo fece fondare scuole e fece penetrare nella coscienza l’idea della necessità e della utilità dell’istruzione, fece comprendere ai genitori che in casa i loro figli sarebbero venuti su ignoranti e stupidi; ma si occupò soprattutto di riformare i metodi, surrogando al meccanismo la spontaneità e, all’intelletto oppresso dalle scienze dogmatiche, dalle scienze sottoposte alle credenze religiose, dalla sommissione alle autorità, oppose libertà di pensiero, libera ricerca della verità.
Ed ancora con Lutero, si pose mente ad assicurare la formazione di nuovi maestri e si aprirono biblioteche per diffondere la cultura rendendola accessibile a tutti.
Però, suo grave torto fu quello di escludere dall’insegnamento la lingua nazionale. Come bene si può arguire, la riforma conteneva in germe tutta una rivoluzione pedagogica e pero`, data la forte spinta che Lutero aveva operato in favore dell’istruzione primaria, questa si sarebbe svolta e sarebbe progredita più rapidamente se la guerra dei trent’anni non l’avesse arrestata.
In Spagna la compagnia di Gesù sorse in opposizione alla scuola di Lutero, i Gesuiti, con il notissimo principio: “il fine giustifica i mezzi” combatterono lo spirito liberale della nuova filosofia scientifica.
Nella loro scuole però, fu compresa la necessità di una ferma disciplina scolastica, la necessita` di locali igienicamente costruiti e ancora, la necessità di una regolare cultura e preparazione degli insegnanti; essi però, con lo stabilire una eccessiva mutua sorveglianza tra gli allievi provocarono in questi una morbosa emulazione.
In sostanza anche dal sistema dei Gesuiti la scuola ricavava norme utili per il suo prezioso progresso.
E merita pure menzione l’opera svolta dai Giansenisti, associazione di letterati laici, i quali ebbero concetti educativi elevatissimi e si distinsero principalmente perchè promossero nelle scuole l’insegnamento della lingua nazionale, il quale, come abbiamo visto, fino a quel momento era stato a torto trascurato.
Ma ecco giungere il grande intelletto di Galileo Galilei che sorse a combattere i sistemi scolastici; egli non fu solo un grande scienziato e filosofo illustre, ma anche e essenzialmente pedagogista; egli con il suo muovere sempre dall’esperimento, dalla induzione nell’`interrogare la natura e ricercare il vero, ci additò il metodo più fecondo, metodo con il quale dobbiamo il progredire della scienza in ogni ramo del sapere.
Da Galileo, dunque, ritraiamo massime utilissime per l’insegnamento, egli ci rende noto che alle leggi si perviene proficuamente solo quando esse sono il risultato di osservazioni personali; infatti cosi si rivolge ai sillogismi: “si come può essere che uno artefice sia eccellente nel fabbricare organi, ma indotto nel saperli suonare; cosi può essere un grande logico, ma poco esperto nel sapersi servir della logica, come ci sono molti che sanno a memoria tutta la poetica e poi sono infelici nel saper comporre quattro versi solamente”.
Però senza ancora più dilungarmi per non correre il rischio di allontanarmi dal tema impostomi, credo non dovermi intrattenere oltre nelle diverse finalita` alle quali furono in seguito informate le scuole, sulle lotte sostenute dai grandi per combattere il formalismo che, dopo Galilei persisteva ancora, finirò col dire che soltanto dopo, la Rivoluzione francese porto` i suoi effetti non solo politici ma anche pedagogici.
Insigni scrittori dimostrarono l’interesse sempre crescente che la opinione pubblica annetteva a tutto quanto riguardava l`educazione e Mirabeau, l’illustre oratore, cosi presentava i vantaggi dovuti all’istruzione: “coloro che vogliono che il contadino non sappia ne leggere e ne scrivere, si son fatti, certo, un patrimonio della sua ignoranza e non e` difficile immaginare il perche`… ma non sanno che quando facciamo dell’uomo una bestia selvaggia puo` accadere che lo vediamo spesso cangiarsi in bestia feroce”.
Il popolo schiavo, prima della Rivoluzione francese, non poteva concepire, in tutta la vastità del suo significato, la necessità e la utilità dell’istruzione; non poteva comprendere come essa fosse l’unico mezzo per potersi liberare dal servilismo.
La Rivoluzione, informando la società al principio di uguaglianza e fraternità, dà carattere democratico al governo, fa stringere potenti legami tra la scienza e l’industria.
Per essa la politica chiamava il popolo a partecipare alla vita pubblica e se questo non fosse stato istruito e non avesse conosciuto le principali nozioni intorno alla vita sociale, non avrebbe bene esercitato le sue funzioni sociali, non avrebbe conosciuto i suoi doveri, non avrebbe saputo difendere i suoi diritti.
Per tutte queste ragioni, dunque, si senti il bisogno di estendere e rendere accessibile la scuola a tutte le classi e condizioni di cittadini, farla divenire patrimonio universale, elemento principale del progresso vero e reale dell’umano consorzio.
E cosi sorge la scuola popolare, generata più` nelle idee che nell’ordine dei fatti dalla Rivoluzione francese, costituita in quasi tutte le sue parti dal genio del Pestalozzi nei celebri istituti di Stanze Berthond, e questa conquista rende immortale il secolo XIX.
Nel secolo XX la scuola ha trovato il suo pieno sviluppo, e il suo progresso, le sue critiche, le sue riforme.
In Italia, il filosofo Giovanni Gentile, con la sua riforma scolastica rese la scuola null`altro che un’organo rigido contro il quale i giovani hanno lottato continuamente.
Prima di questa riforma l’insegnamento era positivistico e l`interesse era prevalentemente scientifico e rivolto alla letteratura classica.
Gli alunni avevano la facoltà di scegliere se studiare religione e la facoltà di scegliere tra greco e matematica.
Gentile aboli tutto ciò, e con il concordato, la religione nella scuola divenne obbligatoria. Tutto cio`, si sa, ha in se il senso dell’autoritarismo.
La riforma Gentile contributi a fare uscire la scuola dal cerchio stretto delle nozioni meccaniche, e siccome vi e` sempre, il rovescio della medaglia, come si suol dire, questa riforma non fece altro che dare vita a quelle generazioni che accettarono l`autorità` ed il dispotismo. Queste, come selvaggi, erano incapaci di ogni pensiero personale ma ubbidivano ciecamente.
Si dovrebbe tendere sempre di più a liberalizzare la scuola ed a rendere il rapporto insegnante-alunno, sempre più cordiale e amichevole, in modo da contribuire maggiormente ad un proficuo lavoro.
Procedendo sempre di più su questa strada potranno essere rafforzati e concretizzati i veri concetti civili di società scolastica…………..

Ecco elencati tutti i capitolo del libro da aggiornare.

Sommario:

1° ) Sociabilita` dell`uomo

2° ) La scuola considerata come funzione sociale

3° ) La scuola: il suo sorgere.

4° ) La scuola popolare

5° ) Aspirazioni sui Benefici effetti della scuola

6° ) Finalita` etica della scuola






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