sabato 26 maggio 2007

Aspirazione (racconto breve per cortometraggio)

ASPIRAZIONE

Sinossi per corto di Gennaro D`Aria

Copyright 2006 Gennaro D’Aria-Accademia Artistica Letteraria D’Aria Napoli
http://gennaroaccademiadaria.spaces.live.com

Era una serata invernale fredda e piovosa come non mai, quando Carlo, il nostro protagonista, chiuso il suo negozio d’antiquariato si recava, stancamente, a casa, sfiduciato più del solito.

Infatti, non solo lo deprimeva l’idea di non trovare nessuno ad attenderlo, (la moglie lo aveva abbandonato l’anno prima, e lui, sempre innamorato e nella speranza che ella un giorno potesse ritornare non aveva mai cercato altra compagnia), ma come tutti i mesi, nello stesso giorno e alla stessa ora, aveva dovuto versare la sua tangente ai capi del quartiere. Pur consapevole che codesta situazione era dovuta al malgoverno e alla disoccupazione, che novella figlia della Discordia, tutto danneggia, non riusciva a capacitarsi. La rabbia e l’umiliazione lo invadevano. Era deprimente essere sopraffatto da un suo simile, da un suo fratello. Ah, se avesse avuto un ruolo importante in politica!… Ah, se avesse governato per soli pochi giorni!…. Avrebbe cambiato il volto della società nefasta alla quale il popolo si era ormai talmente abituato che pensare al contrario era anormale. Lui si, che avrebbe rifatto il mondo!

Mise la chiave nella toppa apri la porta ed entrò. Brividi di freddo gli percorsero il corpo. Accese la luce. Andò in cucina bevve del latte e si accomodò in poltrona. Accese il televisore e vide che scorrevano immagini di violenza gratuita, di fame, e di guerra. Cambiò canale, ma non c `erano più immagini, continuava a fare zepping ma niente. C’era solo lo schermo bianco. La luce diventò sempre più accecante. Si trovò catapultato in un campo fiorito. Si trovava in un mondo sconosciuto. Persone lo acclamavano. Bambini gli si stringevano intorno entusiasti e affettuosi, chiamandolo: “Papà ”. Tavoli ricchi di vivande e pietanza gustose facevano da cornice all’allegra compagnia. Si guardò intorno e vide persone felici che lavorano serenamente. Mamme che lasciavano i loro bambini liberi di giocare e di allontanarsi perché non vi erano più preoccupazioni. Ed era stato tutto merito suo. Era divenuto un importante esponente della politica internazionale, come era nelle sue aspirazioni, e si era battuto per avere un mondo vivibile. Non esisteva più la fame, non c’erano più guerre, disoccupazione, delinquenza. Ognuno era di pari grado al fratello. Il pane era ben diviso per tutti e nessuno invidiava l’altro o desiderava quel che possedeva l’altro. Tutta l`umanita` si era attorniata, affratellata al tavolo delle vivande e bivaccava festosamente. Tutti i capi di Stato avevano compreso di aver fallito e si eliminavano a vicenda lasciandogli il posto che meritava per aver salvato l`umanita` dal suicidio. Si erano convinti di aver sempre e solo pensato ai loro sporchi interessi, favorendo il commercio delle armi, della droga, della prostituzione e quanto altro d’illecito. All’improvviso vede giungere da lontano gli esattori delle tangenti, ha un brivido di paura, teme che non tutto sia perfetto. Gli si avvicinano sempre di più. Quando sono a pochi passi da lui gli stringono la mano e gli restituiscono i soldi. Lui sorride.
L’emozione lo pervade. Piange.

Il volume alto del televisore lo riporta alla realtà. Lo speacher sta annunciando un altra violenza in ambito familiare. Si alza. Da un cassetto estrae una pistola. Si siede in poltrona ascolta ancora il televisore poi… si spara. La testa cade sul cuscino del divano. Gli occhi ancora aperti alla ricerca di un mondo migliore.





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1 commento:

Hiroshi84 ha detto...

Mi accingo così a leggere quest'ultima pubblicazione di Gennaro D'aria, "Una storia Triste" (le virgolette sono volute giusto per agganciarmi su ciò che sto per dire) quanto un racconto pubblicato dall'autore e commentato dal sottoscritto in un altro sito, (Su Letture da Metropolitana) una storia tra l'altro anche drammatica e dal cuore utopico.
Un mondo migliore.... come quello che desidera, anzi ASPIRA il signor Carlo, sarebbe l'ideale ma non in questa Terra purtroppo ma bensì nell'aldilà. Sono arciconvinto che il protagonista, dopo il bang, l'ha finalmente trovato sebbene non promuovo il suicidio.
Carlo, ormai anche fin troppo stanco di vivere una vita fatta da degrado sociale e dominato dalla superficialità, per non parlare della sua difficile e dolorosa condizione intrisa di solitudine, la TV praticamente gli da il "colpo" di... grazia. L'ultimo!
Sicuramente tantissimi come Carlo sono giunti alle sue conclusioni... nel vero senso della parola.
Il racconto è scorrevole, nonostante la brevità, la storia l’ho avvertita piena, ricca di contenuti, di immagini che continuavano a formarsi nella mia mente, e questo è merito dell'autore che con diretta semplicità ha descritto il contesto.
In conclusione, il racconto non "aspira" al Pulitzer, ma, ad ogni modo ha un suo perchè, tra l'altro ho apprezzato anche la scelta stilistica dell'introduzione e, quindi il susseguirsi che lascia presagire fin dall'inizio la funesta e irreversibile decisione di Carlo dovuta a delle precise motivazioni e l'autore riesce a farlo senza cadere nei cliché banali ma con una diretta esposizione senza fronzoli.