giovedì 31 maggio 2007

Il mistero della Vita e della Morte (stralcio)



Creazione e realizzazione copertina di Gennaro D'Aria. Diritti riservati






….Non sappiamo perché nasciamo, viviamo e, moriamo, Non sappiamo se questa che noi viviamo è la morte e quella che noi chiamiamo “morte” la vita. Questo dilemma mi ha sempre accompagnato.
O meglio, mi correggo, sappiamo perché nasciamo: perché due individui, un maschio ed una femmina, (mi piacciono questi due termini danno ampiamente il senso dell’impollinazione in natura, a differenza di uomo e donna), decidono di accoppiarsi, e si sa che il fine primario dell’accoppiamento, come asseriva lo Schopenhauer, è la procreazione della specie. Di conseguenza viviamo e ci portiamo dietro questo fardello per tutto il tempo stabilito per la nostra permanenza su questa terra, dove a nostra volta amiamo, gioiamo, soffriamo, commettiamo lo steso errore di nostri genitori, e ci affatichiamo per vivere adeguatamente ma la vita, come noi la intendiamo ci regala più dolori che gioie ed allora a che vale tutto ciò?... Qual è il fine?... Non lo sapremo mai. Si, esistono moltissimi libri sull’argomento e montagne di teorie filosofiche ma la verità vera resta un mistero.

Io non credo molto al fatto che dopo la morte ci sia un luogo, un qualcosa che mi faccia, diciamo, vivere (?.... ) in un modo migliore…. Il concetto di aldilà è comune a tutte le religioni e da la speranza per il dopo e la forza di continuare a vivere. Ma comunque resta una convenzione. Dicevo che non credo a questo posto incantevole, a questo supremo luogo, ma credo invece, che ci si addormenti e tutto finisce li. Non c’è più nulla. Il vuoto assoluto… E’ come addormentarsi la sera e non sapere più nulla, non vivere fino al mattino dopo, al suono della sveglia. Pensate alla sveglia che suona e voi che non vi svegliate. Non succede più nulla e non saprete più nulla. Ed anche questo non so se mi spaventa o meno… Se ci penso non vi nascondo che provo una sensazione strana, forse paura?... Non lo so. Pensare al nulla... credere al nulla, ci può aiutare?...
Sapere che possiamo fare ciò che vogliamo e che non vi sarà un giudizio finale cosa comporta?... Io che, sono favorevole alla tesi del nulla, sono consapevole del fatto che proprio la convinzione negli uomini che ci sarà un giudizio ultimo, li frena un po’, ma proprio un po’, vista la malvagità e la crudeltà insita negli ultimi tempi. Ma sono altrettanto convinto che qualunque cosa si faccia, qualunque delitto si commetta, qualunque nefasta azione, il giudizio è terreno (non nel senso di giustizia penale o civile, quella è transitoria) e la condanna la si sconta e consuma nei modi più disparati. Secondo me questo spaventa di più essere puniti e “Soffrire in vita” che non il “dopo” la morte……





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