domenica 27 maggio 2007

Rione Sanità (L'idendità perduta) Doc.

Gennaro D'Aria






QUARTIERE SANITA’
(L’idendita’ perduta)
documentario
Soggetto Sceneggiatura e Testo di Gennaro D’Aria

Copyright 2005 Accademia Artistica Letteraria D’Aria – Napoli -


Una produzione Accademia Artistica-Letteraria D’Aria
Ricerche di Gennaro D’Aria
Consulenza di Maria Manna
Riprese di Filippo Filetti e Gennaro D’Aria
Location Manager Pamela Hallmark
Montaggio: Filippo Filetti
Regia di Gennaro D’Aria

SCENA: ESTERNO GIORNO INQUADRATURA DALL’ALTO DELLA CITTA’.
UNA RAGAZZA SEDUTA AD UN BAR DOPO AVER BEVUTO DEL CAFFE’ LEGGE LA BREVE PREMESSA ( Nel montaggio si alterneranno alcune immagini di vicoli e violetti )

PREMESSA: da sempre Napoli e’ divisa in due; la Napoli dei grandi alberghi, degli industriali la Napoli bene, quella della collina di Posillipo, di via Tasso, del Vomero. La Napoli delle bellezza naturali. Quella Napoli abitata e frequentata da imprenditori, politici, professionisti con studi da migliaia di euro, persone che vivono nei loro lussuosi appartamenti e nelle sontuose ville al di fuori della realtà napoletana e se qualcuno ne parla sfuggono al discorso ed ai problemi, poi abbiamo l’eterna Napoli nobilissima della povera gente dei quartieri storici, di quei quartieri che hanno segnato un epoca e che oggi per l’incuria, il degrado a cui sono sottoposti hanno perso la loro identità. Qui l’emarginazione e’ culturale e sociale. Gli abitanti di questi quartiere decadono come decade la storiografia. I monumenti, i palazzi storici, le chiese, i vicoli, colmi di gloriosa vita, oggi freddi e angusti, scheletri del loro passato, si identificano con gente emarginata al suo destino di perenne abbandono e povertà. Noi abbiamo voluto per scelta, nel nostro piccolo, visitare il quartiere più nobile di questa città eterna: Il quartiere Sanita’.

TITOLI DI TESTA E MUSICA

Partono le immagini

Giungendo da porta S. Gennaro, cosi chiamata perchè era la porta che conduceva alle catacombe di S. Gennaro (di questa antichissima porta si hanno notizie sin dal ‘928 e pare che non fosse collocata nel luogo attuale , dove fu portata nel 1573, ma piu’ indietro.) Attraversiamo via Fuori Porta S. Gennaro e, entriamo in via Vergini, il toponimo nasce dai seguaci del Dio Eunosto al quale offrivano la loro verginita’, dove fiorirono abitazioni di principi e reggenti e, ampia strada di transito, un tempo, di carrozze di nobili che l’attraversavano per recarsi alla Reggia di Capodimonte oggi, ampio centro commerciale che ne ha deturpato la bellezza e ne ha occultato la storicita’, Via vergini e’ la strada che conduce alla non meno nota Piazza della Sanita’, la piazza del celebre quartiere Sanita’ cosi chiamato per il verde e l’aria salubre, era un tempo meta turistica. Questo e’ il celebre quartiere dei guappi. Qui troviamo la chiesa d’’o Munacone.

Sulla sinistra di Via Vergini troviamo il celebre Palazzo dello Spagnolo, costruito nel 1738 dall’architetto Ferdinando Sanfelice, il quale rappresenta l’architettura civile al tempo di Carlo III di Borbone, e’ una costruzione funzionale e coeva al Palazzo di Capodimonte, in quel periodo di prorieta’ del Marchese Nicola Moscati, oggi il palazzo e’ sede di associazioni culturali.

Sul lato destro di Via Vergini, troviamo la monumentale chiesa di S. Maria dei Vergini il vero centro del quartiere. Per colpa dei bombardamenti dell’ultima guerra e d’innumerevoli furti oggi la chiesa conserva pochissime tracce delle opere d’arte del passato anche se detta chiesa non ha mai posseduto i tesori d’arte che ornano tante chiese del circondario la testimonianza storica che conserva e’ di grandissimo valore, prima fra tutto il fonte battesimale dove fu battezzato S. Alfonso Maria de Liguori, che proprio in queste strade inizio’ la sua attivita’ religiosa. On molti anni fa sono stato rinvenuti nei sotterranei della chiesa degli affreschi risalenti al XIV secolo, non va dimenticato il ricco e prezioso archivio, poco studiato, ma che si rivelera’ una preziosa fonte per la storia religiosa e sociale dei Vergini.
La parrocchia e’ dotata di un piccolo teatro dove con frequenza di organizzano rappresentazioni di vario genere.

Superata via Vergini ci troviamo all’inizio di via Sanita’ dove troviamo il sontuoso Palazzo Sanfelice costruito nel 1778, e, adibito ad abitazione dello stesso Sanfelice, e’ composto di due cortili e di due portoni armati di sirene che reggono un balcone e da un ampio giardino interno, scenografico fondale come un intraforato merletto architettonico.
Per la cronaca ricorderemo che in questo borgo, mori a settantuno anni il 7 gennaio del 1891 Francesco Mastriani autore di 107 romanzi e 100 novelle.

In Via S. Maria Antesaecula troviamo la casa di Toto’ il comico piu’ amato dai napoletani e non solo. In questa zona Toto’ e’ venerato come un santo. Statue ed edicole lo ricordano con profondo ed immutato affetto.
Lungo tutto il percorso troviamo, quasi ad ogni angolo, in ogni vicolo, edicole votive, segno del profondo culto religioso di questo popolo che giorno dopo giorno si affida ai santi protettori per tirare avanti alla meno peggio.

In Piazza Sanita’ ci rechiamo in visita alla famosissima chiesa barocca di S. Maria alla Sanita’ costruita sulle catacombe di S. Gaudioso e famosa per la statua di S. Vincenzo detto ‘O Munacone, eletto a Patrono della Sanita’ proprio dai guappi in quanto, sembra, li abbia salvati dal carcere o dalla forca. Un tempo, due volta l’anno si celebravano, grandi festeggiamenti, in onore di S. Vincenzo, che coinvolgevano tutta la zona……..





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